Un romanzo avvincente, appassionante, ricco di tensione e sorprese, ma da leggere con la consapevolezza che viene dalla conoscenza della serie.
Douglas Preston (Cambridge, 1956) e Lincoln Child (Westport, 1957) scrivono spesso insieme, anche se a oggi, si ritrovano solo per continuare i romanzi dell’agente dell’FBI Pendergast, spinti prima dalla diretta richiesta del pubblico e poi per il loro piacere. Non è semplice scrivere a quattro mani, realizzare poi opere come le loro, complesse eppure immediate da leggere, dove la curiosità e la voglia di scoprire vengono stimolate in modo costante, è ancora più difficile. Ci vuole una grande unione tra gli autori, una perfetta sincronia e desiderio di regalare trame avvincenti, che il lettore sente possibili anche quando entrano in campo fantascienza e horror mischiati al thriller. Insomma per scrivere così bisogna essere Preston e Child.
“Il laboratorio del dottor Leng“, per essere apprezzato e capito in ogni sua parte, va letto solo se si ha conoscenza di “La stanza degli orrori” ( Sonzogno 2002; Bur 2008) e si sa cosa è accaduto nel precedente capitolo, “Senza sangue” (Rizzoli 2022). Queste sono due condizioni imprescindibili, perché ciò che accade in quest’opera è la diretta conseguenza di “Senza sangue” e tutto parte con “La stanza degli orrori“. Sembra una gran fatica, ma per quelli che io definisco Gli appassionati della prima pagina, per chi come me si è innamorato del protagonista nella sua prima avventura, “Relic” (Sonzogno 1996, Bur 2008) e aspetta con ansia ogni nuovo libro, questa vicenda comincia in modo chiaro, atteso e desiderato, mentre per i nuovi lettori tutto potrebbe apparire una follia confusa.
In “Il laboratorio del dottor Leng“, Constance Green, l’enigmatica pupilla di Pendergast, ha fatto un vero e proprio colpo di testa: usare l’apparecchio trovato a Savannah e trasportarsi nel passato. Ossessionata, decisa a salvare se stessa e i propri fratelli dalla “scienza” del dottor Leng, è partita per questo viaggio senza ritorno. Pur nella consapevolezza che l’apparecchio non sia una vera macchina del tempo, ma un connettore tra diverse realtà, la sete di vendetta e la voglia di espiazione la spingono inesorabili. L’agente Pendergast arriva tardi per fermarla, ma decide di mettere in campo il suo denaro, le conoscenze e le sue doti persuasive per seguirla, iniziando un’avventura nel “passato”, coadiuvato dall’amico Vincent D’Agosta. Mentre Constance, Pendergast e D’Agosta si muovono tra le strade della Manhattan di oltre un secolo fa, nel presente l’FBI indaga su due omicidi commessi uno nel Museo di Storia Naturale di New York e l’altro in una riserva Lakota, trovando sempre più connessioni tra i due fatti di sangue.
In ogni loro libro, Preston e Child uniscono descrizioni accurate, che rendono vibranti i diversi teatri degli eventi, a dialoghi dinamici che innalzano il ritmo narrativo. Affascinante e tremenda è la ricostruzione della Manhattan di allora, coi suoi quartieri rispettabili in costruzione, contrapposti a strade sterrate, polverose e caotiche, alle zone malfamate dove gli abitanti sono ombre che rasentano i muri tentando di rendersi invisibili agli occhi dei rapaci predatori a due gambe. Una città dura, che non conosce pietà, tra regole repressive e violenza, freddo e fame e medici che sono prima di tutto scienziati senza scrupoli, dediti a provare cure a scopi personali sui poveretti che hanno la sfortuna di finire nelle loro amorevoli mani.
Nel presente viviamo la normalità e scopriamo la vita nelle riserve indiane, ma non solo, entriamo nella cultura e nella storia Lakota, scoprendo informazioni importanti e toccando i crimini che girano attorno alle opere d’arte dei nativi.
I personaggi che ci accompagnano nel viaggio sono intriganti, complessi e sfaccettati, sia che facciano parte del parco dei noti e ormai amici, sia che siano entrati in campo da poco (un paio di libri), o siano inediti. Diversi nelle descrizioni, ma soprattutto nei caratteri e nei modi di approcciare le situazioni, alcuni sono complementari tra loro, altri del tutto in antitesi, dando vita a incontri memorabili o scontri ricchi di pathos. Sempre in progressione nel loro viaggio personale, con prese di coscienza e cambi di direzione, anche i loro rapporti evolvono, si complicano, si scontrano o giungono a periodi distesi. Gli autori creano un mondo in divenire, proprio come capita nella vita reale, un mondo nel quale il lettore si ritrova e si rispecchia, mettendo in campo le proprie emozioni e vivendo in modo immersivo la trama. Il lettore è forte dei proprio giudizi, ma pronto a lasciarsi sorprendere accogliendo i cambiamenti: alcuni mutamenti li si desidera proprio, altri spiazzano e non sono così piacevoli, ma sempre coerenti con il percorso di ogni protagonista della serie.
Non ci sono dubbi che tutto ruota intorno ai casi di Pendergast, specie se si pensa alle prime avventure. Ma man mano che i romanzi sono aumentati, pure chi aveva un ruolo di spalla è salito alla ribalta, ritagliandosi spazi sempre più ampi nella storia e nel cuore dei lettori. È questo uno dei motivi del successo di questi libri, che continuano ad attrarre i fedelissimi e i nuovi scopritori, nonostante siano ormai davvero tanti: un mondo narrativo in continuo cammino.
Fedele allo stile di Preston e Child, “Il laboratorio del dottor Leng” non è solo emozione e sensazione in un thriller contaminato. Possiede anch’esso un tema intorno al quale ruotare, un messaggio che gli autori vogliono veicolare.
Qui si parla di resilienza e ossessione, del desiderio profondo e vorace di dare giustizia agli orrori del passato. Il non riuscire ad andare avanti, l’essere intrappolati in una vita senza tempo è il sentimento che muove gli eventi.
A tutti noi sarà capitato almeno una volta nella vita di pensare cosa si potrebbe cambiare se potessimo tornare indietro in un determinato periodo. Ebbene Constance coglie questa opportunità, ma i suoi piani verranno ben presto frustrati da diverse difficoltà, che fanno battere forte il cuore. Forse tornare indietro sarebbe inutile, perché se gli eventi si sono svolti così, tenderanno comunque a tornare nella loro linearità, nonostante i nostri interventi? Un quesito che molto ha del filosofico. Alla fine l’unica soluzione è accettare e perdonarsi, guardare finalmente al presente e programmare il futuro, perché macerarsi su ciò che è già stato non ha senso.
Teso dalla prima all’ultima pagina, Il laboratorio del dottor Leng arriva al culmine della tensione nel finale, con un’inaspettata entrata in scena. Non si arriva alla conclusione, no, ci sarà di sicuro un altro romanzo, anzi in lingua inglese è già realtà col titolo di Angel of Vengeance. A noi non resta che pazientare un po’.
Pensare che Child, prima di scrivere a tempo pieno, si sia occupato di assicurazioni e che Preston abbia lavorato al Museo di Storia Naturale di New York per poi diventare autore, è sia divertente che inquietante. La serie di Pendergast è molto legata al museo, c’è da chiedersi cosa Preston abbai visto tra quei corridoi. Se Child a oggi scrive da solo e in coppia solo con Preston, il suo amico invece ogni tanto si lancia in altre collaborazioni, infatti ha scritto alcuni libri con il giornalista italiano Mario Spezi, come Dolci colline di sangue.
“Il laboratorio del dottor Leng“: siete pronti ad affrontare il passato? Non importa quanto vi preparerete, le incognite e le sorprese vi aspettano per mettervi alla prova, dietro ogni angolo.
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Articolo protocollato da Tatiana Vanini
Libri della serie "Aloysius Pendergast"
Il laboratorio del dottor Leng – Preston & Child
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