sankhara - giancarlo narcisoDi Giancarlo Narciso abbiamo già parlato tempo fa, qui al Thriller Cafè, recensendo il suo “Incontro a Daunanda“. Poiché quel romanzo mi era piaciuto, sono andato a recuperare un altro suo libro: parliamo dunque oggi di “Sankhara – un’indagine di Butch Moroni P.I.”

Titolo: Sankhara
Autore: Giancarlo Narciso
Editore: Fazi
Anno di pubblicazione: 2002
ISBN: 9788881123452
Pagine: 246
Prezzo: € 13,00

Trama in sintesi:
La sensazione che quel cliente dalla faccia da sorcio portasse rogna, Butch Moroni l’aveva provata fin dal primo momento in cui gli aveva parlato. Doveva semplicemente convincere tal Goffredo Nardelli, filosofo new age e fondatore di un circolo che lotta contro la malasanità, a piantarla di cercare di screditare il suo cliente, Vittorio Ubaldi, primario di malattie infettive dell’ospedale di Rovereto. Ma quando il tipo che si sta sorvegliando, giorno e notte, viene ammazzato e Butch scopre che il suo cliente non gli ha raccontato esattamente le cose come stanno, tutto si complica.
(dalla scheda su IBS)

Lo stesso Narciso ha dichiarato che ha scritto questo romanzo per rispondere a due esigenze: la prima, scrivere un giallo vero e proprio, dal momento che i suoi altri lavori non lo erano; la seconda, dimostrare a se stesso di poter ambientare una storia in Italia. Ecco, non so se s’è convinto da solo, ma per quanto mi riguarda entrambi gli obiettivi sono stati centrati. In Sankhara ho trovato miscelati con bravura gli elementi tipici di una detective story di matrice chandleriana con quelli propri di un’italianità che non si esprime solo con una mera collocazione geografica ma che emerge chiara dai personaggi, primo tra tutti Bruno “Butch” Moroni, titolare della No Problem Investigations. Per quanto riguarda il protagonista, in particolare, devo dire che sicuramente ha tutti i crismi del P.I.: lupo solitario, un po’ malinconico e piuttosto disincantato (non dissimile nello spirito dal Rodolfo Capitani presente negli altri romanzi, almeno a mio modo di vedere), Moroni è l’uomo giusto per la storia giusta. Tra scenari di provincia, piccoli movimenti politici e professionisti implicati in traffici illeciti, quest’ultima si dipana agilmente, facendo presa sul lettore non grazie al fascino dell’esotismo ma alla familiarità degli eventi, a un processo di immediata identificazione legato alla consapevolezza che la finzione non è così lontana dalla realtà, che forse certe cose funzionano veramente come sono descritte nel libro.
Ma nonostante la locazione nostrana, non manca nell’opera uno sprazzo di quella profonda conoscenza che l’autore ha del mondo e dell’Asia in particolare, personificata in questo caso da Goffredo Nardelli che qua e là sparge affascinanti briciole di filosofia orientale. Così come non manca quell’ironia – a volte con una punta d’amarezza – che è parte inscindibile dello stile di Narciso, scorrevole e coinvolgente, che mira al sodo senza essere scarno: io l’apprezzo molto, e difficilmente credo scontenterà qualcuno.
Nel complesso giudico Sankhara un’ottima lettura e seppure penso che Incontro a Daunanda stia un gradino più su in termini di intreccio, questo di certo testimonia un’evoluzione dell’autore che non può che creare grandi aspettative per il suo prossimo lavoro. Spero di rivederlo presto in libreria.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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