Bentornati al Thriller Café! Oggi ci spostiamo in Polonia con il nuovo romanzo dello scrittore Remigiusz Mròz, pubblicato da Editrice Nord. Quindi mettetevi comodi e servitevi un dito di vodka ghiacciata mentre iniziamo a raccontarvi la trama.

Damian Werner chiede alla sua fidanzata Ewa di sposarlo in un vecchio pub, sul lungofiume della città di Opole. Le infila l’anello al dito e il coronamento della loro lunga storia d’amore, iniziata dalla prima adolescenza, è ormai dietro l’angolo. I due innamorati sono ebbri di felicità e si avviano verso casa, ma… dietro l’angolo c’è un gruppo di uomini che pestano a sangue Damian e violentano la ragazza davanti ai suoi occhi. Quando il giovane si risveglia in ospedale, di Ewa non c’è traccia: è sparita nel nulla.

Passano dieci anni: il tragico evento ha segnato Damian per sempre. Ha abbandonato l’università e vive una vita tranquilla e apatica, scandita dai turni da cameriere e da infinite partite ai videogiochi. Un giorno, però, il suo migliore (e unico) amico lo chiama concitato: ha visto su Facebook una foto della sua fidanzata, in mezzo al pubblico di un concerto. I fantasmi del passato riprendono vita all’improvviso, e per Damian inizia una ricerca disperata del suo amore perduto. Dietro consiglio del suo amico, assume un’agenzia investigativa e una donna enigmatica, Kasandra, lo contatta tramite una chat criptata. Kasandra è la moglie del proprietario dell’agenzia, un uomo che nasconde un lato oscuro e violento.

Passo dopo passo, Demian si addentrerà in un gioco mortale in cui niente è come sembra e in cui “non fidarti di nessuno” è l’unica regola.

Dopo la trama, un consiglio: non iniziate questo libro se avete cose importanti da fare, perché una volta lette le prime pagine non riuscirete più a staccarvi. L’autore dissemina con malizia i colpi di scena alla fine dei capitoli, agganciando il lettore in modo davvero magistrale. Lo stile è limpido e immediato, le frasi corte e secche. Non aspettatevi voli pindarici, ma piuttosto una macchina narrativa ben oliata che corre come un treno fino all’ultima pagina.

La suspense e la tensione non mancano di sicuro, ma la conclusione della storia e la soluzione dell’enigma mi sono sembrate un po’ scricchiolanti. Certo, la sospensione dell’incredulità è la prima cosa che si richiede al lettore di un’opera di fiction, ma in questo caso mi sembra che Mrosz vada un po’ troppo oltre, utilizzando alcuni espedienti davvero improbabili e degni di una storia di Diabolik. Alla fine, tutti i pezzi del puzzle si incastrano, ma il disegno complessivo (almeno a mio giudizio), non convince troppo e lascia un po’ delusi.

Ciò non toglie che “Il labirinto delle Ombre” sia una lettura estremamente divertente e piacevole, che mi sento di consigliare a chiunque cerchi un po’ di evasione con una lettura immersiva e non troppo impegnativa. Tra le righe, però, l’autore affronta anche un argomento grave come quello della violenza sulle donne, di cui ogni anno sono vittime tra le settecentomila e il milione di polacche.

Remigiusz Mroz è nato a Opole nel 1987, dove affianca la scrittura alla sua professione di avvocato. Ha all’attivo un numero impressionante di romanzi pubblicati in Polonia, molti dei quali si sono rivelati dei best seller a livello nazionale. “Il labirinto delle ombre” è il primo romanzo di Mroz tradotto in italiano e sarà presto tradotto in tutta Europa.

Buona lettura!

Articolo protocollato da Gian Mario Mollar

Classe 1982, laureato in filosofia, Gian Mario Mollar è da sempre un lettore onnivoro e appassionato. Collabora con siti e riviste di ambito western e di recente ha pubblicato I misteri del Far West per le Edizioni il Punto d’Incontro. Lavora nell’ambito dei veicoli storici e, quando non legge, pesca o arranca su sentieri di montagna.

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