
Primo romanzo giallo di C. L. Miller, “Guida la delitto per mercanti d’arte” unisce agli elementi del giallo classico (pochi personaggi che si ritrovano insieme in una villa di campagna), momenti di ampio respiro che sussurrano di intrighi internazionali, portando il lettore nel mondo dell’arte: dai mercati neri alle opere contraffatte, dalle collezioni private al tema di riportare gli oggetti nelle loro nazioni d’origine.
C’è molto da scoprire nel libro, tanti elementi per una lettura dinamica che avvince e convince, a partire dalla trama che stuzzica la fantasia.
Freya, da oltre vent’anni non ha più rapporti con Arthur, l’uomo che le ha fatto scoprire l’antiquariato, fornendole gli strumenti per una carriera sfolgorante, per poi tarparle le ali in modo improvviso e imprevisto. La morte sospetta dell’uomo e la chiamata a casa della zia Carole, riportano Freya a contatto con il mondo dell’arte, in una pericolosa caccia alla verità promossa dall’ultima lettera di Arthur che, sentendosi in pericolo, ha disseminato briciole di indizi per arrivare a far luce sul passato e sul presente, per rivelazioni in grado di restituire a Freya quello che ha perduto anni prima.
La Miller crea una giallo divertente per diversi motivi.
Il personaggio della zia Carole è meraviglioso. Una donna di una certa età che appare come una ragazza vivace e birbante, dal carattere esuberante. La zia offre leggerezza anche nei momenti drammatici, dimostrandosi una figura che si ama e che offre siparietti simpatici, che prendono al cuore.
Freya e la sua competenza verso l’arte, la capacità di cogliere i dettagli e di ricordare, il suo percorso all’interno del libro per ritrovare la sua identità, regala tante informazioni sul vasto e affascinante mondo dell’antiquariato e del recupero degli oggetti rubati, risvegliando un interesse non scontato nel lettore. È anche una protagonista che offre un bel messaggio, ricordando alle persone di rispettarsi, di volersi bene, di non smettere mai di seguire le passioni che le rendono vive. In lei ci si rivede, ed è un balsamo il pensarla rendendosi conto che c’è sempre tempo per riappropriarsi di sé stessi.
Accanto altri personaggi ambigui, di difficile collocazione, per un giallo su un delitto che sfocia nel capire la verità dei caratteri e delle colpe da distribuire tra tutti.
Il lettore si trova coinvolto, appassionato, trovando diletto nei capitoli e nel voler arrivare alla verità.
Accanto a descrizioni accurate, ma non prolisse, si trovano dialoghi ben strutturati, possibili, che alzano il ritmo della narrazione offrendo indizi e dubbi in egual misura.
Molto bello il fatto che, nonostante Arthur sia morto, la sua presenza è molto forte e presente nelle pagine. A partire dalla sua ultima lettera, piena di indizi che verranno decriptati al momento opportuno, il suo piano per il raggiungimento della verità è meticoloso, attento e intelligente. È come una guida invisibile, che suscita ammirazione e nostalgia al contempo.
Il passato di Freya a un certo punto viene raccontato, così che il lettore abbia chiara la situazione e nulla sia lasciato in sospeso, rendendo ancora più comprensibile il presente. È una chiusura del cerchio perfetta, un’uscita dal labirinto per chiudere con ciò che è stato e liberare la strada verso il futuro.
Si sta molto bene nelle pagine di “Guida al delitto per mercanti d’arte”, tanto che c’è un po’ di tristezza alla fine, nel separarsi da Freya e Carole.
Cara Miller non ha scritto a caso un libro giallo dove l’arte ha un ruolo da protagonista: lei stessa è un’esperta d’antiquariato. Ha iniziato a lavorare nell’editoria come assistente editoriale per la madre, in seguito ha realizzato il sogno di divenire autrice e occuparsi di scrittura a tempo pieno. C’è già un altro libro con protagonista Freya, non resta altro da fare che attenderne la traduzione.
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