Olivier Norek, Il pesatore di anime

Oggi ho l’onore di recensire il terzo romanzo che esce in Italia di Olivier Norek, che si intitola “Il pesatore di anime”, sempre nella collana Nero di Rizzoli, come i suoi due precedenti, “Tra due mondi” e “Superficie“. Vi dico subito, cari avventori del Thriller Café, che io sono di parte. Adoro Norek e ho inserito “Superficie” tra i migliori romanzi del 2022. E comincio col dire che “Il pesatore di anime” non è per nulla da meno. Il titolo originale: “Nella nebbia dei capelani” (i capelani sono un tipo di pesce dell’Oceano Atlantico), avrebbe forse reso meglio l’elemento naturale, che ancora una volta per Norek è protagonista, ma il titolo scelto dall’editore italiano non è per nulla fuorviante, anzi. Ci parla di chi è in grado di andare al cuore e all’anima delle persone, di “pesarle”, di analizzarle e in ultimo di valutarle. Chiudo questa intro con un omaggio al grande Maurizio Ferrara che ha fatto, al solito, una traduzione impeccabile.

La storia è quella di un rapitore seriale, che fa sparire ragazze adolescenti, impunito. Già il comandante Russo si è rovinato la vita dietro al tentativo di decifrare questo enigma, senza riuscirci. Ora tocca a Victor Coste, già protagonista dei primi tre romanzi di Norek, la celebre (in Francia e in altri paesi, perché in Italia purtroppo non sono ancora stati tradotti) trilogia della banlieue, provare a districare la matassa. Coste, dopo il dramma derivante dalla perdita di un suo caro collega, è stato trasferito nell’isola di Saint-Pierre, territorio d’oltremare dello Stato francese a ridosso della Groenlandia, dal quale garantisce protezione a coloro che entrano nel programma apposito della giustizia francese. Solitamente si tratta di criminali pentiti, che Victor interroga nella prima fase della collaborazione, in attesa di una nuova collocazione e una nuova vita.

E l’isola di Saint-Pierre è forse la vera protagonista del romanzo. Quasi un non-luogo come lo era stato l’Aveyrone per “Superficie”, un paradiso naturale incontaminato nel quale gli uomini sono posti di fronte alla natura senza filtri. Per essere considerati per le loro pulsioni animali fondamentali. Analizzati e valorizzati nelle loro componenti psicologiche essenziali. Fino a coglierne il lato oscuro, che spesso nemmeno loro sono in grado di conoscere fino in fondo. Per questo, le soluzioni di Norek sono sempre radicali, mai politically correct, estreme.

Il pesatore di anime” è un gran bel romanzo. Costruito benissimo per colpi di scena successivi, che ogni volta stimolano il lettore a cercare un altro lato della vicenda che non avevano considerato, è congegnato per avere un ritmo che cresce con la narrazione. Se fosse una sinfonia diremmo che parte con un adagio e si chiude con un andante con brio, anche questo nello stile di Norek. I personaggi sono in parte già noti: Victor Coste, assente per un paio di romanzi e qui tornato in una veste solitaria e disincantata e lo psicologo Melchior, già presente in “Superficie”. Ai nuovi lettori di Norek dico però che non abbiano paura, il romanzo si legge benissimo anche se non si conosce minimamente l’autore.

Il tema di fondo, cui ho già accennato, è la volontà di sondare le anime, in fondo alla psiche delle persone. Scavare, non essere superficiali, capire tutte le nostre dimensioni. Fare questo esercizio per capire cosa c’è di buono in ognuno di noi, ma anche cosa si annida in noi ed è al servizio del male, cosa rappresenta la nostra anima oscura. Perché Norek non fa sconti e la sua visione della natura non è quella del buon selvaggio, con esseri umani che la società corrompe nella loro originaria purezza. Piuttosto Norek ci parla di una natura ambivalente, che incanta e custodisce, ma che sa essere matrigna e devastatrice.

In chiusura, una menzione al linguaggio di Norek. Evocativo, talvolta iperbolico, mai banale. Profondo, da grande conoscitore delle cose che racconta. Un libro da gustare fino in fondo, compresi i ringraziamenti nei quali ci fa capire che nei suoi lavori nulla è lasciato al caso.

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Il pesatore di anime
  • Editore: Rizzoli
  • Autore: Olivier Norek , Maurizio Ferrara

Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 145 articoli: