enrico luceriSpesso qui al Thriller Cafè si parla di autori lontani, che difficilmente verranno di persona a bere una birra col barman e che ad andare bene si ricorderanno di chiamarlo a Natale per fargli gli auguri. Capite allora che quando succede di recensire un amico, che potreste davvero incontrare mentre aspetta il suo mojito al bancone, lo faccio con sommo gaudio, e in questo caso anche con profonda ammirazione. Miei cari clienti, straight from Rome, oggi è qui tra voi Enrico Luceri!…

Titolo: Vita segreta di uno scrittore di gialli
Autore: Enrico Luceri
Editore: Magnetica Edizioni
Anno di pubblicazione: 2006
ISBN: 88-89889-19-5
Pagine: 96
Prezzo: € 9,00

Trama in sintesi:
Meccanismi letterari perfetti, i racconti di Enrico Luceri sono dei gialli condotti a compimento con un’innata maestria narrativa. Ma forse il pregio maggiore è che osano trascendere, con ferma determinazione di stile e contenuto, la stessa forma del giallo classico.
(Dalla quarta di copertina)

Ok, l’ho detto subito, Enrico è un amico, ma chi mi conosce sa che non sono proprio il tipo che fa marchette: se di questo libro da me sentirete parlare bene (e non solo da me), non è perché conosco l’autore ma perché i racconti che lo compongono sono dei buoni racconti. Per spiegarvi perché, comincio da lontano, ritornando a quando ero abbonato ai Classici del giallo della Mondandori, a quando aspettavo che a Natale uscisse Invernogiallo per tuffarmi nelle opere brevi di Klavan, Block, Westlake, o dei nostrani Cappi, Pinketts, Coloretti. Erano i giorni della mia “fame gialla”, di Poirot e Nero Wolfe come grandi amici, degli impossibili delitti in camera chiusa da risolvere. Da allora è passato qualche anno e la passione per le classiche detective stories s’è spostata verso le derivazioni più moderne del genere: il thriller, in primis, o il noir. Ma il mio gusto per l’enigma è rimasto intatto, e il guanto di sfida intellettuale di un giallista lo raccoglio spesso e volentieri, a volte restando ammirato dalla capacità dell’autore di seminare magistralmente gli indizi e camuffare le prove, a volte deluso per aver scoperto il trucco troppo presto, o per essermi sentito imbrogliato da un coniglio dal cilindro che viola il patto che uno scrittore deve stipulare col lettore. Be’,Vita segreta di uno scrittore di gialli mi ha fatto provare il primo tipo di sensazione: in esso ho ritrovato il piacevole sapore del classico, del pungolo a ragionare, della competizione coi detective/scrittori, quattro Ellery Queen ciascuno diverso dall’altro, ma tutti vivi e “familiari”, così ben tratteggiati da sembrare conosciuti da una vita, quando li si è incontrati appena due pagine prima. Ho ritrovato una scrittura elegante, da leggerla degustandola con calma, come fosse uno Chardonnay tanto caro all’autore. Ho trovato trame e personaggi che reggono la scena al di là del rompicapo mentale (che troppo spesso è usato dagli autori come unico fine dell’opera), il tutto immerso in una una cornice antologica chiara e non pretestuosa. In sostanza, ho trovato il piacere di leggere, con la testa e col cuore, e a un libro credo proprio non si possa chiedere di più.
Vi consiglio, miei affezionati clienti, di lasciare da parte cocktail e intrugli vari a stelle e strisce: oggi Enrico Luceri ci offre calici di vino pregiato. Vale davvero la pena assaporarli.

Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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