Spaghetti all’assassina: non è solo il nome di una ricetta appetitosa (specie per chi, come noi, con gli assassini ha familiarità), ma è anche il titolo di un romanzo di Gabriella Genisi (edito da Sonzogno nel 2015), il quinto della serie con la barese Lolita Lobosco, la commissaria in Loubutin, amica di Montalbano e di tanti investigatori letterari molto amati.

“Ci sono storie che cominciano dalle padelle, come i grandi piatti che raccontano una città. E per preparare degli spaghetti all’Assassina come si deve, occorre che la padella sia rigorosamente di ferro, comprata dal negozio di tegami a Barivecchia. Perché solo lì, a essere fortunati, ancora si trova. Ma di questo racconterò più in là”.

Amore e cucina sono, ormai si sa, le passioni più grandi della commissaria Lolì; sono ciò che occupa i suoi pensieri dopo – e talvolta durante – il lavoro. Ma se è facile pensare che il primo possa essere un ottimo movente per un delitto, lo stesso non si può dire per la seconda: di sicuro Lolita non si aspetta che un vecchio e rinomato chef dell’alta cucina possa essere ritrovato morto nel suo locale, per giunta incaprettato. Proprio questa particolare modalità di esecuzione dell’omicidio rimanderebbe a un delitto di mafia ed in particolare a un delitto passionale, d’onore… tuttavia non è facile trovare riscontri a quest’ipotesi in una città più misteriosa, mutevole e ingannatrice di quanto si creda. Se poi aggiungiamo che la vittima aveva una bella fama di sciupafemmine, la vicenda assume contorni piccanti quasi quanto gli spaghetti all’assassina inventati dallo stesso cuoco morto! Ma Lolita lo sa che non bisogna lasciarsi incantare dalle piste facili… o quantomeno dovrebbe saperlo, visto che il suo famoso sesto senso latita e lei rischia di prendere una bella cantonata che, come se non bastasse, crea screzi anche all’interno della sua squadra.

“Sì, ma non saprei dirle altro. Bari è una città così misteriosa.”

“Misteriosa, in che senso?”

“Ecco, è come se esistessero due città, e non mi riferisco alla solita divisione tra Bari e Barivecchia. Esistono altre città oltre a quelle. Due, forse tre.”

“Contestualizzi, la prego.”

“Penso alla Bari del giorno e a quella della notte. La città delle signore ingioiellate, delle chiacchiere e dello shopping che fa il verso alle grandi città del Nord, e la città della notte, pulp e senza freni, violenta ed esasperata. E poi la terra di mezzo, la zona forse più oscura, di cui nessuno sa niente.”

“Due cose mi colpiscono nel racconto di Benallal. La padronanza perfetta del suo italiano e l’analisi di Bari e delle sue facce. Del suo doppio notturno, per esempio.”

Ma gira e volta, osserva e indaga, prima o poi tutto prende la giusta piega: l’assassino è sempre stato lì, insospettabile, ma per individuarlo Lolita dovrà scoperchiare un vaso di Pandora fatto di sofferenze, umiliazioni, abusi che, come sempre, non la lascerà indifferente. E intanto anche le sue vicende personali avranno svolte interessanti e decisive.

Spaghetti all’assassina è un bel giallo, leggero solo in apparenza, che strizza l’occhio al noir mediterraneo; c’è un po’ meno rosa in questa storia e questa nuova nuance piace e giova alla serie. Come sempre si parla di tematiche attuali e profondamente sentite nella società di oggi, lo si fa dal punto di vista interessante, esuberante e originale di una commissaria bella, passionale, coraggiosa e molto, molto umana.

Gabriella Genisi, l’autrice, è nata e vive al mare, vicino a Bari. Oltre a diversi romanzi ha all’attivo due serie, quella con Chicca Lopez inaugurata nel 2019 con Pizzica amara (Nero Rizzoli) e di cui è in programma un secondo libro; quella con Lolita Lobosco giunta all’ottavo romanzo nel 2020, approdata anche in edizione economica Feltrinelli e presto sullo schermo: è in produzione una serie Tv che vedrà Lolita interpretata da Luisa Ranieri.

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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