“Loro” di Maxime Chattam (vero nome Maxime Guy Sylvain Drouot), è un thriller oscuro, trascinante, che espone al lettore una teoria sulla società da brividi, mettendo nero su bianco evidenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Nel romanzo non uno, non due, non tre serial killer mettono sotto scacco con urla e sangue la Francia e le nazioni vicine. Ci si deve confrontare con un gruppo, che ha fatto della devianza, dell’ideologia del dolore e della legittimazione dell’appagamento in ogni sua forma, un credo, un’unione, una sfida alla società costituita. La loro bandiera è un simbolo *e, comprendere il suo significato è il primo passo per fermarli. Incaricati dell’arduo compito i membri della Gendarmeria, nelle persone degli agenti Alexis, Ludivine e Segnon, coadiuvati dal criminologo Mikelis un uomo che nell’abisso ci vive, che da quello stesso abisso si è allontanato, ma deve tornarci per fermare una valanga che rischia di sovvertire e cancellare ogni umanità. Seguirli per il lettore significa intraprendere un viaggio inquietante, alimentato da un carisma oscuro che incolla alle pagine e costringe a interrogarsi.
La scrittura di Chattam appare da subito scorrevole, quasi ipnotica nel suo ritmo fluido. Ricca di dettagli, in momenti ben definiti è cruda e diretta, mentre in altri la penna dell’autore mostra un lato formativo non scontato. C’è attenzione e precisione nel racconto dell’analisi scientifica della scena del crimine, non solo, nei momenti delle autopsie c’è accuratezza e nella disamina psicologica degli omicidi, per ricostruire la personalità dei killer, si riconoscono note di profonda conoscenza. Raro trovare tanti dettagli che magari si riscontrano anche nelle altre opere del genere, ma qui il livello è nettamente superiore, quindi è stato naturale per me domandarmi se l’autore avesse competenze specifiche. Ho scoperto così che Chattam, prima di scrivere i suoi romanzi, ha studiato per un anno criminologia all’università di San Denis, dove ha imparato le basi della psicologia criminale, delle scienze forensi e della medicina legale. Un bagaglio di nozioni che nei capitoli si percepisce nettamente.
“Loro” non è un romanzo breve, supera le cinquecento pagine, ma la narrazione è così coinvolgente e dinamica, che non si prova pesantezza. Smentendo chi sostiene che i gialli in generale non dovrebbero superare le trecento pagine. Dipende tanto dalla storia che si vuole raccontare, dal messaggio che si veicola, e qui c’è tanto che viene detto ed esposto in maniera egregia.
I personaggi sono ben costruiti e anche se rispondono a certi cliché (l’ossessione degli investigatori, la loro tendenza alla solitudine o le scelte stupide, che per soddisfare una smania momentanea sfociano in errori senza possibilità di recupero), sono compagni comprensibili, accanto ai quali ci si emoziona. Cosa diversa è la totale trasposizione del lettore in una delle figure principali. Questo transfert non c’è. Sarà per la forza impattante di ciò che viene raccontato, per le situazioni che sono impensabili per chi vive una vita nella normalità di un civile, non di un membro delle forze dell’ordine, per questi motivi non ci si sostituisce, ma si resta al fianco dei soggetti principali, seguendoli con la partecipazione che la trama merita.
Tante le sorprese come le rivelazioni, per una storia tutta da scoprire. Divisa in tre parti intitolate “Lui”, “Lei” e “Loro”, a un certo punto è evidente come l’autore nello scrivere questo thriller abbia voluto lanciare un monito alla società. Nelle pagine c’è la descrizione e la spiegazione antropologica di una deriva che le numerose guerre sparse per il globo, gli atti di violenza insensata, anche giovanile, che sentiamo ogni sera al telegiornale, testimoniano silenziosamente. L’uomo è un predatore, e come tale ha dovuto lottare, combattere, per giungere in cima alla catena alimentare. La violenza è un istinto atavico, per difesa e per offesa, e una società votata all’accumulo, al consumismo, alle soddisfazioni immediate e a ogni costo, sta riportando in superficie istinti atavici sopiti, ma mai cancellati dal nostro DNA. I sociopatici, gli psicopatici, tutta la vasta fauna criminale è una minoranza, e per fortuna, ma cosa succederebbe se la minoranza si unisse in gruppo, raggiungendo un coro così forte da farsi sentire, da avanzare pretese? Cose impensabili per gli individui di duecento o cento anni fa, sono oggi realtà. Se portiamo questo progresso ai limite del male, magari in modo provocatorio direttamente dentro l’abisso, cosa potrebbe accadere? È questo l’orribile, l’impensabile interrogativo che Maxime Chattam ci getta in faccia, costringendo a vedere, a pensare, bucando la parete di carta del libro.
Il finale è un’esplosione di azione e tensione, che porta ogni elemento della trama raccolto fino a lì all’estremo, per raggiungere con la fantasia quello che si spera rimanga nelle sfere dell’immaginario. Se fosse una verità possibile, il risultato sarebbe la guerra totale tra noi e loro. Nel buio, l’autore lascia una speranza, nell’esempio virtuoso da portare alle nuove generazioni, al nostro futuro.
“Loro” è la prima indagine di Ludivine Vancker, un’indagine così trascinante che dalla prossima mi aspetto altrettanto. Per chi non volesse aspettare ci sono le opere precedenti dell’autore: la trilogia “L’anima del male”, “In tenebris”, “Il veleno del ragno”. E gli altri romanzi: “Il sangue del tempo”, “Arcana”, “Zodiaco”, “Alterra. L’alleanza dei tre”.
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