Il libro dei morti – Douglas Preston e Lincoln Child

Il libro dei morti – Douglas Preston e Lincoln Child

Giuseppe Pastore
Protocollato il 10 Luglio 2009 da Giuseppe Pastore con
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Cari clienti del Thriller Café, oggi vi serviamo un distillato d’eccezione: un libro che chiude con il botto una delle trilogie più intense della narrativa crime contemporanea. Se siete sopravvissuti alla “Danza della morte” e ancora sentite il profumo di zolfo di “Dossier Brimstone“, è il momento di spalancare le porte del museo… e dell’inferno, ne “Il libro del morti” ottavo dei libri con Aloysius Pendergast di Douglas Preston e Lincoln Child.

Il Museo di Storia Naturale di New York è sotto assedio: un pacco anonimo contenente frammenti di diamanti (l’intera collezione del museo!) getta la reputazione dell’istituzione nel caos. Come reagire? Con un evento spettacolare: la riapertura della Tomba di Senef, un’antica camera funeraria egizia chiusa da anni per via di una maledizione.
Ma la maledizione non resta confinata all’allestimento scenico. Tecnici e studiosi iniziano a dare segni di squilibrio, la follia dilaga, il sangue scorre. Dietro il sipario: Diogenes Pendergast, il fratello oscuro.
Nel frattempo, Aloysius Pendergast è imprigionato, accusato ingiustamente di omicidio. Potrà fermare il piano del fratello dal fondo di una cella di massima sicurezza?

Se Diogenes è il caos calcolato, Aloysius è l’ordine che danza sul filo della follia. La loro battaglia si tinge di mito, in un crescendo narrativo che richiama le sfide epiche di Holmes e Moriarty. Solo che qui non si combatte con logica e deduzione, ma con inganni, imboscate, fughe impossibili, e colpi di scena da far tremare il bicchiere in mano.

Il libro dei morti” è un tripudio di azione, enigmi, archeologia maledetta, e tensione psicologica. Preston & Child mescolano thriller, horror e avventura come i migliori mixologist mescolano gin, vermouth e angostura.
Certo, bisogna accettare qualche eccesso narrativo: qui siamo oltre il realistico, in quel territorio affascinante dove la narrativa di genere si fa leggenda. Ma va bene così. Quando bevi un cocktail di classe, non chiedi che sia acqua frizzante.

Non leggetelo senza aver letto i due precedenti: è l’atto finale della trilogia di Diogene, rischiate di perdervi la metà del gusto.
E ricordatevi di arrivare all’ultima riga. Perché sì, il colpo di scena finale è una rasoiata. E no, non ve lo spoilero neanche sotto tortura.

Concludo dicendo che con Il libro dei morti si chiude il sipario su un confronto titanico. Ma non temete: Pendergast non è tipo da godersi la pensione. Le tenebre lo inseguono, e lui le affronta sempre a viso aperto.