Edito da Sonzogno nel 2014, Gioco pericoloso è la quarta indagine di Lolita Lobosco, commissaria barese creata da Gabriella Genisi.

Stavolta Lolita è alle prese con un’indagine complicata su un argomento di cui non sa nulla: il calcio.

“Nella controra del dopopranzo barese, la città è tutta allo stadio. Quelli che contano, quelli che non contano niente, le famiglie con i bambini, gli impiegati, i malavitosi e i poveri cristi. Con un caldo polveroso che ti prende alla gola e non ti fa respirare, ma questo oggi è l’ultimo dei pensieri. I veri tifosi respireranno dopo. La partita è decisiva, basteranno novanta minuti per sapere se stiamo dentro o fuori dalla serie A, se occorre rinnovare l’abbonamento per la prossima stagione e assolvere o scomunicare i patron della squadra una volta per tutte. C’è poco da scegliere, noi o i nostri poco amati cugini leccesi. Ma siamo parenti di Cassano e non ce lo scordiamo mica, basta questo a farci sentire impuniti e baldanzosi. E anche se per la salvezza basta un pareggio, ce la giocheremo fino all’ultimo sangue. Biancorosso, ci mancherebbe altro”.

Tutto comincia quando Domenico Scatucci, capitano della veneratissima e seguitissima squadra del Bari, durante il derby con il Lecce, subito dopo essere stato sostituito ha un malore e muore, lì, in campo, davanti a migliaia di persone attonite. Cause naturali è il verdetto, peraltro abbastanza frettoloso. Questa triste storia cadrebbe nel dimenticatoio per Lolita e molti come lei, se non fosse che, mesi dopo, Vittorio Lamuraglia, un vecchio amico della commissaria, viene investito da un camion della nettezza urbana proprio poco dopo che i due si erano incontrati fortuitamente. Questo secondo avvenimento presenta, però, molti punti oscuri e qualcosa fa pensare a Lolita che ci sia sotto qualcosa di incongruo, di strano. Comincia ad indagare e ben presto scoperchia un vaso di Pandora inimmaginabile, un intrigo internazionale che scuoterà il mondo del calcio mondiale. Inutile dire che le due morti sono collegate, ma questo non è l’unico elemento sconvolgente: Lolita non lo sa ancora, ma sta giocando col fuoco, sta pestando i piedi a persone insospettabili ma pericolose e l’indagine sta per avere risvolti rischiosi che la coinvolgono personalmente.

“Sono le cinque, la giornata è limpida. Ho bisogno di fare quattro passi da sola. Il porto è di fronte alla Questura, mi basta attraversare la strada. Passeggio vicino al mare, rifletto. A Bari nessuno è innocente. Terribile, ma è così. Dal mare guardo la città, questa città bellissima, eppure senz’anima. Forse l’hai persa, forse non l’hai mai avuta. Bari. Il destino lo porti scritto nel tuo nome, perché quando pure i tifosi si vendono le partite, che altro vuoi fare. Non ti resta più manco la speranza. E poi penso a me. A queste ultime settimane passate seguendo l’indagine. (…) C’era tutto, eppure mi sono ostinata a non voler capire. Non mi fidavo più di me stessa, della mia capacità di giudizio. Temevo eccessivi coinvolgimenti sentimentali. Di non essere più un bravo poliziotto. E poi un po’ sì, diciamocelo, mi preoccupava quello che avrebbe pensato Giovanni.

Non mi piace passare per una femmina gelosa. Anche se lo sono”.

In un giallo godibile, come sempre venato di molto rosa, fra dolorose questioni sentimentali che inevitabilmente passano dalla cucina e solitudini pesanti che si aggravano con l’arrivo del Natale, Lolita Lobosco, con l’aiuto di due amiche investigatrici molto speciali e dei suoi fidati Esposito e Forte, affonda le mani in un calcio sporco, torbido, macchiato dal denaro e dall’interesse, molto lontano dal concetto puro  di sport e di gioco pulito.

Un giallo gradevole, forse un tantino più debole dei precedenti della serie, ma comunque ben scritto, con quel ritmo e quella verve tutta speciale che contraddistinguono Lolita, la sua vita e le sue indagini. Vi lasciamo a questa lettura leggera, ma non troppo e ben presto parleremo del quinto romanzo, Spaghetti all’assassina.

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Gioco pericoloso
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Gioco pericoloso
  • Genisi, Gabriella (Autore)

Articolo protocollato da Rossella Lazzari

Lettrice compulsiva e pressoché onnivora, una laurea in un cassetto, il sogno di lavorare nell'editoria e magari, un giorno, di pubblicare. Amo la musica, le serate tra amici, mangiare e bere bene, cantare, le lingue straniere, i film impegnati e cervellotici, il confronto, la condivisione e tutto ciò che è comunicazione.

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