Otto indagini per il Giudice Dee – Robert Van Gulik

Otto indagini per il Giudice Dee – Robert Van Gulik

Damiano Del Dotto
Protocollato il 23 Aprile 2025 da Damiano Del Dotto
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Robert Van Gulik (1910 – 1967), scrittore olandese di cui ci occupiamo oggi, nasce prima di tutto come diplomatico, e questa professione gli ha consentito di vivere e conoscere l’estremo oriente, in particolare la Cina. Per lui l’esperienza è stata così profonda e coinvolgente da rivelarsi una vera e propria immersione nella cultura e nella Storia del paese, il che a sua volta gli ha trasmesso la passione per scrivere racconti e romanzi con personaggi e ambientazioni autoctoni, rendendolo l’autore capostipite del giallo storico cinese.

Grazie alla casa editrice O Barra O, dedita a pubblicazioni occidentali e orientali che in qualche modo possiedono particolari legami con l’estremo culturale opposto (le due “o” del nome sono appunto le iniziali di Occidente e Oriente), abbiamo in un unico volume otto racconti di Robert Van Gulik, i quali, come i romanzi, vedono protagonista il Giudice Di (Dee in inglese), figura realmente esistita nella Cina del VII secolo, durante la dinastia Tang, e che lo scrittore olandese riadatta facendo sua la tradizione degli antichi poemi cinesi. 

La raccolta dal titolo Otto indagini per il Giudice Dee, impreziosita da altrettanti disegni dello stesso Van Gulik e un postscriptum finale, anch’esso a firma dell’autore, consta dei racconti Cinque nubi di buon auspicio, Omicidio e burocrazia, Veniva con la pioggia, Il delitto allo stagno dei loti, I due mendicanti, La spada scambiata, Le bare dell’imperatore e Assassinio alla vigilia di capodanno.

Già dai singoli titoli si può intuire come le vicende narrate siano calate in un’atmosfera ancestrale, dove la natura e l’ambiente giocano un ruolo importante, nel perfetto stile filosofico di matrice orientale. Sono storie che si svolgono all’incirca nell’arco di un decennio, connesse ad avvenimenti realmente accaduti al Giudice Dee e di cui ne vengono romanzati alcuni risvolti; infatti, prima di ciascuna, è riportata una breve prefazione che ne contestualizza l’origine e ne spiega l’antefatto storico. 

Il Giudice Dee, vera e propria icona nella cultura cinese, che sta all’Oriente come Sherlock Holmes sta all’Occidente, è da considerarsi a tutti gli effetti l’investigatore, se non addirittura il magistrato, dell’epoca. Nelle indagini è accompagnato dai suoi fedeli assistenti Ma Joong, Chao Tai e il sergente Hong, e tra mercanti, militari, cortigiane, concubine, semplici popolani e, udite udite, pure una spruzzata di macchinosa burocrazia – con le dovute proporzioni ma già presente a quei tempi – il Giudice Dee ha il suo bel da fare per venire a capo di crimini e misfatti. Come se non bastasse ci pensano pure le mogli e i figli a dargli ulteriori grattacapi, anche se, allo stesso tempo, gli conferiscono una prospettiva più umana all’occhio del lettore moderno, alle prese con un personaggio arcaico le cui preoccupazioni professionali si intrecciano con quelle familiari.

Dee riesce nell’intento di risolvere enigmi e far trionfare la verità grazie al proprio infallibile intuito affinato da una quasi onirica predisposizione a scorgere ordine laddove pare regnare solo il caos, grazie a un certo raggio d’azione comunque permesso da quel particolare contesto geografico e storico, e grazie altresì ad uno sguardo onnipresente su quegli incrollabili principi di giustizia, di “confuciana” memoria, che afferiscono a tutti gli aspetti della vita quotidiana.

Robert Van Gulik è assurto a imperitura notorietà come sinologo di grandissimo pregio, la cui vasta cultura antropologica, linguistica e di usi e costumi emerge in ogni pagina. Per non rovinare la proverbiale ciliegina sulla torta lascio alla breve ma perfetta postfazione finale ogni aggiuntiva disamina dei racconti e della poetica dell’autore, seppur credo sia già facilmente comprensibile la ragione per cui Van Gulik è stato giustamente soprannominato “un occidentale dal cuore orientale”.