Dodicesimo capitolo delle indagini del vicequestore Proteo Laurenti, “A maglie strette” del tedesco ormai naturalizzato triestino Veit Heinichen (edizioni e/o) è una vicenda che si muove tra affari sospetti, traffici illeciti e politici corrotti.

L’autore, già in precedenza ospite di Thriller Café con i romanzi “Lontani parenti” nel 2022, “Borderless” nel 2020 e “Ostracismo” nel 2018, ci regala con “A maglie strette” un noir moderno ed internazionale, in cui politica, criminalità ed affari si intrecciano a Trieste – una delle città più multietniche del nostro territorio e che vive in bilico tra Oriente ed Occidente, tra Italia e Slovenia, dal carattere al contempo cosmopolita e mediterraneo.

Il vicequestore Proteo Laurenti ha sul proprio tavolo l’avviso di pensionamento, giuntogli dalla Direzione: un po’ lo legge, un po’ svia perché non si sente ancora pronto a lasciare il suo incarico.
Ed è in questa situazione di stallo che gli capita tra le mani (e non solo in senso figurato) il cadavere di una donna dall’aspetto androgino, da lui ripescata in mare durante una battuta di pesca; a questa indagine si sovrappongono l’attentato ad un mega yacht ormeggiato nel porto di Trieste, sequestrato ad un oligarca russo così come le sanzioni europee impongono alla Russia, da quando è iniziata la guerra in Ucraina.
Quale connessione c’è tra la morte della skipper Maria D’Antimi e l’attentato allo yacht “A” – il trialberi ormeggiato a Trieste che misura più di 100 metri e che i triestini iniziano a mal sopportare, poiché le spese di mantenimento (di questo e dei marinai imbarcati) gravano sulle tasse nostrane?

Si aggiunga poi la fuga da Milano di un trafficante d’armi russo che, pur trovandosi agli arresti domiciliari, è riuscito ad eludere la sicurezza (ed il braccialetto elettronico); ed infine sullo sfondo ci sono i traffici di Raffaele Raccaro (nemico giurato di Proteo) che sta macchinando per ottenere un importante appalto pubblico insieme alla amministratrice delegata del suo impero finanziario, Antonia D’Antimi.

L’indagine di Proteo è a dir poco complessa:

Chi ha organizzato l’evasione di Fjodor Iljon?
Chi ha ingaggiato Maria D’Antimi per fargli passare il confine e Drasko Stojanovic per sostituirla di lì in poi?
Dove è stato portato il russo?”

Ecco in breve svelato un primo trait d’union delle tante indagini in corso: la skipper androgina morta e l’assistente di Raccaro sono sorelle gemelle.
Ma questo è solo un iniziale spunto per le indagini, che appaiono ad ogni buon conto estremamente complicate e pericolose.

L’elemento di forza del giallo di Veit Heinichen è duplice: da un lato piacciono le descrizioni del territorio triestino e dintorni, nonché del carattere dei locali; dall’altro, la struttura che intreccia affari loschi e politici corrotti garantisce la lettura di un giallo decisamente avvincente, il cui protagonista c’è da augurarsi riceva una sospensione dell’avviso di pensionamento – in quanto gli appassionati lettori (che ne hanno seguito le vicende negli anni e nei 12 romanzi) soffriranno per la sua uscita di scena.

Dei triestini scopriamo tra le pagine che “orgoglio e testardaggine fanno parte del loro DNA al pari del plurilinguismo e dell’atavica esperienza con i confini politici sia in terra che in mare”; delle donne triestine Heinichen scrive che “senza la loro approvazione non si muove foglia”, sono donne forti ed autorevoli, le prime donne emancipate in tutta Europa.

Trieste è una città in continuo mutamento al pari dei suoi cittadini che non parlano quasi più in dialetto: il multilinguismo è sinonimo di cambiamenti e desiderio di stare al passo con la modernità di un ambiente che interseca persone, denaro, traffici e politica.
Trieste è una capitale crocevia di popoli (italiani, serbi, croati) e mercanzie lecite ed illecite; lo stile narrativo dell’autore, mescolando sapientemente descrizione ambientali e inchiesta sull’agire criminale, inserisce parecchi dialoghi nei capitoli.

Il protagonista del giallo è un uomo dal carattere indipendente e un po’ ruvido – ma i lettori di Heinichen a lui si sono affezionati; “nel posto sbagliato al momento sbagliato”, Proteo ha “preso all’amo un morto” ed in definitiva non si sente “né vecchio, né stanco” e non intende rinunciare a capire cosa sia successo.In Germania (la terra natale di Heinichen) è già stata trasmessa una serie TV tratta dai suoi gialli con protagonista Proteo Laurenti – dal titolo “Commissario Laurenti” – che piacerebbe vedere non solo ai triestini “co-protagonisti”, ma a tutti gli appassionati di gialli in generale.

Veit Heinichen dal 1997 vive stabilmente a Trieste, dove è giunto per la prima volta nel 1980 e dove ha voluto ambientare i suoi romanzi, che dal tedesco sono stati tradotti in italiano, olandese, francese, sloveno, greco, norvegese, spagnolo, polacco e ceco. Laureatosi in Economia a Stoccarda, dopo avere lavorato per Mercedes-Benz nella Direzione Generale, ha scelto poi di intraprendere un’altra strada, diventando libraio e poi collaboratore di editori internazionali a Zurigo, Francoforte e Berlino.
Nel 1994 è stato cofondatore della casa editrice Berlin Verlag di Berlino (diverse volte premiata come Casa Editrice dell’Anno), di cui è stato direttore sino al 1999.

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A maglie strette
  • Heinichen, Veit(Autore)

Articolo protocollato da Federica Cervini

Classe 1972, mamma lavoratrice curiosa ed infaticabile, sono laureata in Filosofia indirizzo Psicologico e da che ne ho memoria sono innamorata dei libri: non esco mai di casa senza un romanzo nello zaino. La mia parola d’ordine, mutuata da “Wonder” di R.J. Palacio, è: “Quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile, scegli di essere gentile”.

Federica Cervini ha scritto 19 articoli:

Libri della serie "Proteo Laurenti"

A maglie strette – Veit Heinichen

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