relic - douglas preston e lincoln childDopo la trasferta di Elvis Cole della scorsa settimana, restiamo a New York per parlare di un romanzo della affiatata coppia formata da Douglas Preston e Lincoln Child. Il titolo scelto oggi è Relic, primo romanzo della loro produzione in duo.

Titolo: Relic
Autore: Douglas Preston & Lincoln Child
Editore: Sonzogno
Anno di pubblicazione: 2003
ISBN: 88-454-2393-X
Pagine: 377
Prezzo: € 5,95

Trama in sintesi:

New York, Museo di Storia Naturale. Sta per essere inaugurata un’importante mostra sulle antichità provenienti dall’Amazzonia: tutto è pronto per il grande evento culturale e mondano. Ma chi, o che cosa, si aggira nei sotterranei del museo, segnalando la sua presenza con un odore di morte che ricorda i miasmi della foresta amazzonica? Un thriller terrificante, in cui la suspense dosata pagina per pagina non dà tregua in un crescendo vertiginoso, sino al sorprendente finale.
(Dalla quarta di copertina)

Comincia con questo libro il fortunato sodalizio tra Douglas Preston e Lincoln Child, che nel Museo di Storia Naturale di New York fanno muovere i primi passi al loro eccentrico agente Pendergast, alle prese con una storia – analogamente alle successive – sospesa tra il thriller puro, speculazioni scientifiche (o fanta-scientifiche), e suggestioni dal sapore a tratti horror. Secondo me i punti di forza del romanzo sono rintracciabili in tre elementi principali: innanzitutto la natura inusuale del nemico da fronteggiare, che comporta sì una fuoriuscita dai confini, a volte stantii, del realistico, ma senza esondare da quelli del possibile. La vicenda, per quanto imperniata su avvenimenti poco probabili, resta pertanto credibile e allo stesso tempo ammantata di un fascino oscuro che ci riconduce a ere mai vissute ma delle quali, da qualche parte, conserviamo memoria sotto forma di ataviche paure. In secondo luogo, da sottolineare è la ricercatezza delle citazioni scientifiche, che spaziano dall’antropologia alla botanica alla paleontologia senza stordire il lettore con inutili divagazioni ma fornendo un solido sostrato al dipanarsi della trama. Infine, la figura – pur se ancora non caratterizzata del tutto – dell’Agente Speciale Pendergast, “eroe” non nuovo in sé (anzi, in più di un aspetto riconducibile a un moderno Philo Vance), ma innovativo nel suo rapporto col contesto in cui si muove, ovvero quello dell’FBI, solitamente popolato di superstressati e melodrammatici personaggi alle prese con serial killer e simili. Da non trascurare pure il finale, piuttosto inaspettato, che pur conclusivo getta le basi per il successivo Reliquary.
Certamente non scevro di difetti, soprattutto nell’impianto narrativo e nella gestione della suspense che in principio è un po’ carente, Relic, a mio parere, è comunque un romanzo che deve essere letto, se non altro per uscire dai canoni soliti di un genere che spesso si muove su sentieri troppo battuti e che invece ben si presta a “contaminazioni” come questa di Preston e Child.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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