Viviana Giorgi ci parla oggi di Le verità oscure, film atteso in Italia a marzo.
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Negli Usa è uscito il 29 gennaio scorso, da noi non lo si vedrà sino al 19 marzo. Parlo di Edge of Darkness (Le verità oscure), in cui Mel Gibson torna a portare distintivo e pistola. Il film è tratto dall’omonima miniserie prodotta dalla BBC negli anni’80 e ha come regista lo stesso Martin Campbell (Casino Royale), che firmò anche gli episodi televisivi. L’azione dall’Inghilterra si sposta negli Usa, a Boston, dove il detective Thomas Craven si incontra con la figlia Emma (Bojana Novakovic) alla stazione. La ragazza non sta bene, e Tom decide di portarla prima a casa – vomita e perde sangue dal naso – poi all’ospedale. Ma mentre sta per uscire dalla porta qualcuno grida Craven! e spara. Emma cade a terra, morta.
Era veramente destinata a Tom la pallottola che ha colpito la figlia? Così si vorrebbe far credere, ma più Tom indaga, più scopre particolari inquietanti che riguardano la vita di Emma, descritta come una pericolosa attivista ambientale, e un complotto ad altissimo livello. Le cose, ancora una volta, non sono come appaiono. Mentre le indagini di Tom si avvicinano sempre più alla sconvolgente verità, entrano in ballo la CIA e dei very bad guys che hanno il compito di cancellare quello che l’opinione pubblica non deve sapere. Ad esempio cosa ci facevano dei cadaveri nel lago presso i laboratori della Northmoor International’s Nuclear Facilities, dove si maneggia materiale radiottivo.
Sono contenta che Mel Gibson sia di nuovo in un ruolo d’azione, anche se nero e cupo come questo, perché è quello che a mio avviso veste meglio. In realtà siamo ad anni luce da Arma Letale, il passo è lento e l’azione non è solo pistole spianate e cazzotti sul naso. Per non parlare dell’happy ending, che non è proprio di casa. Preparate i fazzoletti.

Articolo protocollato da Viviana Giorgi

Un tempo andavo soprattutto al cinema. Oggi soprattutto leggo. Solo in inglese, perchè è la lingua degli action thriller, il mio genere. Non sopporto più i vari procedural, né i legal o court thrillers, né le vecchiette inglesi coi loro pizzi. Se l'azione latita, il libro non fa per me. Se non si spara e non ci si prende a botte, il libro non fa per me. Se l'eroe (o l'eroina) non sono sufficientemente tormentati dai fantasmi del loro passato, il libro non fa per me. I miei autori preferiti (al momento) sono Lee Child, Andy McNab e Robert Crais. Sono entrata in questo Café per scroccare una birra al barman. Era buona, quindi ci sono tornata. Anche per aiutarlo a farne il thriller joint più noto del web. Sono presuntuosa, giornalista e tifo Milan.

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