Chiunque nasce a morte arriva - Bruno Vitiello

È uscito, per Giunti editore, “Chiunque nasce a morte arriva“, il secondo capitolo della serie “Michelangelo detective” ideata da Bruno Vitiello. Dopo che, anni prima, il celebre scultore Michelangelo Buonarroti era stato coinvolto, risolvendolo, in un oscuro mistero a Firenze (raccontato nel primo volume, “I delitti dell’anatomista“), lo ritroviamo ora, nella Roma cinquecentesca, alla corte di Papa Leone X alias Giovanni de Medici. È chiamato, stavolta, a risolvere un enigma ancora più misterioso e rischioso: due spie del Papa, fra le migliori nell’Urbe, sono state ritrovate morte senza che sia possibile individuarne la causa. Non si tratta di ferite, né di veleno, non ci sono indizi di sorta, se non un’unica cosa in comune: una figura femminile – forse una meretrice – è stata vista fuggire via dal luogo del misfatto, in piena notte. È sulle tracce eteree e sfuggenti di questa fanciulla sconosciuta che Michelangelo viene messo con uno stratagemma. Gli si affiancheranno, per volere del Papa o del destino, due figure altrettanto note ed eminenti: il pittore urbinate Raffaello Sanzio e il chiacchierato medico svizzero Paracelso. E così, sarà proprio il loro acume unito alle loro conoscenze nonché alle loro differenze a sventare una minaccia concreta e catastrofica per la vita del Papa e della Chiesa stessa, nonché una ancor più funesta per l’umanità… almeno per il momento.

Ebbene, sono molte le frecce all’arco di questo libro. In primo luogo è un giallo storico ed entrambe le caratteristiche sono presenti, bilanciate ed ottimamente rappresentate: c’è il giallo, bello, interessante, intricato, e c’è la Storia. C’è soprattutto la Storia che, come scrive l’autore nelle note conclusive, è elemento chiave in questo romanzo: tanto, tantissimo di quanto narrato qui è realmente accaduto ed è storicamente documentato. E un plauso speciale va a Vitiello per l’accuratezza dimostrata nella ricostruzione storica e sociale, ma anche nella cura minuziosa avuta per il linguaggio.

In secondo luogo… i dettagli. Nello scrivere una trama così articolata dev’essere facile perdersi un passaggio, mancare un collegamento logico, cadere in un’incoerenza. Eppure qui non succede, tutto trova il suo posto, il collegamento giusto. Altro punto a favore è l’ottima caratterizzazione dei personaggi… di tutti i personaggi, da quelli principali fino all’ultima comparsa, tutti valorizzati secondo merito e necessità. E così abbiamo quadri precisi di tutti gli attori sulla scena, dall’indole burbera, insofferente eppure sagace del Bonarroti, alle stramberie affascinanti di Paracelso, fino alla pienezza di sé, al fascino, all’essere viveur del Sanzio. Elementi utilissimi per fidelizzare con loro, renderli riconoscibili e ricordabili e dar loro tridimensionalità facendoli uscire dal libro e dai libri e riportandoli nella loro epoca, in quell’Urbe amata e corrotta che dominava il mondo. E poi c’è lei, Roma, coprotagonista in questa storia, con i suoi quartieri, la sua gente d’ogni risma, la sua arte di arrangiarsi e volgere ogni situazione al meglio per sé. Bella e sordida è stata, questa Roma, fra le mani di Vitiello che ci ha guidato in una corsa per i quartieri, i vicoli, le viuzze, i ristoranti e persino i lupanari. Una storia arricchente e piacevole da leggere, nonostante in qualche punto sia risultata un po’ farraginosa.

Lettura, in ogni caso, consigliata.

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Chiunque nasce a morte arriva
  • Vitiello, Bruno (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

Rossella Lazzari ha scritto 166 articoli:

Libri della serie "Michelangelo Detective"

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