Cesar Perez Gellida (Valladolid, 1974) è uno scrittore spagnolo noto per caratterizzare i suoi romanzi noir con un grande realismo e preciso rigore in ambito criminologico e forense. Il pubblico italiano l’ha già conosciuto attraverso le opere edite da Ponte alle Grazie, “L’ultima a morire”, “Schegge nella pelle” e oggi lo ritroviamo con un noir storico di grande impatto: “Terra  bruciata”, ambientato nella Spagna del 1917.

Intenso, violento, emozionante, “Terra bruciata” si apre con l’arresto di un uomo, il fattore Padilla, accusato di aver dato alle fiamme la tenuta Monterroso, di proprietà della famigerata Vedova, una donna straordinaria, capace di suscitare la libidine e il desiderio di ogni uomo sul quale posa gli occhi. Il tenente Gallardo è incaricato di recarsi sul posto e occuparsi della faccenda, che appare semplice e già scritta. Quando, nel pozzo della tenuta distrutta, si trovano numerosi cadaveri, appare chiaro che di definito non c’è nulla, mentre il lettore si ritrova legato a una storia appassionante.

Il primo impatto con la scrittura di Gellida è positivo: l’autore è capace di catturare l’attenzione e seguire la trama, fin dalle prime battute, è semplice, grazie alla scorrevolezza della narrazione. Una piacevolezza che viene in parte frustrata da una storia che appare già finita, con il colpevole catturato, in mano alle guardie, che deve solo raccontare come si sono svolti i fatti. Sopraggiunge la delusione e poi, magia, pian piano non solo ci si rende conto che le cose sono molto più complesse di come sono state presentate, ma tante sorprese, ribaltano colpe e ruoli, rendendo la lettura incalzante.

L’azione è grande protagonista con agguati, sparatorie, intrighi, arricchiti da personaggi doppiogiochisti, subdoli e dalla non facile inquadratura.

Terra bruciata” è un libro importante, che corre veloce, carismatico in molti modi a partire dalle figure che lo popolano.

Si parte con il fattore Padilla, un burattino in mano alla formidabile Vedova, una donna fuori dal comune per fisico, decisione, odio verso gli uomini e appetito sessuale. Antonia, questo è il nome col quale la Vedova è conosciuta, in terra di Spagna è una straniera, forgiata dal passato, vendicativa e con una precisa meta in testa, per la quale è disposta a passare letteralmente sul corpo di chi le sbarra la strada. Appare crudele, insensibile, inarrestabile, ma un atto di generosità inatteso, non solo la riscatta in parte, ma permette al lettore di entrare in connessione con lei. Non si arriva a scusarla, ma si è vicini a capirla, rendendo la sua figura non nera, ma più sfaccettata e complessa, carismatica. Se Antonia è di certo la protagonista femminile, il tenente Gallardo è la sua controparte maschile e pure lui appare in un modo, ma fa vedere, col proseguo degli eventi, un animo ricco di grigi: è sottomesso all’oppio e nella vicenda, che grazie a salti temporali alternati tra passato e presente il lettore scopre, il ruolo del tenente si rivela tutt’altro che limpido e lineare.

Attraverso Antonia e Gallardo, Padilla e altri personaggi non meno importanti, si può dire che “Terra bruciata” sia un romanzo sulla vendetta e l’ossessione, capace di mostrare ogni peccato dell’essere umano a partire dalla lussuria e dall’avidità.

Plauso per come l’autore ha reso e narrato la Spagna negli anni della Prima Guerra Mondiale: una nazione che si è tenuta neutrale, ma dove il divario sociale è sempre più grande tra i poverissimi e i ricchissimi. In questo paese percorso dalla fame e dall’instabilità civile e politica, si innesta anche l’epidemia di influenza che poi dilagherà nel resto d’Europa, la Spagnola, lasciando tanti cadaveri sul suo cammino. Nella nazione protagonista del romanzo di morti d’influenza ve ne sono tanti e tanti restano senza nome: sono i braccianti che si spostano da una regione all’altra in cerca di un lavoro e un tozzo di pane. Diffondono il contagio e fanno sì che si possa pensare che chi scompare, sia in realtà morto di malattia da qualche parte. Un fatto non secondario per la struttura dell’intera vicenda.

Non manca la violenza in “Terra bruciata”, come il sesso, che si ritrova nelle scene scritte e nei dialoghi parlati. Eppure tutto appare coerente con la narrazione, adatto alle situazioni e ai personaggi, per questo non si genera fastidio nel lettore, ma è chiaro che l’opera si rivolge a un pubblico adulto e consapevole.

Terra bruciata” è un romanzo epico, dinamico, dove la tensione si innalza ancora e ancora, scandita dalle rivelazioni che sorprendono e incalzano.

Impossibile restare indifferenti e distanti dalle parole che corrono, da quelle pagine che magari all’inizio appaiono tante (circa 576), ma che si divorano.

Si trova anche tanta profondità a partire dalla rivelazione sul titolo, la sua spiegazione: le azioni possono fare intorno alle persone terra bruciata, così che non ci sia più possibilità di ritorno o perdono.

In un luogo dominato dal più forte, le donne sono prede più volte, ma nulla è più terribile e implacabile di una donna che si vendica, si rivolta e decide di prendersi tutto, giocandosi tutto. Questo ci mostra Antonia e i personaggi che con lei sono figure grandiose, tragiche, sottomesse alle passioni. In “Terra bruciata” la Spagna del 1917 non è mai stata più vicina e comprensibile. Questo romanzo è una grande avventura, un noir meraviglioso.

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Articolo protocollato da Tatiana Vanini

Biologa per studi e mamma a tempo pieno, sono una lettrice compulsiva da quando, a otto anni, ho scoperto i romanzi gialli. La mia passione è nata con “Poirot e i Quattro” di Agatha Christie e non si è ancora spenta. Leggo gialli e thriller, sì, ma sono autrice di romanzi fantasy umoristici come La saga di Etreia, con i due volumi di “Veni, vidi... Etreia!”, la raccolta di racconti “Schegge di ordinaria allegria” (auto pubblicati) e poi nel 2023 è uscito per Edizioni Convalle “Scacco di torre per l'ispettore Ovvius” dove sono finalmente approdata al giallo anche nella scrittura. Gioco a D&D, scrivo recensioni e colleziono puffi. Adoro il Natale alla follia e quindi, i romanzi che prediligo sono proprio i mistery classici all'inglese ambientati nelle feste. Non c'è nulla come una bella riunione di famiglia per scatenare l'istinto omicida!

Tatiana Vanini ha scritto 40 articoli: