L’ombra del dragone – Tom Clancy

L’ombra del dragone – Tom Clancy

Serie: Jack Ryan
Giuliano Muzio
Protocollato il 3 Novembre 2025 da Giuliano Muzio con
Giuliano Muzio ha scritto 169 articoli
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Il riassunto del Barman

Un romanzo di Tom Clancy, che sia scritto di suo pugno o creato da uno dei suoi epigoni, in questo caso Marc Cameron, è sempre un concentrato di azione, spionaggio, geopolitica e tanti spunti tecnologici. Non fa differenza “L’ombra del dragone”, ultima uscita per Rizzoli, da un originale del 2020, appena uscito con la traduzione di Rosa Prencipe.

La trama è di una complessità non indifferente, al punto che ci vogliono tre pagine e mezzo all’inizio del romanzo per elencare tutti i personaggi con le loro qualifiche. Tuttavia, se occorre attenzione e memoria per non perdersi nei meandri dell’intreccio, questa ricchezza permette di articolare una storia che abbraccia praticamente tutti i continenti senza apparire troppo artificiosa. In cima alla lista c’è ancora il Presidente Jack Ryan, chiamato in questa occasione a una reazione a una serie di eventi che appaiono a prima vista assai misteriosi.

Ci sono tre avvenimenti, che sembrano apparentemente slegati tra loro, ma che a una più attenta osservazione mostreranno diversi aspetti potenzialmente collegabili: la sparizione di uno scienziato cinese da una città minore (si fa per dire, visto che Huludao ha poco meno di tre milioni di abitanti), un misterioso segnale sonar avvertito da una nave per esplorazione scientifica al largo dell’Alaska e la scoperta di una talpa all’interno della CIA. Parte da qui la nuova avventura in stile Clancy e fin da subito ci porta in giro per il pianeta alla scoperta di luoghi noti e meno noti, sempre in compagnia degli ultimi ritrovati tecnologici a disposizione delle agenzie e degli eserciti di tutto il mondo.

Forse non serve dire che Marc Cameron si rivela ancora una volta assolutamente capace di seguire le orme di Tom Clancy, ma il modo tutto sommato leggero con il quale l’autore (in seconda) rende scorrevole un libro di quasi cinquecento pagine va pur sempre menzionata. Le molte parti del romanzo sono assemblate molto bene tra loro e non ci sono punti lenti o noiosi, per un crescendo interessante con qualche piccolo colpo di scena a sorpresa. Le ricostruzioni sono tutte estremamente credibili e, ovviamente, le spiegazioni di natura tecnologica e scientifica sono impeccabili. Così come a prova di bomba (se mi passate la metafora poco politically correct, ma mai come in questo caso azzeccata) sono le dimostrazioni di conoscenza dei meccanismi di funzionamento delle agenzie di intelligence internazionali.

Provo allora a setacciare dall’usuale qualcosa che mi è piacevolmente balzato agli occhi leggendo questo romanzo. Innanzitutto, non finisco mai di stupirmi per come il gioco delle spie (per citare un bel film e un grandissimo attore, Robert Redford, la cui scomparsa ancora mi addolora) consista in una serie quasi infinita di mascheramenti, contro-mascheramenti e così via che rendono veramente molto difficile “scansare” la forma per arrivare alla sostanza. Anche se, per chi fosse disorientato è sufficiente citare la famosa frase “follow the money” (altro indimenticabile film di Redford e Hoffmann), perché così facendo si ritrova sempre il bandolo della matassa.

Proseguendo, mi viene da pensare che gli scienziati e i ricercatori che compaiono in questo romanzo sono figure largamente positive, così come avviene usualmente nei romanzi techno-thriller patriottici (americani). Anzi, sembra quasi che parte della presunta supremazia militare statunitense sia dovuta a una enorme capacità di valorizzare le conoscenze scientifiche, elemento che mi pare invece che per l’ultimo Presidente statunitense in carica non sia così pacifica.

Sullo sfondo, pur nella estrema volatilità della situazione geopolitica internazionale, si delinea la nuova contrapposizione del ventunesimo secolo destinata a soppiantare la novecentesca guerra fredda (epoca nella quale Tom Clancy si era indubbiamente formato), ovverosia il conflitto sino-americano. Conflitto che però è ancora visto e presentato principalmente in chiave di modelli politici, più che di corsa agli ultimi ritrovati della tecnologia. Curioso da questo punto di vista che nel 2020 (fortunatamente?) si potesse fare un romanzo così senza parlare di AI, aspetto che in ogni caso non priva assolutamente di fascino questo piacevole romanzo.

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