Una mattina come questa - Lorenzo Scano

Nella definizione di noir metropolitano rientra senz’altro di diritto il romanzo di cui vi parlo oggi, Una mattina come questa, di Lorenzo Scano. La metropoli in questione non è una di quelle che può balzare in mente come immediata associazione di idee, e tra l’altro non ne possiede nemmeno le canoniche estensioni. Infatti si tratta di Cagliari.

Durante il secondo conflitto mondiale, a causa del bombardamento alleato, il capoluogo sardo fu una delle poche città italiane a essere quasi completamente distrutta. Grazie alla fase di ricostruzione post bellica e al successivo boom economico, a Cagliari fiorì un’estesa periferia di quartieri proletari (San Michele, La Palma, il Cep) i quali, nel corso del tempo, hanno assunto le dimensioni di una vera e propria fascia perimetrale attorno al centro cittadino. E’ da questo hinterland che provengono i tre protagonisti del romanzo: Nanni, Bebbo e Ricky. Loro ci sono nati e cresciuti in quei bassifondi così simili a tante altre realtà nostrane, un’adolescenza consumata tra palazzoni stipati di alloggi a loro volta affollati di famiglie che si barcamenano per mettere insieme due pasti al giorno e che si arrangiano al meglio delle proprie possibilità tra spaccio, prostituzione e gang malavitose.

Dopo oltre un decennio da quei giorni, Nanni ha avviato delle attività grazie a proventi poco leciti, Bebbo sbarca il lunario con lavoretti saltuari tra cui il buttafuori, e infine Ricky vuole sfondare come scrittore.

Ciascuno cova la speranza di un futuro migliore, a qualsiasi costo: sopravvivendo, facendosi male, ma l’importante è non mollare. Perché con la volontà e la perseveranza la vita prima o poi deve rendere ciò che ha tolto.

Purtroppo, per i tre non sarà la vita che busserà alle loro porte per concedere un po’ di interessi accumulati, bensì sarà l’imponderabile nelle fattezze di un boss malavitoso il cui unico scopo è vendicarsi di un torto subito. E Nanni, Bebbo e Ricky dovranno lottare per non farsi risucchiare definitivamente da un passato che non lascia scampo.

A distanza di dodici anni dal romanzo d’esordio Una sporca faccenda, Lorenzo Scano torna in libreria con una storia molto profonda, che scava nelle esistenze e affronta con lucidità tematiche forti e d’attualità come la violenza istintiva, l’illegalità, la cocaina che scorre a fiumi, la morte. E forse non è una coincidenza che più o meno sia lo stesso intervallo di tempo trascorso per i tre protagonisti quando si ritroveranno a far fronte comune per contrastare una minaccia che ha origine nel passato.

Scano vive a Milano ma è cagliaritano doc, nato e cresciuto in quegli stessi ambienti che non solo fanno da sfondo al romanzo ma che spesso si percepiscono come vere e proprie figure comprimarie.

Per quanto mi riguarda, leggere Una mattina come questa mi ha ricordato in più di una circostanza certi affreschi umani rappresentati nel capolavoro cinematografico del regista Martin Scorsese Quei bravi ragazzi. Riflessioni esistenziali viste con gli occhi di un isolano, di un sardo la cui terra è fuori contesto dal resto della nazione di appartenenza, non solo geograficamente. E qui forse soggiace la verità, la reale distanza: che tutto il mondo sia paese non è una regola che vale sempre. Non tutte le metropoli sono uguali, non tutta la criminalità è la stessa, e fortunatamente non tutti i noir sono identici.

Anche nel caso di Lorenzo Scano, scrivere vuol dire raccontare l’ambiente in cui cresciamo, le esperienze che attraversiamo, i personaggi che ci accompagnano nel viaggio, volenti o nolenti. E dare un senso a tutto questo.

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Una mattina come questa
  • Scano, Lorenzo (Autore)

Articolo protocollato da Damiano Del Dotto

Mi chiamo Damiano, abito a Pistoia, sono sposato con Barbara e sono più vicino ai 50 anni che ai 40. Poche cose colloco nella memoria come il momento temporale e il libro che in qualche modo mi ha cambiato la vita e mi ha infuso la gioia della lettura: avevo 11 anni, frequentavo la prima media e il romanzo è IT di Stephen King. Da allora non posso fare a meno di questa passione viscerale che mi accompagna quotidianamente. Si sente spesso dire che siamo la somma delle nostre esperienze. Allo stesso modo credo che l'amore che provo per la vita sia la somma dei libri che leggo.

Damiano Del Dotto ha scritto 47 articoli: