Piccoli criminiLa recensione di oggi è dedicata a Piccoli crimini, di Dave Zeltserman, autore da più parti accostato a icone del genere quali Jim Thompson e James M. Cain. Non ne avete ancora sentito parlare? Sono convinto che dopo aver letto la mia impressione correrete a cercarlo…

Titolo: Piccoli crimini
Autore: Dave Zeltserman
Editore: Fanucci
Traduttore: Olivia Crosio
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 264

Trama in sintesi:
“Nove anni fa ero sommerso dai debiti di gioco. Dovevo un sacco di soldi a Manny. Lo ripagavo come potevo, ma non era mai abbastanza e lui mi teneva sotto pressione. Dovevo a tutti i costi svincolarmi, e mi misi a scommettere cifre sempre più alte con quello che rubavo nel deposito reperti della polizia. Lo sceriffo della contea di Bradley, Dan Pleasant, il poliziotto più corrotto che avessi mai conosciuto, venne a sapere che Phil aveva scoperto alcuni documenti contraffatti da me e stava costruendo un caso per portarmi in tribunale. Ero fatto niente male, la notte in cui entrai nell’ufficio di Phil. Trovai subito il documento che mi comprometteva. Stavo versando benzina dappertutto quando arrivò lui. Ci guardammo in faccia. Lui sapeva cosa avevo in mente, e avrebbe dovuto darsela a gambe e chiamare la polizia. Invece cercò di fermarmi. Phil è un omone. Al liceo era un difensore di tutto rispetto e aveva giocato anche al college, ma io combattevo per la vita. Forse ero anche fuori di testa pervia della coca e dell’adrenalina. Riuscii in qualche modo ad atterrarlo e presi un tagliacarte dalla scrivania. Devo averlo colpito con quello. A essere sincero di questa parte ho solo un ricordo confuso. Ricordo che però a un certo punto Phil aveva smesso di muoversi. Gli smontai di dosso, accesi un fiammifero e aspettai che il fuoco si propagasse, poi me ne andai.”

Qualche criticone direbbe che Zeltserman bara alla grande in questo libro. Qualche criticone. Non rivelo su cosa, sarebbe uno spoiler troppo grande e mi mandereste tutti a quel paese, ma lasciatemi dire: “Bara? Sì. Ma chissenefrega!” Ora non so se la mia prossima affermazione sgombrerà il campo da ogni dubbio, ma tant’è: questo è un romanzo che se esistesse una dicotomia certa tra libri belli e libri bellissimi, starebbe in quelli favolosi. Una storia che è intrisa di un senso di sconfitta costante, dalla prima all’ultima pagina. Non c’è redenzione, per Joe Denton. Ha pagato il debito con la giustizia ma solo sulla carta. Non certo per la sua sfigurata nemesi, il procuratore Phil Coakley, né per i suoi concittadini che trovano gradevole la sua presenza nei paraggi quanto un brufolo sulle chiappe, né addirittura per la sua stessa famiglia: moglie scappata assieme alle figlie, genitori che lo accolgono in casa come fosse una cassetta piena di pesce guasto di cui disfarsi quanto prima.
Eppure, nonostante l’ostilità che lo circonda, Joe vorrebbe ricominciare da capo, gettarsi alle spalle il passato, lasciar sbiadire in qualche modo la macchia che gli imbratta l’anima. Ma non può. Perché il passato, soprattutto se è sporco e pericoloso, torna sempre. E con un carico di guai grossi quanto una portaerei e urgenti come una vescica da svuotare dopo sei lattine di birra. E così Joe si ritrova a dover scegliere tra la sua esistenza fisica e quella morale. Insomma, poco da scegliere. Ma per quanto sembri che il suo slancio etico sia sincero e convinto, le sue decisioni apparentemente sofferte sono in realtà comode e marce, sostenute soltanto da falsi autoconvincimenti.
E’ un continuo e reiterato perdersi, quello di Joe, fino alla fine, quando ormai scampato alle minacce di morte causando quelle di altri, si vede imporre dal padre una chance di purificazione. E allora tanto vale abbracciarla e compiere un passo – forse l’unico e di certo tardivo – verso quella redenzione mai cercata davvero.
Un romanzo, Piccoli crimini, che mi ha fatto scoprire uno Zeltserman degno di stare a testa alta tra i grandi del noir. Trovate il modo di leggere questo libro, sarà una dei migliori regali letterari che potreste farvi.

Per concludere segnalo anche un’interessante intervista a Zeltserman pubblicata non molto tempo fa su Latelanera.com.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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