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Su Thriller Café oggi segnaliamo L’ultima carezza del lago di Marilena Fonti. Si tratta di una raccolta di otto racconti gialli con protagonista la marescialla Maura Ferri, tutti ambientati a Marta, suggestivo borgo sul lago di Bolsena.
E per parlare di questo libro partiamo proprio dall’ambientazione che fa da sfondo alle storie: uno scenario apparentemente sereno che diventa teatro di eventi sinistri che risuonano delle antiche leggende, come quella della regina Amalasunta.
Passiamo poi alla protagonista, Maura Ferri, giovane marescialla dei Carabinieri trasferita dalla Marche a Marta. Personaggio femminile all’interno di un contesto militare, scelta che Marilena Fonti fa appositamente per rompere con la tradizione del giallo italiano, solitamente dominata da figure maschili..
E veniamo quindi agli otto racconti che fanno emergere temi complessi come la corruzione, la vendetta, la disperazione o l’ossessione, passando per la violenza domestica o l’amore violento. Vi diamo qui una breve introduzione a ciascuno.
- Il Custode dell’Isola: Il primo racconto ci porta sull’isola Martana, dove viene scoperto il cadavere di un uomo. L’indagine porta a un arresto inatteso.
- La Vendetta dell’Assessore: Un ex assessore, uscito di prigione e afflitto dal tragico destino della figlia, si vendica contro chi lo ha denunciato.
- La Collera del Disoccupato: Un uomo appena licenziato, reagisce con violenza e fugge dopo aver colpito mortalmente il suo ex datore di lavoro.
- Il Sacerdote e la Musicista: Una giovane musicista è vittima di un sacerdote ossessionato.
- Il Pescatore e l’Usura: Un cadavere senza una mano conduce Maura Ferri a scoprire un oscuro giro di usura e una vendetta familiare.
- Il Ragazzo e il Carcerato: La morte di un giovane per mano dell’ex compagno violento della madre svela le cicatrici lasciate dalla violenza domestica.
- La Donna e l’Amante: Una donna, dopo aver scoperto le bugie del suo amante e aver subito un aborto, reagisce con una violenza tragica.
- La Prostitute e il Lavoratore: L’omicidio di una prostituta bulgara e l’indagine che segue portano all’arresto di un giovane operaio ossessionato, in una storia che denuncia la vulnerabilità delle donne e la brutalità della loro condizione.
Come si può intuire dai molteplici temi toccati, “L’Ultima Carezza del Lago” è non solo una raccolta di racconti gialli ma anche una raccolta di storie che raccontano la complessità e le contraddizioni della natura umana.
Se volete un assaggio, qui sotto ve ne diamo un estratto.
Estratto
Il percorso verso il molo era libero, e quello era davvero inconsueto: non c’erano ancora i primi clienti, quelli più mattinieri, ma mancava anche la presenza indaffarata dei venditori. Molti degli stand erano incustoditi, da lontano la marescialla vide Graziani che si sbracciava per attirare la sua attenzione. Il punto dove si trovava l’appuntato era a metà strada verso il porticciolo, di fronte al ristorante “La Carpa felice”. Quando la marescialla lo raggiunse, si rese conto che gli occhi del ragazzo tradivano una grande emozione, anche se era evidente che lui si sforzasse di controllarla.
Graziani la guidò dietro uno degli stand, ancora allestito solo a metà con articoli di pelletteria, come se il venditore fosse stato interrotto all’improvviso. Lì s’erano radunate quasi tutte le persone presenti in quel momento sul lungolago, a ridosso del muretto che delimitava la stretta striscia di sabbia lambita dall’acqua. Puglisi cercava di tenere la piccola folla lontano dal muretto, ma da solo ci riusciva a stento. Graziani, dopo aver aperto un varco nel gruppo compatto di persone, che ammutolirono di botto alla vista della marescialla, aiutò il collega più anziano ad allontanare tutti e a farli tornare sulla strada, dall’altra parte dello stand. La marescialla, avvicinatasi al muretto di cinta, guardò oltre e capì il motivo di tanto scompiglio. Sembrava che si fosse addormentato lì, dopo una sbornia colossale. Però le braccia erano allargate, come le ali di un uccello il cui volo fosse stato interrotto in modo fulmineo, inatteso. Solo le gambe, in posizione scomposta, gli davano l’aspetto di una marionetta buttata lì alla fine dello spettacolo. L’acqua arrivava in piccole onde che si frangevano con delicatezza sulla parte anteriore del corpo, per poi ritirarsi e farsi risucchiare dalla distesa d’acqua. Come se il lago volesse sfiorare quel corpo per l’ultima volta prima che gli fosse sottratto. L’ultima carezza prima del commiato definitivo.
