La paziente senza passato” di Leslie Wolfe è un intenso thriller psicologico che prende le mosse da un tentato femminicidio.

Non sempre nel noir psicologico il protagonista è il commissario che indaga su un delitto, ma spesso l’intera vicenda si svolge nella mente del personaggio principale, dove albergano paure e deliri che diventano anche quelli di chi legge.

Così, per tutto il romanzo della Wolfe noi siamo con Emma, brancoliamo insieme a lei nel buio più assoluto degli occhi e della mente, viviamo le sue emozioni attraverso una sequela di sensazioni uditive, tattili, olfattive, immersi in un’oscurità da cui non c’è via d’uscita. Perché quando Emma riprende conoscenza non sa né chi è né dove si trova. L’unica cosa di cui è certa è che qualcuno ha tentato di ucciderla ed è consapevole che l’assassino tornerà e la troverà sola e inerme, incapace di difendersi.

Ne “La paziente senza passato” la lettura è un viaggio nella mente di una donna alla ricerca di se stessa. La realtà arriva alla coscienza un poco alla volta, viene cancellata e poi ritorna, la memoria si allarga in cerchi concentrici in cui i pochi ricordi che Emma è riuscita a recuperare devono rimanere come la base su cui costruire la memoria di ciò che si è stati e di ciò che si è.

Un poco alla volta la donna ricorda il suo nome, ricorda di avere avuto un marito, rammenta di essere stata un’attrice, di avere partecipato a feste durante le quali ha conosciuto molta gente. Ma adesso che lei ne ha bisogno, che fine hanno fatto tutti quanti i suoi amici? Dalle tenebre della memoria riemerge, inquietante, l’immagine di uno stalker. Brandelli di realtà compaiono nella sua vita nel letto d’ospedale, ma il reale è diverso da ciò che lei ricorda. Il marito che ha tanto amato vive con un’altra donna, l’amica del cuore le ha rubato la parte che avrebbe dovuto essere sua. Solo i medici e le infermiere sono presenze stabili e fisse nella sua vita e nella sua memoria. Medici e infermiere che Emma non vede, perché il colpo ricevuto da chi ha tentato di ucciderla le ha lesionato i centri della vista, ma che ha imparato a riconoscere dal fruscio dei vestiti, dal rumore dei passi sul pavimento, dall’odore che i loro corpi emanano. E intorno a lei il trambusto degli ospedali, le sirene delle ambulanze in arrivo, gli altoparlanti che chiamano i medici al pronto soccorso le parlano di un presente di dolore.

Proseguendo nella lettura, sempre al fianco di Emma e nella sua mente, cominciamo a comprendere che lei si sta a poco a poco riappropriando dei suoi ricordi e delle sue sensazioni. E mentre la coscienza ritorna, l’angoscia si intensifica, perché Emma sa che la presenza dell’uomo che ha tentato di ucciderla è sempre più tangibile.

La paziente senza passato” è una storia molto attuale, quella di un femminicidio annunciato, tentato e quasi portato a termine, il tentativo di uccidere l’oggetto del proprio desiderio, infatti, è solo l’ultimo di una serie di azioni volte a ottenerne la sottomissione. Perché, forse è bene ricordarlo, ci sono diversi modi in cui si può diventare “padroni” di un altro essere umano. Lo sanno bene le donne manipolate per anni da chi diceva di amarle.

La scelta della prima persona e del tempo presente per narrare la vicenda si rivela felice, così come l’utilizzo del “flusso di coscienza” che porta il lettore a immedesimarsi sempre di più nella protagonista e nella sua sofferenza. La Wolfe, però, è bravissima nel confondere le carte. Anche chi legge, infatti, a un certo punto della storia non può fare a meno di chiedersi che cosa sia veramente reale e che cosa non lo è. Sono veri i ricordi di Emma? O sono solo il frutto di una fantasia malata? Il gioco della Wolfe riesce piuttosto bene.

Infine: se vi aspettate un giallo classico, questo romanzo non fa per voi, ma se amate un libro che vi faccia vivere emozioni, anche intense, allora ve lo raccomando.

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La paziente senza passato
  • Wolfe, Leslie(Autore)

Articolo protocollato da Erika Giliberto

Erika Giliberto (Bergamo, classe ‘74) è cresciuta sfogliando le pagine dei libri che le regalava quel sant’uomo di suo padre. Il primo libro letto a 10 anni, con la torcia accesa sotto le coperte, fu IT e, da quel momento, la bambina si consacrò a Stephen King. Ha sempre coltivato anche la passione per la scrittura e quindi, per prendere dimestichezza, ha partecipato a quattro livelli del laboratorio pratico di scrittura creativa online con Gianluca Morozzi, organizzato da Canto 31 - Associazione Culturale, di Bologna. Il corso le ha permesso di veder pubblicato il suo racconto “Sassi” nell’antologia “Il giorno dopo” (Clown Bianco Edizioni). Al momento libera da impegni lavorativi, aspira a lavorare nell’ambito editoriale. Il sogno più grande è scrivere un romanzo tutto suo, prima o poi.

Erika Giliberto ha scritto 8 articoli: