Andrew VachssE’ passato tanto tempo da quanto ho intervistato Andrew Vachss qui su Thriller Café. L’intervista aveva anticipato l’uscita di The Getaway man per Fanucci, e doveva essere seguita a non molta distanza dalla pubblicazione sulle nostre pagine di un suo racconto inedito, Passage to Paradise, poi mai comparso sul sito.
Oggi finalmente rimedio, ringraziando Cecila Lavopa per la collaborazione alla traduzione.
Buona lettura!

Aldilà del confine c’è tutto quello per cui hanno pregato. Per cui hanno pregato, non chi hanno pregato. Il confine non è un ingessato sepolcro; è una porta per il paradiso. La mia vita è portarli al confine. Pregano Dio ma non possono vederlo. Pregano per il confine ma non possono vedere nemmeno quello.
Il confine è una linea su una mappa – non un lavoro di Dio. Non c’è fiume da attraversare a nuoto, né una montagna da scalare. E’ esattamente lo stesso da entrambi i lati. Quelli che attraversano il confine non lo fanno perché vogliono conquistare il palazzo dall’altra parte. Sognano solo di prendersi cura delle sue terre. Curare le terre fa guadagnare quelle chiamate dai conquistatori, senza ironia, “paghe dello schiavo”. Ma d’altra parte, tali paghe trasformano le vite.
Un uomo può essere guidato come un mulo se ogni giorno porta la sua famiglia più vicina alla Gloria. E’ un eroe – mantiene e protegge. Un uomo può essere guidato come un mulo se ciò significa che i suoi figli non saranno mai mendicanti e sua moglie non venderà mai il suo corpo per nutrirli. Un uomo può essere guidato come un mulo se ciò vuol dire che la generazione successiva salirà più in alto della precedente, perché ognuna ha cominciato da un punto più alto.
La moglie di un uomo che getta le fondamenta per la sua famiglia attraverso il suo lavoro usurante, sarà l’invidia delle altre in paese. Qualsiasi grasso, vigliacco ubriaco può raccontare grandi storie ma non farà mai grandi cose. Fanno figli, ma cosa significa? Un cane può fare cuccioli. Per un uomo che pone le fondamenta per la sua famiglia, un giorno o l’altro, il suo che nome significherà qualcosa. Anche se lui morisse nel tentativo, sarà per sempre onorato come un uomo.
Non sono un coyote. Quelli che mi affittano non sono stipati in un camion senza aria, abbandonati al primo segno di pericolo. Io sono un guerriero, non un corriere. I sognatori mi pagano per combattere. E per garantire che non siano mai e poi mai presi vivi. Tutti sanno cosa succede a chi viene catturato dai banditi.
Alcuni fanno attraversare i sognatori ed aspettano di esser pagati con i soldi che spediscono poi dall’altro lato. Io non posso fare così. Devo essere pagato in anticipo. Il più delle volte, devo assicurarmi che non vengano presi vivi. Come mi potrebbero pagare allora? A volte passano anni prima che porti una persona dall’altra parte.
Il camion che uso è nuovo. Ma il business qui esiste da prima che ci fossero camion.  Questo è ciò che la mia famiglia fa – quello che abbiamo sempre fatto.
Guido di notte senza luci. I rumori del camion viaggiano ancora attraverso le tenebre, ma non così lontano come il suono delle mie armi.
Gli spari nel deserto non portano significato.
Il mio camion è camuffato ma sventola una bandiera. La bandiera della mia famiglia, in cima all’antenna. I banditi conoscono quella bandiera.
I banditi vicino al confine sono mangiatori di carogne. Ci sono sempre altri camion, prede più facili. Hanno paura della bandiera della mia famiglia.
Io porto i gli attraversatori al passaggio, ma non li seguo mai attraverso di esso. In ogni viaggio di ritorno, prego che trovino il loro Paradiso.
A volte piango perché li ho dovuti spedire in Paradiso io stesso.
Il mio figlio maggiore è quasi dodicenne. Presto inizierà a viaggiare con me. Il mio nome vivrà attraverso di lui, come quello di mio padre fa attraverso me.
Ogni volta che trasporto coloro che cercano il Paradiso, lo trovo per me stesso.

© 2009 Andrew Vachss. Ripubblicazione di questa traduzione consentita solo parzialmente e linkando la fonte e l’originale.

Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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