
“Madame le commissaire e la morte in convento” è il quinto di una serie di gialli di grande successo che vedono come protagonista Isabel Bonnet, la poliziotta francese creata dalla penna di Pierre Martin. Quello di Martin è uno pseudonimo dietro il quale si nasconde un autore tedesco. A pensarci bene, nulla di strano che l’autore non sia francese, perché la grazia, lo stile, la disinvoltura di Isabel sono le stesse che da decenni caratterizzano il modello della donna transalpina nell’immaginario collettivo maschile, come testimoniano la bellezza e la grazia di due icone cinematografiche come Brigitte Bardot e Catherine Deneuve che hanno rivestito entrambe il ruolo della “Marianne”, il simbolo della Rivoluzion del 1789.
Ma ora veniamo alla nostra storia: lasciata la sezione dell’antiterrorismo, dopo essere rimasta vittima di un attentato durante il quale ha rischiato di morire, Isabel si è trasferita a Fragolin, nella dolce Provenza. Ẻ fidanzata con Thierry, il sindaco della cittadina, ma contemporaneamente non disdegna di trascorrere periodi di vacanza con l’affascinante e ricchissimo Rouven Mandrinac. Relazione di cui Thierry è al corrente e che è costretto ad accettare se non vuole chiudere il suo rapporto con Isabel che da brava rappresentante di uguaglianza e libertà non è disposta né alla rinuncia né alla menzogna.
La vita di madame sembra scorrere i finalmente tranquilla e serena quandwo un cadavere ritrovato sugli scogli al di sotto dei giardini botanici dove si è recata con l’amica Jacqueline la costringe a tornare al lavoro. Quello che3 alla gendarmeria sembra un incidente all’olfatto da segugio di Isabel puzza di omicidio. Non solo: la defunta è una giovane suora che appartiene a un ordine che vive segregawato in un antico monastero lontano dal mondo, quello wdi madame. Chi può odiare una suora fino al punto da provocarne la morte? E che ci faceva la religiosa su uno spuntone roccioso tanto distante dal suo convento? Inoltre: colui che l’ha uccisa la odiava per il suo essere suora o per qualcosa che era accaduto quando la giovane non aveva ancora preso i voti? Domande alle quali è difficile rispondere, soprattutto se, per gran parte della sua indagine, Isabel non riesce a dare un nome secolare alla povera monaca.
L’indagine di Isabel ci conduce attraverso luoghi incantevoli e poco conosciuti della Francia meridionale, all’interno di antichi conventi dove uomini e donne traumatizzati dalla vita si sono rifugiati per leccarsi le ferite. C’è la vecchia madre superiora convinta che il demonio stia uccidendo le monache del suo piccolo monastero, la prostituta sfuggita alla strada e il priore con un passato nella legione straniera. Un mondo variegato e affascinante che popola i monasteri medioevali, dai chiostri silenziosi, dalle cappelle illuminate da candele e dai soffitti dalle volte a crociera.
Aggirandosi in questi spazi si respira una spiritualità antica che non sfugge al lettore. Eppure, nel bel mezzo di tanta pace risuona la voce delle armi, perché qualcuno sta cercando di eliminare tutte le suore del monastero delle Bonnes Soeurs. La stessa Isabelle, che vi si era ritirata per comprendere meglio la situazione, rischia di essere uccisa. L’abito monacale che indossa è ciò che la rende un bersaglio per l’assassino.
Il romanzo di Pierre Martin è godibile sotto diversi aspetti: la trama è avvincente e ricca di colpi di scena, i personaggi sono credibili e ben caratterizzati, a partire da Madame e dal suo aiutante Apollinaire Eustache, strampalato e amante dei calzini spaiati, ma segugio dal gran fiuto, mentre la scrittura è leggera ma coinvolgente e le espressioni transalpine che lo costellano aiutano il lettore a immedesimarsi nel mondo del racconto.
Io ho amato soprattutto l’ambientazione: gli scogli a picco sul mare, le spiagge della costiera, i boschi dell’interno e i luoghi romiti che profumano di passato. Confesso: ho viaggiato con Isabel per la Francia meridionale e l’esperienza mi è piaciuta così tanto che spero di ripeterla presto.
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Articolo protocollato da Maria Cristina Grella
Libri della serie "Madame Le Commissaire"

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