The Warehouse - Rob HartImmaginate di possedere una piccola azienda, vendere e comprare, guadagnare qualche soldo per metterlo da parte e comprarvi quella macchina che avete tanto desiderate. Immaginate poi che arrivi una grande azienda a mettervi i bastoni tra le ruote e che cominci a spadroneggiare sul mercato, colonizzandolo poco a poco.
La vostra attività fallisce, voi finite sul lastrico.
A questo punto non avete che due scelte davanti a voi: lavorare per il nemico oppure terminare i vostri giorni dandovi alla guerriglia urbana, diventando ribelli. È un dilemma terribile, eppure è ben sviscerato nel nuovo romanzo di Rob Hart, dal titolo The Warehouse.
Cloud è la megacorporation che ha preso il sopravvento in un futuro straziato dalle calamità naturali, messo in ginocchio dall’innalzamento della temperatura terrestre. Intere città sono scomparse, ma Cloud ha saputo resistere, fondando decine di città in miniatura (MotherCloud) sparse per gli Stati Uniti dove i suoi dipendenti possano lavorare.
Una situazione quasi idilliaca, messa in questi termini, che è completamente ribaltata grazie ai punti di vista di Paxton e Zinnia, i due protagonisti. Non potrebbero essere più diversi, l’uno ex guardia carceraria, l’altra ex professoressa, ma indispensabili l’uno all’altro per sopravvivere al ritmo frenetico della MotherCloud.
Chi è Gibson, il fondatore di Cloud? Come ha fatto a ottenere tanto potere? E perché tutti devono portare costantemente un orologio al polso, senza il quale non si potrebbe neppure uscire dal proprio alloggio?
Tra segreti e spie industriali, Zinnia e Paxton scopriranno che la grandezza di Cloud ha un prezzo che, più o meno consapevolmente, tutti loro stanno pagando. Ora non resta che capire come spezzare il giogo con cui il mondo si è auto-sabotato.
Già, perché è proprio la gente comune ad aver garantito, senza volerlo, prestigio alla megacorporation.
In un futuro che non appare neppure troppo lontano – ci basti pensare a un mercato sempre meno libero, al problema ambientale che ci affligge – l’uomo si è rovinato con le sue stesse mani, metafora brillante di ciò che sta accadendo oggi alla nostra società moderna. La forza di quest’opera sta proprio in questo, nel volerci aprire gli occhi.
The Warehouse è un romanzo che non si può collocare strettamente in alcun genere: non è propriamente un thriller, sebbene la trama voglia farlo credere, e non è neppure un distopico puro, benché il richiamo a Orwell e il suo 1984 aleggi per tutto il corso della narrazione.
Gli abitanti della MotherCloud sono schedati, seguiti, indottrinati a non tirare troppo la corda nell’eventualità di una punizione. Cloud lavora per sottomettere, soprattutto a livello mentale, in modo tale che nessuno possa anche pensare di scappare.
Da questo punto di vista, è inevitabile fare un richiamo al Grande Fratello e all’abuso di social media di cui siamo testimoni. Una riflessione d’obbligo, uno spunto essenziale per cercare quantomeno di prendere coscienza di ciò che ci sta accadendo intorno.
Rob Hart, in realtà, lancia esche quasi a ogni pagina: tenta di portare l’attenzione sulla situazione ambientale, su quella economica, sulla modernità attuale, sulla schiavitù e la necessità di ribellarsi, rischiando di essere noioso, alle volte.
Il ritmo è veloce e scorre bene, sebbene in alcuni punti vi siano degli evidenti buchi di trama, retta dai suoi pilastri principali, in altre parole Paxton e Zinnia. Le loro voci sono reali, quasi che a parlare siano dei nostri amici o conoscenti.
La caratterizzazione dei personaggi è notevole, ma solo in parte: tutto il loro passato è lasciato vago, fumo e specchi, forse per un possibile seguito. Il background di Zinnia, in particolare, lascia molto a desiderare, malgrado sia un personaggio magnetico in ogni sua azione.
A essere sinceri, devo ammettere che se non ci fosse la narrazione procederebbe in maniera lenta e quasi meccanica.
Intenso nell’intreccio quanto semplice nel trattare i temi sovra citati, The Warehouse ha comunque tutte le carte in regola per conquistarsi un posto nelle vostre librerie. Dopotutto, avete intenzione di aprire gli occhi, vero?

Recensione di Davide Pietrafesa

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The Warehouse: A Novel
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The Warehouse: A Novel
  • Hart, Rob (Autore)

Articolo protocollato da Davide Pietrafesa

Sono Davide, studente fuori sede classe ’98, e mi piace definirmi uno scrittore in erba. Scrivo per esplorare gli infiniti spazi della mente umana; forse è per questo che i miei personaggi sono grigi, cinici e abbastanza problematici. Amo leggere ogni genere di romanzo, macinare pagine e pagine d’inchiostro. Devo questa fortunata passione alla mia famiglia, la quale mi ha sempre incalzato a perdermi tra le righe. Nutro un amore sconfinato per la storia e la scienza, cosa che spesso mi spinge a fantasticare sulla reincarnazione e su come poterne dimostrare l’esistenza. Per il resto, sono un convinto ambientalista, amo l’inverno e la mitologia. Puoi trovarmi su Instagram, segui @_d.have

Davide Pietrafesa ha scritto 23 articoli: