
Torna l’eclettico Maurizio de Giovanni e torna Sara Morozzi, il suo personaggio più noir.
«Sara era una nonna anonima. Una pensionata, appunto. La questione era: di quale lavoro.
La pensione era erogata dalla polizia di Stato, di cui aveva fatto parte soltanto per pochi anni, all’inizio della carriera, per poi ritirarsi a vita privata.»
E con Mora torna anche Andrea Catapano il cieco dalle straordinarie doti investigative. Entrambi, ormai pensionati, si ritrovano spesso sulle panchine del parco, dove Sara porta il nipote Massimiliano, e insieme ricordano il loro movimentato “passato lavorativo”. Ma i servizi segreti hanno ancora bisogno di loro per un lavoretto in cui non possono usare mezzi tecnologici, solo l’intercettazione personale alla vecchia maniera, che i due maneggiano come nessun altro.
Sara viene contattata da Bianco, una nuova leva dei servizi, che inizia qui, prepotentemente, a farsi amare da lettori per la sua imprevedibilità, il suo essere fuori dagli schemi e sempre spiazzante.
Mora, all’inizio, sarà indecisa ma poi (anche grazie all’intermediazione di Bionda) si convincerà.
«… ci sono lavori che si lasciano, pensò Sara. Poi ce ne sono altri che lasciano te. E ce ne sono altri ancora che non ti lasciano mai.»
Quella che nasce come una missione quasi di routine, si trasformerà presto in qualcosa di molto più serio che metterà a repentaglio la vita dei due amici ed ex colleghi. Per fortuna, intorno a loro, c’è una sorta di famiglia speciale composta da Nico, Viola, Pardo e da Boris, un mastodontico Bovaro del Bernese.
«Hai ragione, Viola, disse fra sé: siamo una rete, intessuta di fili sdruciti e consunti; ma una rete che ha una sua forza, una sua tenerezza. Forse il termine famiglia non è poi sbagliato, nel nostro caso.»
La pubblicazione della nuova avventura di Sara Morozzi è quasi contemporanea alla serie “Sara – La donna dell’ombra”, a lei dedicata, che uscirà su Netflix il 3 giugno 2025.
“Il pappagallo muto. Una storia di Sara” tratta il tema della vecchiaia e della voglia di Sara e Andrea di sentirsi ancora giovani e utili perché le esperienze, la conoscenza e la dinamicità non smettono quando si arriva alla terza età.
«Dì la verità, Mora: non ti solletica l’ego, che abbiano bisogno di noi? Di due ferrivecchi in apparenza inutili?». Sara non rispose, ma sorrise. Andrea esclamò: «Stai sorridendo! Ti vedo, sai? Stai sorridendo». E sorrise anche lui.»
Altro tema fondamentale è quello della “famiglia”, intesa in senso lato, dove non ci sono necessariamente legami di sangue, ma dove l’amicizia, la stima e l’affetto profondo cementano le relazioni.
Questo romanzo è un raffinato giallo dell’anima, un intreccio teso tra passato e presente, ma anche un racconto di resistenza e di resilienza. È un noir intenso, ma anche un romanzo emotivo con venature di introspezione psicologica in cui de Giovanni dimostra, ancora una volta, la sua capacità di fondere mistero e umanità in una storia che è tanto un’indagine quanto un viaggio nell’identità dei suoi personaggi. Profondo e straordinario, come sempre.
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Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "Sara Morozzi"

Il pappagallo muto – Maurizio de Giovanni
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