
In “La bandita” troviamo un Nanni Settembrini giovane, all’inizio della sua carriera di guida alpina e da poco sposato con Clara.
Siamo nel 1993 e la squadra di Nanni, abituata a soccorrere alpinisti imprudenti che hanno, magari, sottovalutato l’imprevedibilità della montagna, viene contattata per un ritrovamento davvero inusuale. A chiedere il loro aiuto è la polizia e a essere “ricercata” è Sara Piras. La donna, stimata infermiera dell’ospedale dei Santissimi Martiri, ha conficcato un tagliacarte nel petto del suo primario, il neurochirurgo Ugo Capetti.
Sara non è fuggita subito ma, con manovre professionali, ha medicato e soccorso l’uomo e ha allertato i colleghi. Poi è svanita nel nulla. Solerzia professionale o la motivazione è un’altra?
E fugge Sara… Lascia la sua vecchia auto in bella mostra e si inoltra nei sentieri di montagna, forse.
«Sara sperava di essere forte come Harrison, anche se lui era innocente e seducente con il pigiama da carcerato addosso, perché gli attori dei film sono tutti belli e leggendari, anche i cattivi, e invece lei si sentiva brutta e appiccicosa, niente affatto eroica. Non era Ford, ma come lui scappava dalla galera.»
Le ricerche spasmodiche di Nanni e della sua squadra si alternano alla narrazione della quotidianità familiare del “torinese” alle prese con una moglie che non ama di certo la montagna, attenta ai gossip che legge sulla sua rivista preferita e con il desiderio di avere un figlio.
Mentre tutti considerano la Piras ormai morta, Nanni, testardo com’è, continua la sua indagine personale perché non è da lui arrendersi.
«Gli era capitato di cercare persone improbabili, gente senza esperienza e senza cervello, furbi e codardi, ma una criminale mai. O forse sì, perché il mondo è pieno di delinquenti travestiti da brava gente e sopra i duemila metri le persone sono tutte uguali. Non le distingui.»
L’ultima fatica di Enrico Camanni è, a mio avviso, una vera chicca per il “tuffo” nel passato che ci fa fare facendoci rivivere gli eventi salienti del 1993-94: la vittoria prima e la morte poi di Ayrton Senna; la vicenda di Lorena Bobbitt (anche se, come dice l’autore nella postfazione, è stata spostata di qualche mese); la salita al potere di Silvio Berlusconi; la morte di don Puglisi e poi… musica, libri e film. Qui conosciamo un Settembrini giovane che, anche se un po’ subisce gli eventi, ha già in sé tutta la sua determinazione.
Il romanzo è suddiviso in stagioni e con il cambio delle stesse, Camanni ci affascina con la natura che muta e con una montagna che, dalle sue pagine, traspare essere affascinante sempre.
“La bandita” è un mystery di grande impatto emotivo che conquista dalla prima all’ultima pagina e Nanni convince sempre per la sua profondità d’animo, per la sua dedizione alla “missione”, per il suo rispetto della natura e per il suo essere fortemente radicato ai veri valori della vita. Ovviamente, consigliato.
Enrico Camanni è uno scrittore con un passato da alpinista e proprio questa sua passione l’ha portato a creare Nanni Settembrini, guida alpina e capo del Soccorso alpino di Courmayeur. “La bandita” (Mondadori, 2025) è il suo romanzo più recente.
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Articolo protocollato da Luisa Ferrero
Libri della serie "Nanni Settembrini"

La bandita – Enrico Camanni
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