«Marescia’, brutta storia. L’ha visto chi è?», Puglisi, lasciati gli ultimi curiosi sotto il controllo di Graziani, si era avvicinato e guardava il corpo sulla sabbia scuotendo la testa.
«Non si vede il viso, chi è? Lo conosciamo?»
«Io lo riconosco dai vestiti, l’ho incontrato ieri al bar prima che andasse al lavoro. Fa il cameriere nel ristorante qui di fronte, a “La Carpa felice”.»
«Mica è Mirko?»
«E già, è proprio lui. Lo conosce… Conosceva?» si corresse il brigadiere abbassando lo sguardo confuso.
«Non di persona. La mamma parla spesso di lui. Gemma mi aiuta a casa, viene un paio di volte la settimana e mi ha raccontato che ha due figli, un maschio di vent’anni e una femmina più piccola, Mirko e Luana. E che il maschio si è diplomato l’anno scorso all’istituto alberghiero e lavora come cameriere in un ristorante sul lago.»
«È.… era… insomma, lui. Quello è Mirko.»
«Ha ragione Puglisi, brutta storia. Andiamo, vediamo un po’ di cosa si tratta.»
«Aspetti, prima che si radunassero tutte quelle persone ho avuto il tempo di dare un’occhiata. Guardi qui, sul bordo del marciapiede c’è del sangue. E ce n’è di sicuro dell’altro sotto lo stand. Il proprietario ha detto di non aver visto niente prima di montarlo, però quando è arrivato era ancora buio, alcuni di loro vengono prestissimo.»
«Quindi lei pensa che qualsiasi cosa sia successa, è successa per strada.»
«Sì, lì sotto ce l’hanno buttato. Si capisce anche dalla posizione, guardi le gambe, sembrano quelle di un burattino caduto dall’alto.»
«Sì, certo. Non m’ha ancora detto chi lo ha visto per primo. È stato il proprietario di questo stand?»
«No, no. L’ha visto un uomo che stava correndo, come tutte le mattine. Passando vicino al muretto ha notato qualcosa di strano sulla spiaggia, s’è fermato per guardare e ha lanciato subito l’allarme. Ha chiamato in caserma e Fausto, Selvi, ci ha avvisati immediatamente. Eravamo già in zona, è stata questione di un minuto o due arrivare qui.»
«Dov’è adesso quest’uomo?»
«Dovrebbe essere ancora qui. Gli ho detto di aspettare, ché lei avrebbe voluto parlargli.» «Bene. Adesso bisogna provvedere a chiudere la strada, tra un po’ comincerà ad arrivare gente. Mi dispiace, ma il mercato oggi salta. Lo dice lei agli ambulanti? Io intanto scendo in spiaggia, la aspetto lì.»
Marilena Fonti
Nata a L’Aquila, si è trasferita giovanissima con la famiglia a Hartford, nel Connecticut, nella parte nord-orientale degli Stati Uniti. Completati negli USA gli studi superiori, ha frequentato la University of Connecticut, conseguendo un B.A. (Bachelor of Arts) in Lingue e Letterature Straniere Moderne e un M.A. (Master of Arts) in Letteratura Comparata. Attualmente vive Viterbo, dove ha insegnato Lingua Inglese in un Liceo Classico-Linguistico. Ha insegnato anche alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito e all’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo come docente a contratto.
Tra le sue pubblicazioni: Il bambino perduto, traduzione di alcuni racconti dello scrittore americano Thomas Wolfe; Interlunare, traduzione di alcune poesie di Margaret Atwood; Belle ombre imperfette, raccolta di racconti; I punti ciechi, romanzo; Walter Serner e la Tigre Il romanzo di un dadaista, saggio. In uscita a breve la traduzione del romanzo giallo Le campane dell’Old Baily di Dorothy Bowers, per i tipi di Edizioni Robin.
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