Complotto in riva d'Arno - Riccardo Parigi e Massimo Sozzi

timeCrime

Il romanzo si articola su due piani temporali: Passato prossimo (1904) e Passato remoto (1611); le due vicende, che si alternano in capitoli, risultano strettamente connesse.

Passato remoto
All’inizio del 1611 l’ufficiale Saverio Adinolfi è incaricato dal segretario del granduca di Toscana, Belisario Vinta, di recuperare una grande quantità di oro che si trova nascosta presso Panama: è stata derubata a galeoni spagnoli da spregiudicati pirati al servizio dell’ordine toscano di Santo Stefano: l’oro servirà ad aiutare l’imperatore Rodolfo II e a impedire che scoppi un terribile conflitto tra la Lega Evangelica e la Lega Cattolica. L’ufficiale, per affrontare la difficilissima impresa, segue i consigli di Galileo Galilei, in quel periodo al servizio del granduca.
Adinolfi parte da Livorno fingendosi un mercante; tocca le isole di Capo Verde, approda a Cartagena e si sposta poi verso Panama (le due città, Cartagena e Panama, fondate dagli spagnoli, erano importantissime in quanto controllavano il commercio e il flusso di metallo prezioso tra i due oceani).

Passato prossimo.
Le vicende collocate nel “Passato prossimo” hanno come sfondo principalmente la Firenze del 1904. Una Firenze che sta vivendo profonde trasformazioni e in cui si muove una grande varietà di personaggi: socialisti rivoluzionari, convinti nazionalisti come Enrico Corradini, seguaci delle teorie di Lombroso, occultisti.
Due delitti insanguinano la città, nell’ottobre del 1904, mentre le forze dell’ordine attendono con trepidazione la visita del sovrano inglese Edoardo VII, che governa il più grande impero coloniale della terra. Viene uccisa una spia al soldo della polizia fiorentina e una nobildonna, la Marchesa Caterina Borelli.
Le indagini sui due assassini sono affidati al commissario Ulisse Bellandi e a un giovane vicecommissario, Alessandro Nocentini (un poliziotto particolare: è stato allevato presso l’Ospedale degli Innocenti; è dunque un trovatello, ha studiato grazie all’aiuto di una facoltosa famiglia; è entrato in polizia dimostrando notevole ingegno; ha però un carattere chiuso, introverso, e soffre talvolta di una particolare forma di epilessia). A un certo punto si comprende che i due assassinii sono collegati a un micidiale complotto organizzato da agenti “tedeschi” per sopprimere il sovrano inglese.

Insomma un romanzo in cui si mescolano avventura e situazioni tipiche del poliziesco classico e della spy story: sullo sfondo, un rocambolesco viaggio verso il Nuovo Mondo, compiuto circa un secolo dopo la scoperta dell’America, e una Toscana di primo Novecento, descritta con dovizia di particolari e un linguaggio che hanno il preciso scopo di far rivivere le atmosfere fiorentine, e non solo, di quel periodo.

Informazioni sul volume

Titolo: Complotto in riva d'Arno
Autore: Riccardo Parigi e Massimo Sozzi
Editore: timeCrime Fanucci
Anno: 2015
Pagine: 284
Prezzo: e-book 4,99 euro; volume 9,90 euro

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Gli autori

Riccardo Parigi e Massimo Sozzi scrivono in coppia romanzi gialli da molti anni. Hanno pubblicato presso Mondadori e Hobby & Work. Loro racconti sono apparsi su antologie uscite per Perdisa, Mondadori, DelosBook, Robin, Hobby & Work. Hanno vinto il “Gran Giallo Città di Cattolica” e due edizioni del premio “Ghostbusters” curato da Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Il loro sito è http://parigisozzi.wordpress.comRiccardo Parigi e Massimo Sozzi scrivono in coppia romanzi gialli da molti anni. Hanno pubblicato presso Mondadori e Hobby & Work. Loro racconti sono apparsi su antologie uscite per Perdisa, Mondadori, DelosBook, Robin, Hobby & Work. Hanno vinto il “Gran Giallo Città di Cattolica” e due edizioni del premio “Ghostbusters” curato da Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Il loro sito è http://parigisozzi.wordpress.com

A proposito dei testi di Parigi&Sozzi è stato scritto:
Anno domini 1799: «Fa piacere ritrovarsi tra le mani un giallo classico, teso ma anche ironico …» Sergio Pent in Tuttolibri (“La Stampa”)
Galileo e il mistero dello smeriglio: «un intrigante giallo della “camera chiusa” avanti lettera, ambientato nel 1620» (“La Nazione”)
Neronovecento: «Gaggio… un bel racconto di Parigi e Sozzi» (“La Repubblica”)


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