Exit - Olen SteinhauerA colpevole distanza di oltre sei mesi dall’uscita, vi recensisco oggi Exit, romanzo di Olen Steinhauer che consiglio a chi se l’è perso a inizio anno: a mio parere un’ottima lettura…

Titolo: Exit
Autore: Olen Steinhauer
Editore: Giano
Anno: 2011
Traduttore: Cervini E.

Trama in sintesi:
«La ragazzina ha quindici anni. Si chiama Adriana Stanescu… Uccidila e sbarazzati del corpo». A ricevere l’agghiacciante incarico, in un hotel di Berlino, è un uomo segnato dal passato, angosciato dal presente e alla ricerca di una via d’uscita per il futuro. La vita di Milo Weaver, infatti, è un’intricata ragnatela in cui quasi tutto è segreto: il suo lavoro, il suo vero nome, la sua famiglia, le sue origini. Americano con un’infanzia trascorsa per buona parte in Russia, Weaver è un «turista», che nel gergo della segretissima sezione della CIA per la quale lavora indica un agente privo «di un’identità fissa, di una casa, di principi morali», inviato da un luogo all’altro della terra per gli scopi piú inconfessabili e le Black Ops, le operazioni coperte in cui è in gioco davvero il potere. Il rapporto di Weaver con l’Agenzia è stato messo a repentaglio un anno prima da una missione in Sudan che lo ha visto coinvolto nell’omicidio di un carismatico mullah e nella morte del suo diretto superiore e mentore, il responsabile della «sezione turismo». Ma a distanza di un anno da quei terribili eventi, la sezione lo richiama in servizio con il laconico messaggio che sembra fatto apposta per provocare angosciosi dilemmi nell’unico agente ad avere una figlia. Perché uccidere una ragazzina la cui unica colpa sembra quella di essere figlia di immigrati moldavi alla ricerca di stabilità economica e integrazione sociale nella ricca Germania?

Il turista è stato uno dei thriller più belli che abbia letto nel 2009 e la notizia della pubblicazione (sempre per Giano) del nuovo thriller di Olen Steinhauer, Exit, a gennaio l’avevo segnalata con grande interesse. Negli Stati Uniti gli apprezzamenti di pubblico e critica erano stati quasi unanimi ed era da tempo che attendevo la possibilità di leggere questa seconda storia con protagonista Milo Weaver. Poi, contingenze trasformatesi in consuetudini, mi hanno tenuto lontano dalle sue pagine fino a questa estate, quando finalmente, complice la vacanza, sono riuscito a dedicarmici. Senz’ombra di dubbio, anche se tardi ho fatto bene a leggerlo. “Exit” ricomincia infatti dove “Il turista” era finito, non solo in quanto a storia, ma soprattutto in quanto a mood, con un Milo Weaver ancora più tridimensionale, combattuto tra le emozioni proprie di qualunque uomo e la gabbia del suo lavoro di agente segreto che invece non ne può accettare. Come nel precedente romanzo, che suggerisco di leggere prima di affrontare questo, la dimensione degli eventi pare troppo grande per le energie già affievolite del protagonista. Non si tratta “solo” di avere un ruolo di sangue in macchinazioni che indirizzano atti e fatti di proporzioni internazionali. Si tratta di uccidere una ragazzina innocente, di confrontarsi con un macigno etico nelle vesti non di un freddo Turista che obbedisce agli ordini, ma di un uomo che vuole riscrivere il proprio percorso partendo da quella famiglia che ha sempre posposto al lavoro, che ha tenuto a distanza, un po’ per proteggerla e un po’ per paura di confrontarsi con quello che avrebbe significato abbracciarla. E’ un personaggio complicato, Weaver, e collocato nuovamente in una trama che lo è altrettanto. Anche in Exit, infatti, Steinhauer costruisce un’abile sovrapposizione di strati di falsità retta da artisti del doppio gioco, sottili strateghi e mentitori incalliti. E’ dunque difficile imbroccare la strada giusta prima di Milo, ma devo dire che non per questo il lettore si sente imbrogliato. L’autore sa come disorientare senza che la storia risulti incomprensibile, e i pezzi alla fine vanno tutti al loro posto senza forzature. Se poi le ultime 50 pagine valgono da sole il prezzo del libro, proprio non riesco a trovare qualcosa che non vada in questo thriller.
Io vi suggerisco di leggerlo: se lo farete, poi, fatemi sapere se sarete d’accordo con me.

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Articolo protocollato da Giuseppe Pastore

Da sempre lettore accanito, Giuseppe Pastore si diletta anche a scrivere e ha pubblicato alcuni racconti su antologie e riviste e ottenuto vittorie e piazzamenti in numerosi concorsi letterari. E' autore (assieme a S. Valbonesi) del saggio "In due si uccide meglio", dedicato ai serial killer in coppia. Dal 2008 gestisce il ThrillerCafé, il locale virtuale dedicato al thriller più noto del web.

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