Tempo da elfi di Francesco Guccini e Loriano MacchiavelliSarà difficile per Loriano Macchiavelli eguagliare il record di prolificità del 2016, ma questo Tempo da elfi, scritto a quattro mani con Francesco Guccini e pubblicato da Giunti Editore, lo porta sicuramente avanti e, con ancora più di tre mesi alla fine dell’anno, tutto può essere possibile.

Leggendo la sinossi di Tempo da elfi è difficile immaginare, nella veste di autori, una coppia più adatta di quella formata dal cantautore modenese e dallo scrittore bolognese.
E non è certo solo questione di affiatamento, comunque fondamentale, maturato nel corso di ormai vent’anni di scrittura in comune, ma è anche questione di stretta vicinanza geografica e di comunanza di idee.

A questi preziosi elementi che reagiscono formando una potente sinergia si aggiunge anche il dato biografico di Francesco Guccini, che è in grado di arricchire il narrato con una ricca dose di verosimiglianza.
L’autore de L’avvelenata, infatti, pur nato a Modena, ha trascorso a Pàvana, sull’appenino tosco-emiliano, i primi anni della sua esistenza, per poi tornarci a vivere negli ultimi tempi.

E proprio Pàvana si è da tempo trasformata, grazie all’opera dei due, in Casedisopra, il sonnolento borgo di montagna nel quale però accadono spesso fattacci sui quali indagherà Marco “Poiana” Gherardini. E in Tempo da elfi la natura diventa ancora più protagonista, visto che al centro della vicenda c’è un gruppo di persone che ha scelto di vivere proprio nei boschi, in stato di semi-isolamento dal resto dell’umanità.

Ma anche in quelli che sembrano piccoli angoli di Eden si aggira inevitabile il serpente del crimine e, per risolvere l’omicidio che accade in Tempo da elfi, l’ispettore della Forestale dovrà essere disposto a perdersi ancora di più negli amati boschi, così da perdere la strada per trovarne un’altra, quella giusta.

Due caserme sono troppe per la piccola Casedisopra e sia i Carabinieri che la Forestale rischiano di trovarsi con poco da fare se non sorvegliare la trattoria-bar di Benito, quasi nella speranza che accada qualcosa a spezzare la routine.
Ma da qualche tempo c’è più fermento nella zona: da un lato le notizie di un assorbimento del corpo della forestale da parte dell’Arma dei Carabinieri lasciano spazio a ogni tipo di ipotesi e opinione sul futuro, dall’altro c’è il fatto che nella zona sono arrivati degli elfi.

E no, non si tratta né di qualche tipo di fata né dei popoli descritti in tanti romanzi fantasy: questi elfi sono uomini e donne in carne e ossa. O meglio, ragazzi e ragazze, giovani che hanno abbandonato città e metropoli per vivere in piccole comunità sperdute e isolate, fra boschi e montagne. Vestono abiti coloratissimi, calzano sandali di cuoio realizzati a mano e vivono di pastorizia, un po’ di artigianato, agricoltura e raccolta.

Ogni tanto scendono fino a Casedisopra, per barattare e vendere alcuni prodotti e se alcuni sembrano sospettosi nei loro confronti, ad altri questi elfi paiono essere una promessa per il futuro degli Appennini, sempre più deserti e malcurati.

Ma due spari metteranno fine all’idillio: due colpi che echeggiano in un periodo di proibizione della caccia, due spari riservati a un essere umano. Quando il cadavere di un giovane elfo verrà ritrovato in fondo a un dirupo, Marco Gherardini capirà subito di trovarsi di fronte all’indagine più importante della sua carriera, un caso nel quale giungerà a sospettare anche dei suoi amici più cari e vicini.

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Articolo protocollato da Simone Della Roggia

Appassionato di gialli e thriller, della buona cucina, e di bassotti (non necessariamente in quest'ordine). Scrittore a tempo perso, ovvero di notte. Passo molto tempo sui treni italiani, lo inganno leggendo.

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