Una nuova recensione oggi su ThrillerCafe: Cristiano Idini ci parla di Le perfezioni provvisorie, di Gianrico Carofiglio.

Titolo: Le perfezioni provvisorie
Autore: Gianrico Carofiglio
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 336

Gianrico Carofiglio ritorna con la creazione letteraria che gli ha dato successo e popolarità: l’avvocato Guido Guerrieri, penalista per caso e uomo tormentato, professionista umano ed eticamente onesto quel tanto che basta da renderci chiaro, laddove già non lo fosse, che si tratta proprio di un personaggio di fantasia.
Stavolta la storia non si svogle nelle aule di tribunale, e infatti Le perfezioni provvisorie più che un legal thriller all’italiana (come i precedenti) è una specie di whodunit, ovvero un romanzo strutturato come una detective story. Una ragazza è scomparsa, le indagini delle forze dell’ordine sono arenate su un nulla di fatto, e i genitori di lei sanno che ben presto il caso verrà abbandonato. Decidono dunque di rivolgersi a Guerrieri per il tramite di un altro avvocato, e di chiedergli di indagare per suo conto al fine di trovare qualche elemento da suggerire al Pubblico Ministero per la prosecuzione delle indagini. Guido inizia così quella ricerca a ritroso per ricostruire gli ultimi giorni di vita della ragazza, entrando a passi felpati nel mondo di lei e dei suoi amici e scoprendo inevitabilmente molto più marcio di quello che appare in superficie.
Ma come molto spesso accade nelle storie di Guerrieri, scavare nelle vite degli altri significa scavare anche nella propria, dunque ecco spuntare numerosi ricordi di un passato un po’ destrutturato che si prova ad aggiustare alla luce del presente, così da dargli un senso. Guido che pensa alla scelta molto casuale di iscriversi a giurisprudenza, Guido che tenta senza entusiasmo né successo il concorso in magistratura, Guido che diventa avvocato chiedendosi quanto ci sia di onesto nel difendere i colpevoli (rispondiamo noi: assolutamente nulla), Guido che non capisce un acca delle donne. Tutto molto affascinante e introspettivo, ma forse un po’ troppo scollato dalla trama principale, con questi saltellanti flash back fini a se stessi di cui Carofiglio riempie la storia e che spingono il lettore a chiedersi quale nesso mai abbiano con il presente della narrazione (la risposta è: nessuno; ma forse è solo la puntigliosa sottolineatura di un nerd delle tecniche del racconto quale è l’estensore di questa recensione…).
Al di là di questo, la trama è ben congegnata; e persino la banalità del finale (e di qualche sviluppo erotico) è smorzata dal logico incedere dei fatti. Carofiglio è troppo esperto di cose giudiziarie per non sapere quanto improbabile sia un avvocato che si mette a fare l’investigatore privato, ed è bene attento a non cadere nei facili clichè di un genere sin troppo caricaturato, facendo fare a Guerrieri progressi lenti ma credibili.
Il tutto naturalmente messo in scena con lo stile asciutto ed essenziale, vagamente ironico e immodestamente competente che caratterizza la penna dello scrittore/magistrato/senatore. I dialoghi sono realistici e verosimili, e danno al libro un ritmo sostenuto quanto basta per farci desiderare di andare avanti a girar pagina.
Il che, per un romanzo di genere, non è affatto un risultato scontato.

Cristiano Idini

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Articolo protocollato da Cristiano Idini

Magistrato Onorario alla Procura di Sassari, scrittore per passione e diletto, grande divoratore di libri e fumetti. Non necessariamente in quest'ordine.

Cristiano Idini ha scritto 30 articoli: