
L’esistenza di Max Ventura, Abdel, Vittoria e Sanda procede tranquilla e senza scossoni fino a quando il famigerato Numero Uno si rifà vivo. Il gruppetto è riuscito, a fatica, a ricostruirsi una nuova identità e a condurre una vita lavorativa legale che dà loro parecchie soddisfazioni: Max, insieme alla compagna Federica, è proprietario del rinomato ristorante l’Évêché; Vittoria è una stimata infermiera dell’Ospedale Giovanni Bosco; Abdel è titolare di una concessionaria d’auto d’epoca e Sanda gestisce, insieme al compagno Salvo, una palestra di arti marziali.
Ma Numero Uno sa qual è il loro punto debole e, questa volta, a essere contattata per un “lavoretto”, che i quattro non potranno rifiutare, è Sanda. L’uomo si rivolge proprio a lei perché sa che se al centro dell’inchiesta c’è una donna che non ha avuto giustizia, la malgascia non si tira mai indietro.
“«…Dove l’hanno trovata?»
Numero Uno si fece scappare una smorfia di soddisfazione. La nera aveva abboccato all’amo. Ora doveva solo recuperare con calma la lenza e l’avrebbe portata dove voleva.”
I quattro amici dovranno indagare sulla morte di una giovane ricca e di buona famiglia, Teresa Fissore, ritrovata parecchi anni prima murata viva nei locali di un ex club a luci rosse.
«Nell’autunno del 2008 stavano ristrutturando un locale in largo Brescia, di fronte alla sede della Lavazza. Mentre buttavano giù un muro del seminterrato, un teschio umano è rotolato sul pavimento.»
Solo di recente, a quel cadavere ritrovato si era riusciti ad attribuire il nome di Teresa Fissore che aveva, inspiegabilmente, abbandonato il marito e la famiglia di origine e non aveva più dato notizie di sé.
Chi poteva aver avuto motivo di farle fare quell’orribile fine? Quali segreti nascondono, sotto il tappeto, alcune famiglie della Torino “bene”? Perché nessuno aveva denunciato la scomparsa di Teresa?
Con Rimorsi si giunge alla quarta avventura dei latitanti più ricercati di Francia. Qui conosciamo, in modo particolare, la vita e la storia di Sanda, i rimorsi che ancora l’assalgono al pensiero della madre perduta per sempre, la fatica e il dolore patiti per riscattarsi da un inferno inquietante.
Il nuovo romanzo di Enrico Pandiani è, a mio avviso, una narrazione corale perché si sente, forte e chiaro, l’urlo di dolore di tutti e quattro per un passato che ancora li perseguita come un incubo anche per via della “spada di Damocle” che incombe su di loro e che il vecchio utilizza per tenerli in pugno.
Enrico Pandiani ci regala un’altra storia intensa e ricca di umanità. Numerose sono le riflessioni, quasi filosofiche, che arricchiscono e impreziosiscono la prosa. Ne cito due che mi hanno colpita in modo particolare:
«L’esistenza non è una linea retta, è un percorso pieno di curve e di trappole e di precipizi. Non puoi sapere in anticipo quale tegola ti arriverà sulla testa.»
«Gli errori sono come bombe a tempo; magari rimangono inerti per anni, e quando meno te l’aspetti sbucano dal nulla e tanti saluti. Il problema è che a quel punto li hai persi di vista e rischi di non poterli prevenire. Così gli sforzi che hai compiuto diventano vani.»
Ho amato molto la Banda Ventura perché i quattro incarnano l’immagine di un’umanità dolente, imperfetta e dal passato ingombrante ma, nonostante ciò, non si sono inariditi e continuano a lottare per la giustizia e per dar voce a chi voce non ha.
La solidarietà, il riscatto sociale, le seconde occasioni e la giustizia ad ogni costo sono i temi forti che permeano tutto il romanzo che, a mio avviso, è uno dei più belli della serie.
Tornerà la Banda Ventura? Il finale aperto ci fa ben sperare.
Enrico Pandiani è nato a Torino nel 1956. Ha esordito nella narrativa nel 2009 con il romanzo “Les italiens” con il quale ha inaugurato la saga del commissario Jean Pierre Mordenti, arrivata al settimo capitolo nel 2019 con “Ragione da vendere“.
Nel 2012, con “La testa e la coda“, ha iniziato una nuova serie con protagonista questa volta l’ex ispettore di polizia Zara Bosdaves. Nel 2021 è uscito il romanzo “Lontano da casa” che non è legato a nessuna delle due serie, ma dove il protagonista e sfondo della vicenda è il quartiere Barriera di Milano di Torino con i suoi grandi problemi e la sua popolazione multietnica. Nel 2022 dà vita alla serie della Banda Ventura pubblicando, con Rizzoli, “Fuoco” (Premio Scerbanenco 2022) seguito da “Ombra” (2023) e “Naufragio” (maggio 2024) e ora “Rimorsi” (2025).
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Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "Banda Ventura"

Rimorsi – Enrico Pandiani
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