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L'affare Donnolo - Pietro MatinoIl thriller di ambientazione archeologica è un filone che vanta illustri esempi, partendo dall’intramontabile Relic di Preston e Child e andando al memorabile esordio di Tom Knox con Il segreto della genesi, senza tralasciare ovviamente la vasta produzione di James Rollins.

In questo ambito si colloca anche il romanzo di Pietro Matino che segnaliamo oggi: L’affare Donnolo, un libro in cui la narrazione verte attorno all’intersezione di due storie vere di diversa datazione. Da una parte una ricerca sul linguaggio degli anni ’80 del secolo scorso di Majorie LeMay della Harvard School e gli studi di un sapiente ebreo vissuto in Puglia nell’Alto Medioevo, Shabbatai Donnolo.

Medico di professione con un forte impegno in volontariato, Matino si è affacciato al romanzo storico già con Il segreto della cripta messapica (Ciesse Edizioni) e ha dato alle stampe questa sua nuova fatica per i tipi della Giovane Holden Edizioni, dopo essere stato finalista l’anno scorso del noto e omonimo premio letterario.

Ma di cosa tratta esattamente L’affare Donnolo? Ecco una sintesi della trama.

Perugia, 1985. Un gruppo di giovani studiosi è impegnato a reperire teschi umani fossili per raccogliere informazioni scientifiche sulle origini del linguaggio attraverso la comparazione dei reperti. L’esame progressivo dei frammenti di teschio rivela uno strano messaggio metafisico, ma anche un legame con studi simili compiuti da Shabbatai Donnolo.

Vissuto in Italia Meridionale nell’Alto Medioevo, Donnolo fu uno degli scienziati più eminenti del suo tempo: medico, farmacologo, astronomo, ebraicista. Scrisse libri di alto valore scientifico e filosofico, tra i quali un trattato di terapia medica e un saggio sul mistero della vita e della morte. Si riteneva che egli avesse decifrato il linguaggio di Dio, che conoscesse il segreto dell’immortalità, per questo in molti attraverso i secoli cercarono di appropriarsi dei suoi scritti, convinti di ottenere in tal modo un potere sovrumano.

Cosa hanno a che fare i teschi con lui? L’interrogativo resta senza risposta anche perché la ricerca è ben presto funestata dall’assassinio del professor Nardi, guida del gruppo.

Unico testimone oculare è un ragazzo autistico che si chiude subito dopo in un silenzio assoluto che non dà alcun aiuto agli inquirenti. L’ispettore Ugo Rosati dovrà così districarsi tra latrati di cani inesistenti, frammenti di coccio su cui compaiono segni indecifrabili e una misteriosa contessa.

Thriller con note che si avvicinano al gotico e al sovrannaturale, L’affare Donnolo è sicuramente un libro che può interessare agli amanti dei misteri del passato e a chi apprezza storie alla Glenn Cooper. Se volete un estratto per farvi un’idea anche dello stile narrativo dell’autore, vi lasciamo un passaggio qui sotto.

“C’è qualcosa che non capisco di questo Donnolo” esordì Marta fissando il tavolo. “Che senso ha studiare tanto e fare scoperte importanti per tenerle poi nascoste? Perché non farle conoscere a tutti se sono per il bene dell’umanità?”

“Perché c’è di mezzo il mistero della vita e della morte, e così Donnolo avrà temuto che il risultato delle sue ricerche cadesse nelle mani sbagliate, cioè dei malintenzionati, come diceva Diotallevi, desiderosi di fare i propri interessi anziché quelli dell’umanità.”

“Ma perché non distruggere tutto, allora, invece di lasciarne traccia in giro, oltretutto in forma così misteriosa e difficile da capire?”

“Donnolo avrà ceduto alla vanità, Marta. Probabilmente non gli piaceva l’idea di distruggere tutto e si è divertito a lasciare ai posteri tutta la verità sotto forma di enigma: un messaggio in codice sulle origini dell’uomo e del mondo in generale. Una specie di equazione della vita, insomma; chissà se qualcuno ci crede ancora a queste cose!”

“Forse lo stesso Donnolo ci ha creduto” disse Marta, con sguardo ammiccante. Bevve un ultimo sorso di caffè e posò la tazzina sul tavolo; osservò il frammento di stele e lo sfiorò lentamente con le dita. “Che buffo, però: se è vera la tua ipotesi del messaggio ai posteri, dobbiamo dedurre che noi e Diotallevi dovremmo essere…”

“I posteri.”

“Ma è assurdo! Come si può pensare di trasmettere un messaggio del genere, in mezzo a tanti misteri, per farlo arrivare chissà quando alle persone giuste che dovrebbero poi anche interpretarlo nel modo giusto?”

“Stravaganza e follia dei geni, Marta. Solo Donnolo poteva pensare a un’impresa così difficile; ma ci sta riuscendo, a quanto pare.”

Articolo protocollato da Simone Della Roggia

Appassionato di gialli e thriller, della buona cucina, e di bassotti (non necessariamente in quest'ordine). Scrittore a tempo perso, ovvero di notte. Passo molto tempo sui treni italiani, lo inganno leggendo.

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