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Il giornalista RAI Livio Frittella, già autore di alcuni romanzi pubblicati per diversi editori, pubblica per LuoghInteriori, piccola casa editrice di Città di Castello (PG), il suo ultimo giallo intitolato “Agnizione fatale”, sottotitolo “Un giallo in alto mare”. Il sottotitolo si riferisce al fatto che l’ambientazione scelta per il romanzo è una nave da crociera, una variazione sul tema del delitto nei mezzi di trasporto, in stile Agatha Christie, che poi, per ammissione dello stesso autore che la cita più volte, è un po’ il punto di riferimento di Frittella.

L’Hercule Poirot nostrano si chiama Valerio Portenti, è, come si dice in termini tecnici, un savant, ossia una persona che possiede doti intellettuali fuori dal comune. Il nostro investigatore è stato infatti vittima di un incidente che, lungi dal compromettere le sue attività cerebrali, gli ha permesso invece di ottenere straordinarie facoltà. Proprio a causa dell’incidente viene accompagnato costantemente da una psicologa che cerca di studiarne il comportamento. Lorenza Valdi è una sorta di alter ego di Valerio quindi e cerca di tenerne a freno le caratteristiche più esuberanti.

Manco a dirlo, sulla nave da crociera viene commesso un delitto e l’autore, proprio seguendo lo stile di Agatha Christie, ci introduce a uno a uno i personaggi. Ognuno ha ovviamente caratteristiche peculiari e, in fondo, ognuno potrebbe essere stato l’assassino. Solo la mente geniale di Valerio, aiutato da alcuni ospiti della crociera tra cui spicca l’ex poliziotto Greg Ballister, potrà riuscire a smascherare l’assassino.

Questo giallo, particolarmente indicato agli amanti dei classici, pur costituendo un discreto tentativo di costruire un intreccio che rappresenti il classico delitto della camera chiusa (una camera un po’ grande in questo caso), ha alcuni limiti che forse, se evitati, lo avrebbero reso un po’ più scorrevole. Sebbene la trama funzioni bene e l’idea di avere diversi punti di vista che accompagnano l’io narrante di Valerio è una buona idea, il linguaggio e i dialoghi sono forse eccessivamente elaborati e in questo modo si perde un po’ di freschezza e immediatezza che avrebbero reso la narrazione più dinamica. Il vocabolario di Valerio è poi eccessivamente sofisticato e, pur dovendo rappresentare un savant, le continue citazioni aumentano la fatica del lettore. Inoltre, è questo credo sia il limite più rilevante, il delitto avviene dopo più di un terzo del romanzo, contravvenendo a mio avviso a uno dei principi basilari del romanzo giallo.

Tuttavia, si possono intravedere sullo sfondo dell’opera alcune tematiche che sicuramente riusciranno a suscitare l’interesse del lettore. Un paio in particolare hanno stimolato la mia attenzione. In primo luogo, la descrizione dell’incidente e del percorso mentale che Valerio ha dovuto seguire è piuttosto ben fatta e rende giustizia a un argomento oggi assai di moda (in realtà non solo oggi a ben vedere): il mistero delle nostre facoltà mentali e dell’enorme universo inesplorato che ancora sottendono. Il secondo è, tema presente ormai in tutti i romanzi di questo tipo, una dura condanna alla violenza di genere e alle discriminazioni e ai soprusi nei confronti delle donne, fatta in modo non pedante, ma con ironia.

In definitiva, “Agnizione fatale” si merita la sufficienza per una serie di idee che vanno comunque incoraggiate. Apprezzabile la volontà di ispirarsi ai classici del giallo (ho citato esplicitamente, anche perché lo fa l’autore, Agatha Christie, ma vi sono cenni anche ad altri), ben costruita la trama, con la sola eccezione di un delitto che tarda un po’ ad arrivare. Ancora più apprezzabile, anche se come capirete non vi posso svelare nulla, il piccolo colpo di scena finale, che rimane un po’ tra le righe ma ha il suo tratto di originalità. E poi i piccoli editori vanno sempre incoraggiati!

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Articolo protocollato da Giuliano Muzio

Sono un fisico nato nel 1968 che lavora in un centro di ricerca. Fin da piccolo lettore compulsivo di tante cose, con una passione particolare per il giallo, il noir e il poliziesco, che vedo anche al cinema e in tv in serie e film. Quando non lavoro e non leggo mi piace giocare a scacchi e fare attività sportiva. Quando l'età me lo permetteva giocavo a pallanuoto, ora nuoto e cammino in montagna. Vizio più difficile da estirpare: la buona cucina e il buon vino. Sogno nel cassetto un po' egoista: trasmettere ai figli le mie passioni.

Giuliano Muzio ha scritto 161 articoli: