Quattro fratelli per un delitto – Håkan Nesser
In piena atmosfera invernale, il nuovo romanzo di Håkan Nesser racconta una storia familiare con delitto di Natale.
Natale 2020. Ludvig Rute, affermato pittore svedese, invita i tre fratelli a trascorrere il Natale nel piccolo e caratteristico borgo di Sillingbo, immerso nei boschi: una situazione festiva apparentemente perfetta, complice anche la neve che inizia a cadere, se non fosse che i quattro fratelli non si vedono da anni e che nessuno di loro vorrebbe trovarsi lì. Il motivo che ha spinto Ludvig a organizzare la riunione familiare è grave e urgente e la situazione si fa subito tesa, ma alla fine gli animi paiono rasserenarsi: è una calma apparente, perché la mattina del 25 Dicembre Gunnar Barbarotti e Eva Backman vengono chiamati a Sillingbo perché nella notte è stato commesso un omicidio. Molte da subito le domande che si pongono i due investigatori: è possibile che l’omicidio sia stato compiuto da un ladro, visto che sono spariti due quadri di grande valore, che si è dileguato sotto l’intesa nevicata? Oppure si tratta di un dramma familiare, le cui radici vanno cercate nel motivo per cui i fratelli non si frequentano?
Il tempo passa, i fratelli tornano ognuno alla propria esistenza, ma nei mesi successivi il sangue tornerà a scorrere.
Tra gli autori di gialli nordici sicuramente Håkan Nesser si distingue per la sua grande capacità di introspezione psicologica: non fa eccezione “Quattro fratelli per un delitto“, ultima fatica dell’autore svedese, nel quale, complice la coppia di investigatori Gunnar Barbarotti e Eva Backman, la vera indagine si costruisce intorno ai segreti che ciascuno cerca di custodire.
La storia è una sorta di “interno borghese con delitto”: Nesser non indaga ambienti emarginati o criminali, i protagonisti della vicenda sono persone affermate socialmente e potrebbero rappresentare quella parte di società della quale la Svezia potrebbe andare fiera ma, un po’ come nel precedente “L’omicidio di Vera Kall“, è proprio lì che l’autore cerca le radici del male, tra quelle persone perbene che della società dovrebbero essere i pilastri.
Il male e l’errore sono però profondamente umani: le voci dei protagonisti che si alternano nel racconto portano il lettore a simpatizzare o per lo meno a comprendere la ragioni di ciascuno, nonostante colpi bassi e le meschinità, attraverso i drammi personali e i segreti ben custoditi. Nessuno è totalmente assolto, e nessuno è totalmente colpevole, solo esseri umani in diversa misura fallibili.
Lo stesso vale in una certa misura per l’amata coppia di investigatori Barbotti e Backman, che mai come in questa indagine faticano a trovare la direzione giusta, complici anche la neve e la pandemia Covid che scuote la nazione: è proprio questa fallibilità umana a renderli credibili, persino simpatici con il loro umorismo nordico, due persone perbene che si fanno strada attraverso indizi e cambi di direzione verso una verità decisamente difficile da afferrare.
L’ambientazione, nonostante il biancore della neve che cade, è da subito cupa: l’inverno svedese e il Covid definiscono un tempo sospeso, nel quale a emergere è soprattutto la dimensione interiore dei protagonisti. Quattro fratelli per un delitto è un romanzo raffinato, cesellato con attenzione e che la traduzione di Carmen Giorgetti Cima rende con il giusto merito, ma è consigliato agli amanti del giallo nordico introspettivo: Nesser prende a pretesto il delitto per esplorare i confini del male interiore dei protagonisti, e sono confini estesi, ma l’azione è diradata e talvolta può subentrare una sensazione di lentezza in questo che è sì un giallo classico ma è anche e soprattutto un romanzo di fine esplorazione dei rapporti familiari del quale bisogna apprezzare l’impianto molto strutturato che conduce a un finale atipico e inaspettato.
Håkan Nesser è nato nel 1950 a Kumla, in Svezia, ha un debole per l’Italia, citando nei suoi romanzi, musicisti, film, piatti e parole in latino. Autore di oltre 25 romanzi, pubblicati in Italia da Guanda
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