La carezza dell’uomo nero è il thriller d’esordio di Sabine Thiesler: 400.000 copie vendute in Germania e ora tradotto anche in Italia per Baldini Castoldi Dalai. Lo recensiamo oggi su ThrillerCafé.

Titolo: La carezza dell’uomo nero
Autore: Sabine Thiesler
Editore: Baldini Castoldi Dalai
Anno di pubblicazione: 2010
Traduttore: Helga Rainer
Pagine: 511

Trama in sintesi :
Berlino, 1986. Benny non trova il coraggio per far firmare due brutti voti alla madre e salta la scuola. S’imbatte in due ragazzi che vogliono derubarlo. Alfred lo aiuta, prima di sequestrarlo e ucciderlo. Il corpo del bambino viene rinvenuto in una casupola fuori città: è seduto compostamente a un tavolo,  i capelli pettinati con cura sulla fronte. Gli è stato strappato il canino destro superiore, post mortem, come a Daniel, tre anni prima, e come accadrà a Florian, tre anni dopo.
La polizia brancola ancora nel buio quando, inspiegabilmente, la serie degli omicidi si interrompe.
Toscana, 1994. Durante le vacanze di Pasqua, Anne e Harald vivono l’incubo peggiore di ogni genitore: loro figlio Felix scompare nel nulla e a loro non resta che tornare in Germania. Toscana, 2004. Ancora tormentata dal dolore, Anne ritorna nel luogo in cui Felix è sparito. Acquista un rudere da un uomo affabile e carismatico, e ne fa la sua base per la ricerca di indizi su cosa sia successo, ma dopo dieci anni tutto sembra perduto.

Il tema del serial killer pedofilo è di certo particolarmente disturbante e difficile da affrontare. Sabine Thiesler lo approccia con sensibilità tutta femminile, e il risultato è così un romanzo si concentra più sui sentimenti che sulla suspense che di solito contraddistingue gli psycho-thriller con protagonisti assassini seriali. Evitate giustamente le descrizioni dettagliate degli omicidi dei bambini, la narrazione trova la sua forza nella dimensione interiore dei personaggi. L’autrice si sofferma sui dolori dei genitori, sulle paure e le speranze delle piccole vittime, sui ributtanti pensieri del “mostro”, caratterizzato a mio parere con ottima efficacia nei particolari che danno rilievo alla sua natura sociopatica: dall’abilità nel mentire alla totale indifferenza verso il prossimo, dagli atteggiamenti manipolativi all’ossessione per la perfezione.
Pur con una trama in fondo poco articolata, le 500 pagine che compongono il romanzo si rivelano funzionali alla storia e la Thiesler riesce a gestire i tanti salti temporali e di punti di vista senza confondere il lettore, per condurlo verso l’epilogo che non è consolatorio ma quantomeno “giusto”. Nonostante la mancanza di un ritmo serrato “La carezza dell’uomo nero” si legge quindi con rapidità e alla fine del percorso lascia la triste constatazione che – pur essendo l’opera di fiction – là fuori purtroppo c’è davvero del Male in agguato.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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