Solo Dio è innocente - Michele Navarra

Per la collana “Darkside” di Fazi Editore, nel mese di luglio scorso è uscito “Solo Dio è innocente”, di Michele Navarra. L’autore – romano, classe 1968 – è un avvocato penalista di lunga durata, già impegnato su alcune note vicende giudiziarie della storia italiana, come la strage di Ustica o la banda della Uno bianca. Come scrittore è invece l’ideatore di un’interessante serie di romanzi, incentrata sulle vicende del personaggio dell’avvocato Alessandro Gordiani. Dal promettente esordio del 2007 con “L’ultima occasione”, passando attraverso “Per non aver commesso il fatto” (premio “Legal Drama Society” e premio “Albingaunum”) e “Una questione di principio” (premio “Città di Trieste”) fino a “Solo la verità”, “A Dio piacendo” e infine all’attuale “Solo Dio è innocente”, si è affermato ormai come un maestro nel genere del giallo giudiziario (simile al “legal thriller”, se non fosse che il diritto latino è profondamente diverso da quello anglosassone). Lo status gli viene riconosciuto anche dalla “fascetta” sul libro che riporta un apprezzamento del suo collega magistrato barese, nonché scrittore, Gianrico Carofiglio, non a torto considerato un punto di riferimento nazionale proprio in questo genere letterario (al quale si ascrivono – solo per citare qualche autore di livello internazionale – Stanley Gardner, Michael Connelly, John Grisham, Scott Turow).

L’ambientazione di questo romanzo è al tempo stesso esotica e nostrana. Siamo tra Fonni, Gavoi e Orgosolo, nell’entroterra più appartato della Sardegna, nel Gennargentu, tra le alture della Barbagia, vicino gli impianti di risalita di Bruncu Spina e la “cima del cardo”. Qui ancora di fatto vige (o almeno sopravvive) il codice barbaricino, un antico codice comportamentale pseudo-mafioso incentrato su concetti di dignità, onore e vendetta; un codice morale di derivazione pastorale che trova le proprie origini nell’antico banditismo sardo. È dentro questo scenario che dal suo studio di Roma, nell’imminenza delle ferie di agosto, viene catapultato l’avvocato Alessandro Gordiani, il quale – proprio come l’autore – ha due splendide figlie, una Vespa e un amore (poco corrisposto) per l’As Roma. Viene incaricato di difendere un pregiudicato, sospettato di essere l’esecutore dell’efferato omicidio di un ragazzo quindicenne.

Il malvivente, detto su thoppu (lo zoppo), si chiama Mario Serra ed è un uomo spietato, capace di impugnare una doppietta e sparare dritto in faccia a chiunque per questioni da niente, come ad esempio un muretto a secco costruito mezzo metro oltre il dovuto.

Ciò che attende l’avvocato sull’isola è una vecchia faida tra due famiglie rivali (i Serra, appunto, e i Rutzu), che da tempo si combattono in una società rurale, primitiva, omertosa e arcaica, nella quale non si contano più i morti ammazzati e le vendette trasversali, dove le colpe dei padri ricadono in eterno sui figli, perché il sangue versato non asciuga mai né cade in prescrizione. La conduzione del processo penale, che si rivela molto complicato, viene vissuta attraverso gli occhi e le sensazioni dell’avvocato difensore (personaggio riflessivo, dubbioso ma all’occorrenza risoluto), il quale vede messi a dura prova i propri nervi e le proprie convinzioni e si ritrova suo malgrado a condurre profonde riflessioni sulla giustizia, sulla complessità delle dinamiche umane e sulla natura stessa dell’uomo.

Tutte le 240 pagine, suddivise in 39 capitoli (che spesso si avvalgono di un perfetto utilizzo dell’espediente narrativo detto “cliffhanger”) espongono una prosa fluida, evocativa e coinvolgente; una narrazione ritmata e avvincente in cui la suspense afferra li lettore fin dalle prime pagine, per non mollarlo più. Dietro una scrittura sicura, asciutta e morbida, si intuisce l’investimento che l’autore ha fatto sui propri studi e sulle proprie conoscenze: ogni singola parola (dialoghi compresi) è credibile, perché l’autore sta raccontando qualcosa che non soltanto sa raccontare (perché ha il dono della scrittura), non soltanto ha approfondito e studiato, ma ha conosciuto in modo empirico, se non sperimentato sulla propria pelle.

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Solo Dio è innocente: 1
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Solo Dio è innocente: 1
  • Navarra, Michele (Autore)

Articolo protocollato da Leonardo Dragoni

Romano, classe 1974, dottore in scienze politiche con due master e varie esperienze umane e lavorative, si è tardivamente innamorato di scrittura creativa e di narrativa, in particolar modo quella gialla e noir ad ambientazione storica, generi nei quali ha pubblicato due romanzi ("La psicologia del viola", 0111 Edizioni, 2015; "I figli dell’oblio", Clown Bianco Edizioni, 2018 - candidato al premio internazionale Lattes Grinzane).

Leonardo Dragoni ha scritto 59 articoli:

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