
“Ma davvero pensano che sarei capace di compiere un triplice omicidio?”
Passare da anonima insegnante di ripetizioni a spietata killer è un attimo – questo ciò che accade a Evie Gordon, la protagonista di “Killer potential” di Hannah Deitch, fresco di pubblicazione per Marsilio Editore.
Evie è una giovane che, poiché squattrinata, dà ripetizioni ai rampolli delle ricche famiglie di Los Angeles.
Un giorno, recatasi a casa delle 17enne Serena per le consuete ore di studio, appena arrivata rinviene i corpi di Peter e Dinah Victor (i genitori di Serena – quindi suoi datori di lavoro) brutalmente assassinati nel giardino della villa, ed una giovane ragazza sconosciuta legata in un sottoscala in condizione di stenti e sofferenza.
All’arrivo di Serena, Evie – che ha liberato la prigioniera – riesce con quest’ultima a scappare dalla villa dopo avere gravemente ferito Serena – che l’ha subito considerata l’assassina dei suoi genitori; e da lì prende avvio la narrazione della fuga serrata di Evie e Jae (questo il nome della giovane segregata in casa Victor), ed in contemporanea della caccia all’uomo da parte della polizia americana.
Evie e Jae (che maschera le proprie emozioni con un tenace mutismo) salgono in pochissimi giorni in cima alla lista degli America’s most wanted, complici i media e le dichiarazioni fatte alla polizia da Lukas (il fidanzato di Serena) e sono costrette a fuggire come due fuorilegge in un film – attraversando gli USA prima in auto poi in barca, nell’intento di riparare in Canada ove sono convinte che potranno ricominciare una vita da donne libere.
Il romanzo è diviso in tre parti: nelle prime due è principalmente Evie a raccontare la vicenda, parlando di se stessa, della sua formazione e della sua famiglia – contemporaneamente riuscendo a sgretolare il muro di silenzio di Jae e piano piano innamorandosene corrisposta.
Nella terza parte del libro la parola passa alternativamente da Evie a Jae, conquistando sia per lo stile narrativo sia per un finale inaspettato.
La trama non è complessa ma ricca di azione e movimento: le due donne, scappando dal mondo circostante, creano un rapporto intenso ed un loro proprio mondo che (è evidente) non potrà a lungo durare – fatto di fughe, segreti, furti ed omicidi.
Chi tra Evie e Jae è la vittima?
Chi fra le due sta offuscando la vista alla compagna con una lunga serie di bugie?
Quali verità nascoste affioreranno sul finale del romanzo, in un colpo di scena che lascia il lettore sorpreso?
Il lettore resta piacevolmente disorientato dai quesiti che affiorano nel libro, e nel contempo vive sentimenti profondi insieme alle due giovani: attrazione (non manca un tocco piccante), amore, riflessioni circa il rapporto tra genitori e figli, approvazione/disapprovazione da parte di chi segue la vicenda sui media, nostalgia di casa, rimorso.
L’autrice sembra dire di capitolo in capitolo che la verità è come una immensa matrioska da aprire ed il cui cuore è difficile da raggiungere, e le situazioni complesse che le due donne affrontano durante la fuga parimenti danno la possibilità ad Hannah Deitch di criticare lo stile di vita americano contemporaneo e le disuguaglianze sociali ed economiche che caratterizzano tutto il Paese.
L’opinione pubblica americana si divide tra chi si schiera a favore delle due novelle Thelma e Louise in fuga, e chi (la maggiorparte) in poco tempo le addita come feroci killer – esprimendo un giudizio di condanna immediato, senza avere dato loro mai la parola né avere cercato le prove sulla scena del crimine.
Altro punto di forza di “Killer potential” sono le riflessioni sul significato di fiducia che da un lato Evie e Jae reciprocamente affrontano, dall’altro Evie valuta fra sé e sé quando pensa ai propri familiari, ed a sua madre in particolare: l’autrice suggerisce una riflessione su quanto ci facciamo influenzare dai media e dalle informazioni che essi veicolano, ed anche sui pregiudizi basati sullo status economico e sociale.
Si parla anche di sfiducia, in particolare nei confronti delle istituzioni preposte alla ricerca della verità ed alle forze di Polizia: “Dobbiamo capire cosa è successo, perché la polizia non lo farà mai”.
“Killer potential” ricorda immediatamente al lettore ”Thelma & Louise” nella fuga delle due protagoniste; fra le pagine inoltre Evie cita Charles Manson, l’efferato assassino americano – ironizzando sul percorso che lei stessa sta compiendo e sull’impatto che i cruenti omicidi dei Victor hanno sull’opinione pubblica.
“Killer potential” sancisce l’esordio nel mondo letterario di Hannah Deitch, ed è al momento in corso di pubblicazione in venti Paesi.
Ex redattrice di riviste d’arte, l’autrice ha conseguito un Master in giornalismo ed i suoi articoli sono apparsi sul Los Angeles Times, LA Weekly e su Los Angeles Review of Books. Hannah Deitch attualmente vive a Los Angeles.
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