Don Winslow protagonista oggi al Thriller Café con la recensione a I re del mondo, un prequel a Le belve, con Ben e Chon che tornano sulla scena di questo The King of Cool, da collocare prima di Savages e ripercorrente la storia dei due ragazzi e di come sono diventati quelli che abbiamo già conosciuto.

Insieme, Ben e Chon formano un non violento completo.
Ben è il non.
Chon è il violento.

Basterebbero queste tre righe a giustificare il prezzo del biglietto.
Basterebbero queste tre righe a presentare I Re del Mondo, l’ultima genialata di Don Wislow.
Dopo neanche due anni dall’uscita de Le Belve, Wislow torna sul luogo del delitto, sfornando un prequel gustoso, ironico e dannatamente geniale.
Ben, Chon e Ophelia, com’erano dieci anni prima di entrare nelle grazie della mafia messicana.
I loro genitori, com’erano prima di diventare grandi e scoprire che il mondo ha i denti, ed è pronto a morderti in qualsiasi momento.
Un’opera unica, che scardina i luoghi comuni del genere.
Una perla di ironia e sarcasmo, che punge, terrorizza e commuove.
Uno stile che unisce prosa, poesia, sangue e sesso.
C’è da stupirsi che tanta roba possa entrare in un romanzetto di trecento e rotte pagine. Eppure…
Wislow tesse una tela sapiente e ben calibrata, che non ricalca i clichè della prima avventura di Chon e company, sviluppandosi su binari indipendenti, calcando i palcoscenici underground di una Laguna Beach popolata da spacciatori, tossici e criminali.
L’abilità di Don Wislow sta tutta nell’essere stato in grado di unire tradizione ed innovazione, condendo la storia con quella su prosa lirica che, dopo i fasti de L’inverno di Frankie Machine, ha dato il via alla sua seconda giovinezza.
Battute fulminee (“si sa che un’anima non si cede mai in affitto, solo in vendita”), dialoghi che farebbero morire d’invidia anche il miglior Lansdale (ok, forse è un po’esagerato… dialoghi degni del miglior Lansdale suona meglio? Forse sì…), istantanee di una crudeltà talmente efferata da sembrare polaroid scattate direttamente dall’inferno.
Il tutto intervallato da istanti di limpida poesia

Sono
Polvere di stelle
Dorata,
Intrappolata in un patto col diavolo

che dimostrano che in fondo anche i duri hanno il loro lato luminoso dell’anima.

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Articolo protocollato da Francesco Colò

Francesco Colò (23 anni) è giornalista e studente di Giurisprudenza. Da sempre appassionato di lettura e scrittura creativa, divora voracemente tutto ciò che abbia a che fare con la parola stampata. I maestri di sempre: mostri sacri del genere horror e thriller, da King a Lansdale, passando per Gischler senza dimenticare il buon Matheson ed il sempre verde Mc Carthy. Ha all’attivo due romanzi, Texas Dream, edito da Albatros e A Dustland Fairy Tale (Montag Editore), storia di sangue e pallottole direttamente dal profondo sud degli States. Collabora con una radio locale (Radiospazio103) e con un quotidiano sportivo (Udineseblog).

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