La nuova maestra – Valerio Marra
La nuova maestra di Valerio Marra vanta un primato di tutto rispetto. Prima di lui solo Jason Rekulak, autore dell’oscuro e controverso Teddy, si era arrischiato in un’impresa del genere.
Quale? Come recita la copertina, La nuova maestra è il primo thriller illustrato italiano. Che, dunque, coniuga la scrittura alla forza espressiva delle immagini che assolvono alla funzione di indagare, nell’immediato, le interiorità dei personaggi. E mostrarcele senza troppi filtri. Sì perché, tra una pagina e l’altra del libro, troviamo inseriti i disegni di Teo, un bambino sensibile e taciturno dotato di una strana facoltà di prevenire, in qualche modo, gli eventi e trasferirli ossessivamente su carta. Che è poi il suo modo privilegiato di comunicare col mondo esterno.
Dopo Una notte buia di settembre Valerio Marra sceglie di tornare in un luogo a lui caro: Frascati, Castelli Romani, dove ha ambientato alcuni dei suoi precedenti romanzi e confeziona un thriller tanto perturbante quanto coraggioso e sovversivo. Giulia è una maestra trentenne che sta affrontando un momento critico della sua vita (suo fratello Daniele è morto in un incidente stradale da poco) quando le viene offerto un incarico come maestra in un asilo paritario, il Colomba Antonietti, gestito dalle suore. Tra i bambini da seguire c’è il malinconico Teo con cui scatta un’intesa speciale per quell’inspiegabile sinergia che si crea tra due anime vulnerabili. Per Giulia aiutare il bambino ad aprirsi emotivamente rappresenta una missione, e un’occasione, di salvezza dai sensi di colpa per la morte del fratello, non ancora metabolizzata. Col progredire dei giorni e della narrazione i disegni di Teo, inizialmente innocenti, si fanno sempre più sinistri, rivelatori. Scarabocchi oscuri che prendono forma, come opprimenti ossessioni, e tra ombre ricorrenti e ghigni malvagi raccontano una disarmante verità: la nuova maestra è in pericolo.
Le domande si affastellano nella mente di Giulia, la logorano, la asfissiano. Le fanno mettere in discussione la sua sanità mentale e dubitare di chi la circonda. Si sente perseguitata, osservata e anche le stanze del Colomba Antonietti sembrano di colpo una prigione claustrofobica.
Chi, tra le persone che ha intorno, vuole farle del male? E, soprattutto, quale strano parallelismo c’è tra i disegni di Teo e la storia personale della tormentata maestra?
La paura, concreta, di stare impazzendo permea la seconda parte del libro (la prima è più introduttiva e volta a caratterizzare ambienti e personaggi), e conduce la protagonista, inevitabilmente, al malessere. Al baratro. Arriva tardi a scuola, è distratta, smemorata, apatica. Paranoica. Ancora infragilita dalla perdita del fratello, e dalla scia di irrisolti che aleggia su questa morte, si convince che la causa dei suoi disagi dipenda dall’influenza maligna di una statuetta mitologica, Telegono, che tiene in casa e di cui, però, non vuole sbarazzarsi.
A qualcosa dovrà pur appigliarsi, no?
Ma quando Teo, in uno dei suoi macabri schizzi, riproduce proprio lui, Telegono, per Giulia è l’inizio della fine.
La nuova maestra è un thriller psicologico, con una prosa accattivante e una scrittura fluida e scorrevole, che si tuffa nelle oscurità della mente umana e indaga temi importanti: la morte mai elaborata di un fratello (e i misteri che la circondano); un bambino disadattato, Teo, e la sua incapacità di interagire col mondo se non attraverso disegni/verità; la strenua lotta di Giulia contro i suoi fantasmi interiori (ed essendo la narrazione in prima persona la nostra percezione è amplificata, quasi che quei fantasmi fossero anche i nostri); la fiducia in chi abbiamo accanto.
In un crescendo progressivo della tensione narrativa, scandito da un perfetto incastro di trame e sotto-trame e da capitoli brevi, La nuova maestra scorre lineare con l’eccezione di pochissimi flashback, perlopiù legati alla misteriosa morte del fratello di Giulia. Diversi i plot twist, abilmente orchestrati, che si moltiplicano in vista dello sconcertante finale e mantengono il lettore avvinto alle pagine, desideroso di proseguire nella lettura. Non mancano sprazzi di poesia, come è nello stile di Marra. Una storia che vi consiglio caldamente. I loved it.
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