Oggi su ThrillerCafe recensito Terra di Nessuno, di Eraldo Baldini: la guerra non ha mai fine nella terra di nessuno.

Titolo: Terra di Nessuno
Autore: Eraldo Baldini
Editore: Sperling & Kupfer (collana Frassinelli Paperback)
Anno di pubblicazione: 2001
Pagine: 181

Trama in sintesi:
Un bosco e quattro reduci della Grande Guerra. Ancora una volta insieme e lontani dal mondo. Il bosco con la sua vita scandisce presto il quotidiano dei quattro amici ma ne diventa anche l’antagonista. Presenze misteriose, forse fantasmi dei giorni del fronte, forse oscure manifestazioni di una bestia mostruosa destabilizzano il rapporto fra i quattro personaggi; mentre, il loro passato e il loro presente è saldamente legato ai ricordi della guerra.

Un tempo quello della guerra che non lascia spazio al nuovo. Lontano dal quotidiano, alla ricerca della vita, l’aeroplano della guerra con le sue strane acrobazie continua a tenere Adelmo, Enrico, Martino e Settimio incollati al tempo precedente, all’odore della morte, e al freddo gelido e tagliente delle trincee. Ai quattro protagonisti che attraversano in un nero silenzio la storia e il romanzo Terra di Nessuno (Frassinelli Editori, 2001), Eraldo Baldini lega anche il lettore che dai fatti, dai ricordi e dal fuso orario della guerra non riesce più a staccarsi. Un romanzo dal sapore contadino, dall’odore acre e dalle tinte nere senza sfumature. Un romanzo senza respiro che si avviluppa nella sua stessa materia, non chiede pensieri, e man mano che si evolve il nero diventa sempre più nero e il respiro sempre meno respiro. I quattro protagonisti, dopo il ritorno a casa dal fronte, per spirito di amicizia e di rispettosa comunione decidono di andare a lavorare alle carbonaie in montagna. Il jet lag di questo viaggio dura un tempo interminabile e le parole, i rumori e anche i suoni della natura diventano metafora di paura nella psiche dei protagonisti. Tutto assume forme e compostezza irreale dal canto degli uccelli ai tronchi degli alberi. “Passò una folata di brezza che fece stormire le foglie, e come se quello fosse stato un segnale, un comando, partì un coro di richiami rochi di uccelli”. Il silenzio della notte, il rumore del vento, due cani morti, sei cadaveri. E di nuovo: notti passate al gelo, la fame che attanaglia e l’attesa dei compagni che non arrivano. “Ci hanno abbandonato qua. Forse Settimio, visto come si mettevano le cose, ha pensato bene di svignarsela e di tornarsene a casa”. Se è vero che nella vita si vive e si attraversa tante volte la “terra di nessuno” allora questa diventa un’altra guerra e l’inferno è solo alla fine della discesa.

Articolo protocollato da Antonietta Meringola



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