L’impero di mezzo – Andrea Cotti
Ben ritrovati al bancone del Thriller Café! Mettetevi comodi. Prendo subito le vostre ordinazioni e con un buon cocktail di fronte vi parlo della nuova avventura di Luca Wu. Il vicequestore italo-cinese che abbiamo conosciuto ne Il cinese (ma lui è italo-cinese… ci tiene a ricordarcelo), torna a farci compagnia ne L’impero di mezzo.
La penna è di Andrea Cotti, che mi perdonerà per averlo stressato regolarmente per mesi, mentre chiedevo anticipazioni sulla storia. Ho aspettato con entusiasmo e grande curiosità questa secondo romanzo. Ne è valsa la pena!
C’è uno stralcio nel libro ‘L’impero di mezzo’ che più mi ha colpita, e che credo sintetizzi – e ben introduca – il tormento del nostro protagonista:
Forte Li torna serio: «È come sei tu. Un cerchio. Bianco e nero. Il bianco ha dentro un po’ di nero, il nero ha dentro un po’ di bianco».
«Se non puoi essere una cosa sola» dice Bellissima Li, «allora devi essere due cose che in qualche modo stanno insieme in equilibrio.»
Luca Wu si sente incompleto. Non si sente una cosa sola. Troppo italiano agli occhi dei cinesi, troppo cinese agli occhi degli italiani. Queste due anime che sente dentro di sé lo portano a interrogarsi sulla sua identità, sui suoi valori, sulle sue scelte.
E se nel libro Il cinese lo vediamo agire in una Roma multietnica, ma comunque legata a un entourage di colleghi italiani, qui lo troviamo a confrontarsi tra megalopoli ipertecnologiche in Cina con al suo fianco poliziotti cinesi (la sua squadra italiana lo supporterà da remoto). Il vicequestore Wu viene coinvolto nell’indagine sulla morte di un importante imprenditore italiano, precipitato dal diciassettesimo piano. Al di là delle apparenze che fanno pensare a un incidente, c’è qualcosa che non torna nella ricostruzione dei fatti. Comincia in questo modo un complicato intrigo internazionale, in un mondo dove politica, Triadi, colossi mondiali della tecnologia, fanno la loro parte. Ogni parte, è in un delicato equilibrio fatto di omertà, potere, segreti. Il confine tra colpevoli e innocenti è davvero sottile!
L’impero di mezzo è un romanzo che mi ha conquistata. Che il personaggio di Luca Wu mi piacesse lo avevo già capito nel libro precedente, ma qui il conflitto di Wu cresce e sempre di più diventa una sfida alla ricerca di un senso di completezza. Un ricerca che, in qualche pagina, ci fa essere d’accordo con il collega del vicequestore, quando con ironia, gli dice tra le righe: ma sei sicuro di non comportarti così solo perché sei uno stronzo? Ed è forse anche questo che ci attrae di Wu, che ci appare un po’ bello, dannato e tormentato, sempre con la risposta pronta, tagliente e provocatorio.
Il libro tuttavia è molto di più di una bella indagine da seguire con personaggi articolati e molto ben caratterizzati. L’impero di mezzo è un viaggio in Cina, tra i sapori, i profumi, gli sguardi con cui, tramite la lettura, possiamo ammirare le caratteristiche dei villaggi e le grandi città. Andrea Cotti in questo romanzo ci regala l’approfondimento di una cultura e di una tradizione che impariamo da tre generazioni diverse: dalla parte dei nonni di Luca Wu, dai suoi genitori (il padre e i colleghi) e dal protagonista stesso.
E alla fine? Le ultime pagine lasciano con qualche domanda in sospeso e quindi… che bello: posso azzardare a dire che Luca Wu tornerà ancora! Torno a stressare l’autore per avere anticipazioni.
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