Il confine - Don WinslowA distanza di qualche mese dall’uscita recensiamo, al Thriller Café, Il confine di Don Winslow (titolo originale: The border), pubblicato da Einaudi Stile libero. Il confine è l’ultimo capitolo di una trilogia epica sul narcotraffico e sulla delicatissima guerra che perdura da decenni tra il Messico e gli Stati Uniti. Un lavoro lungo, complesso, dettagliatissimo che Don Winslow ha portato avanti per vent’anni e che noi abbiamo conosciuto nel 2005 con Il potere del cane (in Italia pubblicato nel 2009), poi nel 2015 con Il cartello e che si conclude ora con questo romanzo. Per l’Italia tutti e tre i libri sono stati pubblicati da Einaudi e tradotti da Alfredo Colitto cui va un plauso: libri così veloci, dal ritmo così alto, pieni di espressioni gergali – peraltro qui in due lingue – e scritti in un modo così singolare non sono facili da tradurre e da rendere in una lingua diversa da quella originaria, ma anche il lettore più lontano dai tecnicismi narrativi sa capire quand’è di fronte a un’ottima traduzione.

Passando alla storia, chi legge Il confine conoscerà certamente le atmosfere incandescenti, le scene cruente, i toni duri, la quantità di morti ammazzati nei modi più atroci e i ritmi serratissimi di questa trilogia; conoscerà anche i principali protagonisti, ossia i cartelli messicani della droga, gli agenti, le donne, i giornalisti e sopra tutti Art Keller, l’agente della DEA impegnato da oltre quarant’anni a combattere la guerra alla droga direttamente in Messico e ossessionato da Adàn Barrera, il capo del cartello di Sinaloa, il suo eterno nemico. Ma chi è arrivato a leggere Il confine saprà già cos’è accaduto alla fine del secondo libro e come sia andata tra Barrera e Keller. La scomparsa del boss e l’incertezza sulle sue sorti ha scatenato l’instabilità dei cartelli e la fame di potere di chi aspira a succedergli, a diventare il nuovo Patròn, il nuovo capo. I più agguerriti sono Los Hijos, i giovani figli dei narcos della generazione di Barrera, molto diversi dai loro padri: se i vecchi avevano raggiunto un certo status l’avevano fatto lavorando, sgobbando, facendo gavetta e vedendo morire tanti amici e familiari; i giovani, invece, nel denaro della droga ci sono nati, ci sguazzano e, con l’arroganza data dall’inesperienza sono pronti a fare fuoco e fiamme per ottenere ciò che credono gli spetti di diritto: il risultato è il caos, un aumento della violenza che non si vedeva dai tempi degli Zetas, ma questo è solo il lato messicano della partita… e quello americano? Be’, suo malgrado, Keller è stato nominato capo della DEA e dall’alto di quest’incarico spera di poter dare un duro colpo alla droga che – l’ha sempre detto e pensato – va combattuta dal lato americano. Così insegue i soldi e ordisce un’intricata trama di indagini, coperture, intercettazioni che lo portano ai vertici più alti dell’economia e della politica statunitense, più precisamente all’interno della Casa Bianca, al neoeletto presidente degli Stati Uniti. Nei precedenti romanzi Winslow aveva analizzato con spietata lucidità la politica e la corruzione messicana, e qui invece non le manda a dire, e l’obiettivo è chiaro: siamo nel 2016 e non è affatto difficile riconoscere il nuovo presidente che vuole costruire un muro tra gli U.S.A. e il Messico, che vuole cacciare la droga dall’America, rendere di nuovo l’America Grande e via discorrendo.

La grandezza di questa trilogia – più che del singolo libro – sta nel fatto che, raccontando situazioni, eventi e personaggi reali in forma romanzata, Winslow compie un’analisi lucida, forte, spietata, accorata della situazione in Nord e Centro America, denunciando senza mezzi termini l’efferatezza della lotta, i contrasti tra poteri forti di cui fanno le spese sempre i più poveri, la corruzione, i giochi politici, gli errori di approccio, di strategia, la presunta superiorità degli americani che da sempre credono di non avere un problema e che la guerra ai cartelli si combatta in Messico, non capendo che se non ci fosse domanda e denaro non ci sarebbe offerta e quindi droga.

Un libro, Il confine, atteso e necessario: il giusto finale di un’epopea che appassiona e fa riflettere. A scanso di equivoci, sconsigliamo di leggere quest’ultimo libro senza aver letto i de precedenti: per comprendere pienamente l’opera nel suo insieme si dovrebbe seguirne l’ordine di pubblicazione.

 

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Il confine
  • Winslow, Don (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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