L’infermiera – Liz Lawler
In ospedale, la morte è parte della routine. Ma quando l’infermiera Sarah Shaw riceve la notizia della morte del marito – un omicidio violento e senza testimoni – il dolore si trasforma in qualcosa di più scuro. Di più pericoloso. Qualcosa che ha a che fare con le bugie, il passato… e un segreto che uccide.
Sarah è una giovane infermiera: competente, metodica, dedita al lavoro. Ma dietro il suo sorriso forzato e le mani tremanti si nasconde una verità che nessuno conosce. Quando il marito William viene ritrovato morto, Sarah entra subito nel mirino della polizia. Le prove mancano, ma qualcosa non quadra nella sua versione dei fatti… soprattutto quando si scopre che dei medicinali sono scomparsi dall’ospedale pochi giorni prima del delitto.
E poi c’è Nick, l’ispettore incaricato delle indagini – un ex che ha più motivi personali che professionali per voler scagionare Sarah. Ma lui non è l’unico con segreti.
Liz Lawler, ex infermiera lei stessa, conosce bene l’ambiente ospedaliero e lo riproduce con efficacia. La prima parte del romanzo è immersiva: si sente l’odore dell’antisettico, si percepisce il silenzio teso dei turni notturni, si vive il ritmo della medicina d’urgenza.
Poi, però, la narrazione scivola nel classico procedurale poliziesco, alternando i punti di vista di Sarah e dei due detective (Nick e il collega Charlie), rallentando il ritmo e disperdendo parte della tensione iniziale. I colpi di scena sono pochi e concentrati nell’ultima parte del romanzo, che risolleva un po’ le sorti di una trama che si era fatta prevedibile.
La forza di The Nurse’s Secret sta nell’atmosfera di sospetto costante: nessuno è affidabile, tutti mentono, ognuno ha qualcosa da nascondere. Ma se l’intento era costruire un gioco di specchi, il risultato è una galleria di personaggi poco empatici, se non francamente sgradevoli.
Sarah è una protagonista fragile e opaca, difficile da decifrare; Nick, invece, risulta poco credibile come ispettore di polizia e ancora meno come uomo tormentato. L’unico personaggio davvero inquietante è Kathleen, collega e ospite di Sarah, che dà alla narrazione un’impronta più vicina al domestic noir.
“L’infermiera” parte bene, con una promessa di tensione psicologica e mistero medico che richiama autrici come Claire Mackintosh o B.A. Paris. Purtroppo, dopo il prologo, il ritmo cala, e il romanzo non decolla.
L’autrice riesce a tratteggiare un ambiente realistico e una sottile paranoia, ma non osa abbastanza con i colpi di scena, né con l’introspezione psicologica. L’ultimo 10% del libro è il più avvincente, ma arriva troppo tardi per redimere una lettura che, nel complesso, resta dimenticabile.
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