Dopo aver segnalato il nuovo romanzo di Micheal Connelly (“The reversal“), oggi è la volta di Jeffery Deaver con The burning wire, che vede il ritorno in scena di Lincoln Rhyme in un caso sicuramente particolare: il killer a cui deve dare la caccia ammazza le proprie vittime utilizzando l’energia elettrica.
Quando un bus carico di passeggeri viene ridotto a un poltiglia di metallo incandescente dal calore dovuto a una tensione troppo alta, la polizia pensa a un attacco terroristico, ma Rhyme nutre dei dubbi. Assieme ad Amelia Sachs comincia a investigare, e mentre gli attentati si susseguono, conditi da lettere deliranti, la corsa contro il tempo si fa sempre più affannosa.
Le persone muoiono addirittura uccise dalla tastiera del proprio computer o da semplici lampade da tavolo. Tutta New York è presa dal panico.
Il criminologo tuttavia non può seguire il caso al cento percento: deve rivolgere le proprie attenzioni anche a un caso in Messico che vede coinvolto l’Orologiaio, l’unico killer che sia riuscito finora a sfuggirgli, e lo stress dovuto alla doppia consulenza rischia di pregiudicare irrimediabilmente la sua salute e di allontanare da lui i suoi alleati più fidati, proprio quando ne avrebbe più bisogno.
Riuscirà a chiudere le due partite senza dover pagare un prezzo troppo alto?
La risposta i lettori inglesi e americani, l’avranno a giugno. Qua in Italia, invece, ancora non si sa quando…

Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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