Ceglie Messapica, Valle d’Itria, la mia nuova casa da quando ho abbandonato il Nord barattando una vita d’espedienti e di gioco con una più calma, fatta di furgoni e trasporti d’olio.

Vittore Guerrieri si è trasferito da una decina d’anni dall’Umbria alla Puglia e passa le sue giornate estive tra passeggiate in campagna, pranzi luculliani e chiacchierate al bar con gli amici in attesa dell’autunno e di ricominciare a trasportare in giro per l’Italia e l’Europa olio e vini pugliesi.

In un giorno di inizio estate Giuseppe, caporale della zona, gli fa una strana proposta: accompagnarlo in Ucraina, a Halyc, alla ricerca di Katerina, sua dipendente ed amante scomparsa nel nulla da parecchio tempo.

Giuseppe è un caporale conosciuto e molto rispettato nei paraggi, ossia trova manodopera a bassissimo costo per proprietari terrieri e società agricole mediando (illegalmente) tra le due parti per trarre più profitto possibile, e a Vittore non piace per nulla, difatti rifiuta l’inaspettata offerta e continua la sua solita vita con estremo disappunto del caporale e grande delusione delle amiche di Katerina, anche loro alle dipendenze di Giuseppe ed in cerca della verità sulla sorte della loro amica.

La situazione si complica quando il cadavere della ragazza viene ritrovato sotterrato in un campo con un giglio candido tra le mani: come può il fiore essere ancora fresco se la decomposizione è in atto da almeno tre mesi? E chi può aver massacrato di botte la fanciulla per poi riporla con estrema cura nella sua tomba nascosta?

Tra un panzerotto bollente e una braciola di cavallo Vittore, già protagonista dei primi due romanzi di Caterina Emili sempre per Edizioni e/o, si ritrova suo malgrado a fare da aiutante al maresciallo Tamurri in questa indagine che scava in una pagina amara del lavoro italiano, il caporalato appunto, condendo il tutto con ricette regionali, tradizioni popolari e leggende zingare fino alla soluzione del caso, o forse fino alla sua comprensione, scegliendo poi come agire seguendo la sua opinabile morale.

Stile semplice e frasi fluide rendono il romanzo di oggi del Thriller Café una bella lettura che non manca di spunti di riflessione e di delicati colpi di scena, come un giglio bianco su un corpo innocente.

Caterina Emili è una giornalista romana attualmente residente tra l’Umbria e la Puglia e questo è il suo terzo romanzo, dopo Il volo dell’eremita e L’innocenza di Tommasina.

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La scimmia e il caporale
4 Recensioni
La scimmia e il caporale
  • Caterina Emili (Autore)

Articolo protocollato da Elena Rossi

Lettrice onnivora fin da piccola, amante dei cani, della montagna, della fotografia e con una totale avversione verso lo shopping e le discoteche.

Elena Rossi ha scritto 26 articoli: