I Guardiani del Tempio – Pietro Caliceti
Quando un attentato al Papa sudafricano viene sventato da un misterioso sacerdote di origine araba, in realtà ex militante dell’ISIS in incognito, è naturale che le domande sulla bocca di tutti siano: perché è accaduto? Cosa ha spinto un islamico a immolarsi e salvare la vita alla massima autorità cattolica del mondo?
Da questi interrogativi si innesca una competizione senza esclusione di colpi tra il Vaticano e i servizi segreti e di intelligence israeliani e italiani per ottenere delle risposte e capire cosa ci sia sotto, in un perfido gioco manipolatorio che non lascia scampo. Le verità saranno sfuggenti, i complotti non mancheranno, e le indagini si articoleranno in una girandola di menzogne, accordi strettamente confidenziali, dubbi esistenziali di natura filosofico-religiosa e depistaggi da parte di ciascun soggetto chiamato in causa.
C’è un po’ di tutto nell’ultimo romanzo di Pietro Caliceti dal titolo “I Guardiani del Tempio”, opera conclusiva della trilogia iniziata con “L’Opzione di Dio” e seguita da “Vatican Tabloid”, e che ruota attorno al pontefice Pietro II. Si passa dalla spy-story al legal thriller, dal financial thriller al giallo vero e proprio, e non si può non riconoscere allo scrittore e avvocato milanese, specializzato in diritto finanziario e societario, una notevole abilità nel destreggiarsi tra i vari generi come in una diabolica partita a scacchi, mantenendo sempre alti il ritmo, l’adrenalina e l’attenzione del lettore.
È evidente che il making of della storia trovi le fondamenta su un enorme lavoro di ricerca e ricostruzione di fatti realmente accaduti in un contesto storico, quale quello attuale, estremamente ingarbugliato e fitto di connessioni off-limits che, sovente, esulano anche dalle previsioni più complesse; pertanto, deve essere stato un lavoro non poco impegnativo districarsi tra le innumerevoli versioni di eventi di risonanza mondiale di cui siamo testimoni quotidianamente, e sulle quali poi lo stesso autore ha congegnato la trama.
È diventata una sorta di mantra, soprattutto ai giorni nostri, l’espressione “la realtà supera la fantasia”. Nella scia di ciò, con tutta onestà, non è più un’impressione, ma quasi una certezza, che da parte dei mass media, e a seguire dell’opinione pubblica, ci sia un’affannata rincorsa nel voler svelare e anticipare i prodromi e le ripercussioni di certi accadimenti, anche piuttosto recenti, prevedendone le conseguenze e teorizzandone, con tanto di capillare – e creativa – dovizia ricostruttiva, le cause soggiacenti. In un’epoca in cui ne sentiamo di tutti i colori, in cui l’informazione e l’accaparrarsi di essa sono talmente immediati da trasformare in menzogna una verità, e viceversa, in un batter d’occhio, si è ormai innescato un automatismo per cui è estremamente raro che qualcosa ci sorprenda davvero.
Personalmente, è il primo romanzo che ho letto il quale si basa sugli eventi post 7 ottobre 2023, giorno del famigerato attacco terroristico di Hamas nei confronti di Israele e dal quale si è originato l’atroce conflitto che ancora oggi insanguina la martoriata regione del Medio Oriente. Questo può essere un buon avvio per addentrarsi nella storia e farsi trasportare dai flussi immaginifici architettati da Caliceti, soprattutto per coloro a cui piacciono i cosiddetti instant book.
Per chi non ha letto i due episodi precedenti, la partenza può risultare forse un tantino farraginosa, come spesso accade in frangenti simili in cui tanti personaggi fanno la loro apparizione in breve tempo e non è semplice rimanere agganciati alla trama. Tuttavia l’azione è spettacolare e appassionante, e bastano poche pagine per farsi trascinare.
La bravura dell’autore sta anche nel contornare la narrazione dei fatti di dettagli credibili, e in più di una circostanza viene da chiedersi, e se fosse veramente così?
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