Gli adepti di Ingar JohnsrudEsordio col botto per Ingar Johnsrud e conseguente ottimo colpo di Einaudi che porta in Italia, nella collana Stile Libero Big, il suo Gli adepti, che ha già fatto molto discutere in patria e che è in procinto di pubblicazione in una ventina di altri Paesi.
Continua quindi a gonfiarsi senza pause il flusso di ottimi thriller che ormai da parecchi anni proviene dal Grande Nord e, come spesso accade al nostro genere preferito, ecco che il testo riesce a veicolare, oltre alle emozioni e brividi della vicenda narrata, anche importanti riflessioni sulla Storia e sulla nazione dello scrittore.

Oslo e la Norvegia di Ingar Johnsrud sono alle prese, come molti altri stati europei, sia con i fantasmi di un passato che nasconde ancora molte questioni irrisolti, sia con un presente di flussi migratori e fondamentalismi religiosi in grado di mettere in crisi identità nazionali e strutture sociali.
Gli adepti, come molti buoni thriller, riesce a riflettere anche su queste tematiche senza mai far sentire il “peso” dei sottotesti, ed è un valore aggiunto a una lettura già molto coinvolgente in partenza.

Quando l’ispettore Beier della polizia di Oslo comincia a studiare il nuovo caso di cui si deve occupare, capisce subito che, dietro l’apparente semplicità del fatto, si nascondono varie possibilità di scandalo e clamore.
Una ragazza è scomparsa nel nulla, ma non si tratta di una ragazza qualunque: è la figlia di un politico di primo piano del partito di governo e prima di scomparire nel nulla viveva nei locali di una setta cristiana.

Ma poco dopo la sparizione, la Luce di Dio, questo il nome del gruppo religioso cui era affiliata la ragazza, è teatro di un feroce massacro e l’ispezione dei suoi locali rivelano dei particolari che complicano ancora di più il quadro della situazione. Negli scantinati e sotterranei della sede della setta viene infatti scoperto un laboratorio chimico molto moderno, il cui impiego non è facile da stabilire.

Subito stampa e curiosi si fiondano sulla notizia e cominciano a spuntare ipotesi di ogni tipo, prima fa tutte quella del terrorismo fondamentalista. Beier per, affiancato dall’agente Kafa Iqbal, comincia a rendersi conto che dietro la strage (e il laboratorio) si nascondono verità diverse e molto complesse.

Fra chi cerca in tutte le maniere di soffiare sul fuoco e chi, al contrario, vorrebbe mettere a tacere al più presto l’intera vicenda, l’ispettore dovrà cercare di continuare a scavare, in cerca di una risposta che si nasconde nel passato, ai tempi del nazismo…

Dopo gli exploit thriller di tanti altri colleghi norvegesi quali Thomas Enger, Jo Nesbø, Gunnar Staalesen o Anne Holt ecco che si affaccia un nuovo e promettente autore, vedremo se riuscirà a convincere pubblico e critica anche qui in Italia.

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