Ogni tanto riprendere bei libri pubblicati qualche anno fa non è un male: oggi tocca a In fondo alla palude, il romanzo con cui Joe Lansdale si aggiudicò nel 2001 il Premio Edgar, edito in Italia prima nei Gialli Mondadori col titolo de Sotto gli occhi dell’alligatore e quindi ripubblicato nel 2004 da Fanucci e ancora nel 2010, con nuova traduzione di Luca Conti.
Un libro che se ancora non avete letto fareste bene a recuperare…

Titolo: In fondo alla palude
Autore: Joe R. Lansdale
Editore: Fanucci
Traduttore: Luca Conti
Anno: 2010

Il Texas di Joe Lansdale è un Paese crudele e senza cuore, un luogo in cui si concentrano tutte le bassezze e le qualità peggiori del genere umano e dove, se vuoi sopravvivere, devi mettere da parte i tuoi sogni e lasciarti alle spalle i momenti felici e spensierati dell’infanzia. “In fondo alla palude” è ambientato durante uno dei periodi più tristi e complicati per gli Stati Uniti: la Grande Depressione. Lo scrittore texano scrive il suo romanzo migliore e rende omaggio, rileggendolo a suo modo, a “Il buio oltre la siepe”, un classico della letteratura americana (palesi sono le somiglianze con i personaggi del romanzo di Harper Lee: dal padre-eroe disposto a tutto pur di difendere i propri ideali al finale dove i bambini devono affrontare da soli un pericoloso criminale).

Il Sud che fa da sfondo al romanzo è un luogo arretrato culturalmente e finanziariamente, prostrato dal difficile momento economico e dalle tremende tempeste di sabbia che stravolsero i raccolti degli Stati Meridionali ed ispirarono una splendida canzone di Woody Guthrie. E’ in questo periodo che vive la sua infanzia Harry, il protagonista della storia, un ragazzo sveglio ed intelligente ben presto vittima della violenza cieca e del male quotidiano di cui gli uomini sono capaci.

I cappucci bianchi del Ku Klux Klan, un serial killer che si nasconde dietro una maschera di normalità, cadaveri straziati senza pietà e perfino l’Uomo-Capra, un misterioso e spaventoso personaggio che probabilmente è l’incarnazione stessa di Belzebù, fanno da contorno alla vicenda. I protagonisti sono maltrattati pesantemente dall’autore e alla fine sono tutti costretti con violenze e torture fisiche e psicologiche a piegarsi e rinunciare ai proprio ideali. Lansdale scrive queste storia grondante dolore e sangue con un inchiostro nero e colmo di amarezza, riuscendo comunque a far trasparire da tutta questa oscurità opprimente e a tratti inquietante, dei piccoli attimi di lucente speranza. Sarà proprio questa inspiegabile fiducia nel Bene e nell’Uomo a far ripensare ad Harry, ormai vecchio e stanco, a momenti così tremendi da non poter essere creduti e fargli rimpiangere il passato pregando che arrivi presto la Nera Signora per riportarlo lì dove tutti lo stanno aspettando.

Il romanzo di Lansdale si legge in un soffio e riesce a strappare sorrisi amari nonostante la scia di cadaveri martoriati e in decomposizione. Temi seri e ancora attuali come il razzismo e la violenza sulle donne sono trattati e descritti attraverso gli occhi di un ragazzo che non riesce a capire come persone comuni che incontra e saluta ogni giorno, possano trasformarsi in bestie feroci. E’ proprio questo il pregio di “In fondo alla palude”: raccontare il mondo dal punto di vista di un bambino ed essere perfettamente credibile. La bravura di Lansdale è in quelle pagine in cui tutti possiamo riconoscerci, sospirando un piccolo rimpianto per un tempo che non potremo vivere mai più.

Agostino Di Sciullo

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