Il gioiello che era nostro di Colin DexterGrazie a Sellerio Editore torna nelle librerie uno dei più grandi e importanti esponenti del più classico giallo inglese contemporaneo, Colin Dexter, e lo fa con una delle sue indagini più appassionanti e difficili, Il gioiello che era nostro.
Dexter mette il suo personaggio preferito, l’ispettore capo Morse, alle prese con un caso che all’apparenza ha una soluzione fin troppo semplice, e che proprio in questa semplicità nasconde più di un inganno e una difficoltà.

I romanzi della serie dell’ispettore Morse hanno conosciuto un grande successo anche qui in Italia e, tutti pubblicati all’interno della collana Il Giallo Mondadori, stanno ora conoscendo nuova vita grazie alla casa editrice palermitana. Il gioiello che era nostro è apparso in originale nel 1991 con il titolo The Jewel That Was Ours, nel 1991, ed è quindi stato pubblicato nel nostro Paese nel 1995 con il titolo Il gioiello per l’ispettore Morse, vediamo di scoprire alcuni cenni di trama.

Una ricca ereditiera americana è arrivata a Oxford per portare in dono a un museo della città, l’Ashmolean, un importante gioiello. Purtroppo l’anziana turista viene rinvenuta cadavere nella sua camera del Randolph, un lussuoso e storico albergo della città e il Puntale di Wolvercote, il gioiello di inestimabile valore, sembra essere scomparso dalla sua borsetta.

Il caso si presenta fin da subito abbastanza semplice: i vari patologi e specialisti interpellati concordano nel pensare che la signora abbia avuto un infarto e, essendo la porta della camera rimasta aperta, chiunque può aver avuto accesso alla sua borsa e aver quindi sottratto il prezioso gioiello.

L’ispettore capo Morse, sembrando il caso piuttosto semplice e dovendo sobbarcarsi gli interrogatori della ventina e più di ricchi e anziani statunitensi che fanno parte del gruppo di gitanti, decide di lasciare gli interrogatori ai suoi collaboratori, ma presto accadrà qualcosa che richiederà una sua partecipazione attiva.
Qualche giorno dopo, infatti, viene rinvenuto il cadavere di un accademico molto noto, che doveva tenere una conferenza a Oxford proprio per il gruppo degli americani e la cui morte sembra legata alla scomparsa del Puntale di Wolvercote.

Morse vorrebbe soltanto tornarsene nel suo appartamento a North Oxford e ascoltare la sua amata Sinfonia n. 7 di Bruckner, ma gli tocca indagare fra decine di persone, ognuna con qualcosa da nascondere, ognuna un potenziale assassino.

Come spesso accade nei gialli scritti da Colin Dexter, anche ne Il gioiello che era nostro l’indagine avviene all’interno del mondo accademico, esponendone tutti i vizi e i difetti in modo tanto ironico quanto impietoso.
Scapolo, con il pallino della musica classica, colto e amante degli enigmi, un po’ misogino ma anche attratto dalle donne, amante delle bevute, che siano da solo o in compagnia: Morse è uno degli ispettori contemporanei più amati all’interno del panorama del giallo inglese, e a Sellerio rimangono ormai pochi romanzi prima di completare l’ottima opera di ristampa dei romanzi di Colin Dexter, l’ultimo dei quali è The Remorseful Day, apparso in originale nel 1999.

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Il gioiello che era nostro (L'ispettore Morse Vol. 9)
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Articolo protocollato da Elvezio Sciallis

Elvezio Sciallis è stato uno dei più attenti e profondi conoscitori di narrativa e cinema di genere horror. Ha collaborato per molti anni con La Tela Nera e con Thriller Café prima della sua tragica scomparsa nel maggio 2019.

Elvezio Sciallis ha scritto 245 articoli: