Bentornate e bentornati al bancone del Thriller Caffè. Il libro che presentiamo oggi è più British di una tazza fumante di thè Earl Grey: parliamo infatti de “I delitti della bella di notte” di Anthony Horowitz, fresco di stampa per la collana Nero Rizzoli.
Premessa indispensabile: il libro è il secondo volume di una serie dedicata a Susan Ryeland, ma si può leggere in modo indipendente. Le vicende del primo romanzo, “I delitti della gazza ladra”, vengono date per scontate ma mai rivelate, cosicché, se un giorno deciderete di leggere anche il primo volume, non avrete alcuno spoiler e potrete comunque godervene la lettura.
Susan Ryeland è uscita piuttosto malconcia dalla sua ultima avventura: anche se è riuscita a svelare il mistero che avvolgeva la morte dello scrittore Alan Conway, ha dovuto anche assistere al collasso della sua casa editrice e alla fine della sua carriera di editor letterario. Decide così di abbandonare la sua professione e le nebbie di Londra per cambiare radicalmente vita e aprire un piccolo albergo sull’isola di Creta con il suo fidanzato Andreas. L’incanto e la magia dei tramonti greci, però, non durano a lungo: la coppia è in crisi e il lavoro per mantenere in piedi l’hotel sfiancante e poco retributivo.

L’arrivo dei coniugi Treherne rompe questo precario equilibrio ed è per Susan quasi una benedizione: l’agiata coppia del Suffolk, infatti, le chiede di tornare in patria, offrendole un onorario principesco per indagare su una strana vicenda. La loro figlia, Cecily, è scomparsa. Secondo loro, la chiave per ritrovarla è nascosta tra le pagine di un libro di Alan Conway, “Atticus Pünd e il nuovo caso”. Visto che l’autore è morto, chi meglio della sua editor di fiducia può risolvere il mistero? Al centro della vicenda, c’è un efferato omicidio accaduto otto anni prima, proprio durante il matrimonio di Cecily nel lussuoso hotel di famiglia. Qualcuno ha sfondato a martellate la testa di un ospite dell’albergo: per tutti, il colpevole è Stefan Codrescu, un giovane inserviente romeno, ma… Sfrecciando a bordo della sua MGB rosso fuoco,  Susan Ryeland indagherà tra enigmi letterali e incontri in carne ed ossa, fino a scoprire la verità. Che fine ha fatto Cecily Treherne?

Il libro ha una struttura raffinata: l’indagine, infatti, si svolge su due piani sovrapposti. Al primo livello c’è Susan, che si muove nell’hotel e nella campagna del Suffolk sulle tracce dello scrittore dandy Alan Conway. Ad un certo punto, però, l’editor si mette a rileggere il libro di Conway e qui, in un gioco di scatole cinesi, ci troviamo catapultati dentro il romanzo stesso, che è letteralmente “incastrato” nella vicenda principale con tanto di copertina, colophon, indice e capitoli vari. Dentro a questo “libro nel libro” il protagonista è l’azzimato Atticus Pünd, una sorta di Poirot con origini tedesche, e incontrerà gli stessi personaggi della vicenda “reale”, anche se deformati crudelmente dalla penna dello scrittore.

Se sentite un principio di emicrania dopo tutti questi artifici letterari, non preoccupatevi. La lettura, in realtà, procede in modo molto scorrevole e, leggendo, si ha quasi l’impressione di giocare una lunga partita di Cluedo, lo storico gioco da tavolo in cui bisogna trovare il colpevole, l’arma del delitto e il luogo dell’assassinio. È evidente anche la musa a cui questo gioco si ispira: Agatha Christie, regina delle indagini borghesi su crimini efferati e compassati al tempo stesso.

Se amate questo genere di narrativa, sono sicuro che il libro di Horowitz vi regalerà ore di intrattenimento e di attenzione al dettaglio per non farvi sfuggire l’indizio chiave che porta alla soluzione dell’enigma. Un meccanismo ben oliato e un colpo di scena assicurato. L’unica pecca? Forse un po’ di noia, dovuta ai personaggi decadenti ed eleganti finché volete, ma anche un po’ statici, proprio come le figurine del Cluedo, e alla doppia narrazione, che è un espediente intelligente ma anche un po’ ripetitivo.

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I delitti della bella di notte
  • Editore: Rizzoli
  • Autore: Anthony Horowitz , Francesca Campisi

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

Gian Mario Mollar ha scritto 96 articoli: